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Messaggi del 19/01/2023

La persistenza della 'guerra di Troia'.

Post n°2410 pubblicato il 19 Gennaio 2023 da fedechiara
 

Ho il sospetto che nell'espressione 'Inch'Allah' sia contenuto per intero il dramma che viviamo di contrapposizione sterile e stupida e inamovibile tra 'noi' e 'loro': gli arabi e/o 'islamici' e noi, i laici eredi dei 'crociati' d'antan.
Perché se lo vuole Dio non c'è partita, siamo fottuti, siamo come quei Troiani contrapposti agli Achei che morivano come mosche per lo sporco gioco di squadra che volevano gli dei/e contrapposti: Giunone e Minerva contro Apollo e Venere - e Giove come un bambinone viziato che non sapeva che pesci pigliare e favoriva gli uni, a volte, e sfavoriva gli altri in un difficile equilibrio che gli venne sottratto dal Fato, alfine, e Troia fu vinta.
A questo mi veniva fatto di pensare guardando il bellissimo film omonimo: 'Inch'Allah'
E gli ebrei e i palestinesi sono la proiezione post moderna dei Troiani e degli Achei, mutatis mutandi. O degli 'Infedeli' da sterminare e passare 'a fil di spada' dei folli Crociati (vedi la 'Crociata dei Pezzenti'), come predicò Urbano II durante il Concilio di Clermont nel 1095, anno di Disgrazia Massima per la Cristianità.
E nel film una figura terza, la protagonista, tenta fino all'ultimo di mediare e scambiare amore fra le opposte fazioni in lotta mortale tra di loro ma, alla fine, per l'inevitabile montare dei drammi, si lascia convincere di trasportare un ordigno, superando i severi controlli, che farà una strage a Tel Aviv, così consegnandosi alle Furie di una vita non più degna di essere vissuta e vittima di un senso di colpa che la annichilerà.
E davvero quei due popoli, l'ebraico e il palestinese sono l'epitome dell'umana condanna storica di un Fato che sempre condanna una fazione alla sconfitta e l'altra al predominio incontrastato – e la sola via di uscita è che il popolo palestinese si consegni, senza più colpo ferire e arrestando/incarcerando ogni suo dirigente bellicista (leggi Hamas), al nemico ebraico quale finale pegno di pace e apra a un disegno comune di futura collaborazione economica e coesistenza pacifica.
E', se è vero che 'campa cavallo', e anche vero che questa è la sola 'erba che cresce' in quei luoghi di umana infamia e sofferenza - e l'alternativa è il sempiterno, presente durare delle stragi e la straziante miseria del popolo palestinese chiuso nella stia dei polli dei luoghi in cui viene costretto a vegetare. Un perenne, osceno campo profughi e il muro quale disastrosa evidenza di una prigione a cielo aperto.
E non sarebbe male che una uguale riflessione si facesse per la presente guerra di Ucraina che, a causa della follia bellicista degli Stranamore filo Nato e della escalation di armamenti forniti a tamburo battente ai nazistoni Azov rischia di consegnarci una ennesima 'guerra di Troia' alle porte di Europa – con il corollario termonucleare sullo sfondo dei presenti semidei imbecilli che parteggiano per questi e quei combattenti.

 
 
 
 
 

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