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Messaggi del 02/11/2019

Restare umani o governo del caos?

Post n°1024 pubblicato il 02 Novembre 2019 da fedechiara
 

 

Del 'restare umani'.

'Stay human', si leggeva sulle t-shirt dell'estate e c'è da chiedersi che significa, di questi tempi, 'restare umani'. I 'buonisti' di ogni ordine e grado ci propongono, da decenni, una loro ricetta pietosa, ma gli effetti collaterali di quei loro farmaci misericordiosi e densi di 'accoglienze' universali fanno rizzare i capelli in testa e fanno andare i pensieri agli attentati di Nizza e Parigi e Bruxelles e alle integrazioni impossibili delle città europee in affanno immigratorio e alle rivolte urbane dei neri americani che catalizzano la protesta della 'white America' e, forse, ci consegneranno la sorpresa dell'elezione del 'nazista dell'Illinois' alla presidenza degli Stati Uniti d'America. Chi vivrà vedrà.

La realtà degli uomini e delle donne, in verità, è talmente sfaccettata e contraddittoria che alcuni le preferiscono lo 'stay animal' – e, di conseguenza, fioriscono i siti animalisti sui vari 'social' e le foto di animali dolci e coccolosi e carezzevoli e 'pelouche' straripano su facebook e si sostituiscono a quelli delle persone. E oggi i cani domestici vengono chiamati 'Renzo' e 'Luisa' e 'Jerry' e passa i suoi guai sui 'social' chi denuncia il troppo che stroppia e il pesante impatto igienico e ambientale che ha il loro aumento esponenziale nelle nostre città di pietra e asfalto lavate solo dalle piogge d'autunno.

E ieri guardavo e ascoltavo con grande attenzione il docu-film 'Human' di Yann Arthus Bertrand: sintesi di un lavoro immenso di 2000 e passa interviste all over the world a persone le più varie e diverse e quasi tutte male in arnese e sofferenti e poveri in canna e condannati a morte nelle prigioni americane e mi veniva naturale, di riflesso, provare il mio pensiero in una faticosissima sintesi su cosa è umano e cosa no - e umano, a quanto si mostra nel film, è sia il male che commettono i criminali che poi si ravvedono una volta imprigionati e in attesa di esecuzione, sia la follia dei dettati religiosi quale si mostra nel film: con le immagini delle folle oceaniche della festa del 'kumbh mela' in India e le prostrazioni di massa e l'ipnotico fluire dei fedeli islamici intorno alla 'kaaba' a La Mecca. Maledetto oppio dei popoli e incubatrice di conflitti spaventosi quali quelli che hanno portato alla nascita dello stato islamico e ai 'radicalizzati sul web' che tanti morti hanno lasciato sulle nostre strade e piazze.

E il regista si dice profondamente rispettoso di quelle follie oceaniche e delle ipnosi della varia e diversa religiosità che affligge come una malattia incurabile la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, ma tace sulle migliaia di morti che quei raduni insensati hanno provocato nei secoli e non prende in nessuna considerazione il possibile governo di quel caos che pure dovrebbe essere preoccupazione massima degli amministratori della cosa pubblica cittadina e nazionale.

Una naturale propensione a tutti assolvere e perdonare, quella di Arthus Bertrand, che fa a pugni con il ritorno dei despoti e dei tiranni e dei pretesi 'fascisti' sulla scena mondiale e con la richiesta che viene dalla 'pancia' degli elettori di moltissimi paesi di sicurezza e ordine.

E da tutta la lacrimosa e dolorosa ritrattistica umana di quel film si evince che nessun governo del caos è possibile e auspicabile con pugno di ferro, bensì che dobbiamo accettare il medioevo di ritorno che affligge i paesi dell'Occidente sotto arrembaggio e invasione dei nuovi poveri delle economie globalizzate e dei conflitti che ne nascono. 
Restare umani, di fronte a questo orizzonte di futuro di invivibilità e di necessarie frontiere blindate e difesa della nostra residua ricchezza di figli dell'Occidente evoluto è davvero molto difficile.

L'immagine può contenere: 6 persone, spazio all'aperto
  •  Folle e follie.
    L'immagine può contenere: folla e spazio all'aperto
 
 
 

Prima è meglio è

Post n°1023 pubblicato il 02 Novembre 2019 da fedechiara
 

Prima è, meglio è.

La ministra Lamorgese, subentrata a Salvini nel Ministero degli Interni, difende i suoi porti aperti e la nuova politica dell'accoglienza dello s-governo giallo-rosso, affermando che 'non c'è invasione'.

E i numeri di riferimento sono relativi all'idea che ognuno ha del rispetto delle leggi nazionali e internazionali sull'immigrazione clandestina e sulla difesa dei confini patrii ed europei e non ci sorprende che l'idea di invasione della ministra Lamorgese si compari con numeri mooolto più alti – quelli degli arrivi a migliaia di ogni giorno che Dio mandava in terra del governo Renzi/Alfano, di cui lei era funzionario prefettizio. E, in veste di prefetto, di fronte ai troppi rifiuti dei sindaci, faceva scrivere sui giornali nazionali che: '...se necessario, potremmo arrivare a requisire gli immobili dei Comuni riottosi.', per fare fronte all'accoglienza di tutti quei clandestini migranti che affollavano le coste libiche a centinaia di migliaia (rileggere i giornali del tempo per conferma) a causa del messaggio di accoglienza universale che veniva dall'Italia sinistro/buonista e auto lesionista e filo o.n.g. taxi del mare.
Ma non veniva dall'Europa – che taceva tetragona e chiudeva i confini a nord e ad est (la Francia) ai troppi 'dublinanti' clandestini che oggi ci vengono restituiti con i charters e i voli di linea. Destinazione: campo-profughi Italia - a riempire le case occupate degli slums urbani e fare presenza fissa di mendicismo davanti ai super mercati e per le strade.

E la polemica degli infiammati buonisti dello s-governo giallo-rosso sul trattato che ci lega a Tripoli e alla sua Guardia Costiera (che finanziamo per svolgere il compito di argine e contenimento alle partenze) rasenta la demenza, se si pensa a cosa succederebbe nel Mare Monstrum dei naufragi organizzati se quel trattato non venisse rinnovato e si lasciasse via libera ai barconi e ai barchini e alle navi delle o.n.g. che surrogano l'immigrazione clandestina chiamandola 'salvataggi in mare' e pretendendo porti aperti ad ogni nuovo arrivo dei pretesi 'disperati' e sedicenti 'profughi'.

Narrazioni distorte e contorte, quelle dei portavoce delle o.n.g., perché è intollerabile e folle l'accettare i naufragi organizzati dai criminali scafisti come 'flussi inevitabili' e incessante catastrofe epocale – mentre l'Australia ci mostra in chiaro come si possa governare il fenomeno efficacemente, mandando al sud-est asiatico dei troppi poveri e 'disperati' il giusto messaggio di 'così non va'. 
Non si fa, non si può e non si deve fare di violare le frontiere di uno stato con il grimaldello di una indebita e distorta idea di bontà e misericordia. 
Altre sono/dovrebbero essere le vie di una immigrazione concordata e governata e un severo governo dell'immigrazione clandestina è imprescindibile e argine necessario al furbismo di chi paga gli scafisti 3/5 mila euro per organizzare il proprio naufragio, fidando sulla nave buonista al largo che garantisce l'esito di una felice immigrazione clandestina a carico dei contribuenti indigeni.

E di queste narrazioni distorte e contorte dei buonisti di s-governo davvero sono piene le metaforiche scatole e la sola risposta che possiamo e vogliamo dare noi cittadini di buon senso comune è quella di mandarli a casa al più presto e di vincere le regionali in Emilia Romagna - e cancellare la nave dei folli dello s-governo pd-M5S dal vocabolario politico. 
Prima è, meglio è. Amen e così sia.

 

ILGIORNALE.IT
Il prefetto di Treviso avverte i sindaci: «Se non aiutate i migranti, pronti a requisire gli alloggi sfitti ai privati»

 
 
 
 
 

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