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Messaggi del 07/11/2019

Di ponti e transiti effimeri

Post n°1028 pubblicato il 07 Novembre 2019 da fedechiara
 

Ognuno sta solo sul cuor della terra/ trafitto da un raggio di sole. / Ed è subito sera.

E, i distici melanconici e tristi di Quasimodo - improbabile Nobel della letteratura in tempi di giganti disconosciuti – sembrano ritagliarsi e valere più per i morti di questo camposanto dimenticato. Dimenticato 363 giorni all'anno e che vive di memorie effimere nei giorni 'dei morti' di Novembre. 
Chè, se vai nel campo dei greco-ortodossi, minoranza esiguissima e in fase di scomparsa di questa città di umani fantasmi e di gabbiani cannibali, è una desolazione di abbandoni e lapidi e croci spezzate e avvallamenti tra le tombe come se la terra sprofondasse su se stessa per la vergogna della dimenticanza dei figli e dei bis nipoti delle ombre familiari vaganti nell'Ade. 
E, a vedere questa desolazione del nulla post mortem, il Foscolo, che di questa minoranza dovrebbe essere eroe ed egida, cambierebbe i suoi distici famosi nei licei e ostici ed eviterebbe di dire il falso che: 'A egregie cose il forte animo accendono / le urne dei forti...' Perchè qui le urne sono spezzate e ingrigite e sbiaditi i nomi e le date delle vite esemplari e delle principesse in esilio e dei musici e coreografi di grido.

E il ponte fortemente voluto dal sindaco ha valore più simbolico che pratico, coniglio dal cappello di una amministrazione così-così, né buona, né pessima, ed è schiaffo ai vivi di transiti e legami che durano 'l'espace d'un matin' ed è subito sera, appunto. Sera e notte dell'oblio dei vivi che non sanno più che farsene dei paesaggi mitici e incontri fatali dell'Aldilà quali illustrava il Buonarroti nella Sistina – e il ritrovarsi, oggi, e riconoscersi e abbracciarsi tra le ombre sotterra e le prossime future è più legato alle mirabilie cinematografiche di film tipo 'Ghost' che alle preghiere per i defunti che si recitano nelle chiese vuote.

(…) 'e bella e santa fanno al pellegrin la terra che le ricetta' è un sussulto positivo, ma illusorio, dei Sepolcri – un lunghissimo 'carme' che dovremmo imporre nelle scuole di ogni ordine e grado e mandare a memoria e farne un film con Leonardo di Caprio e Brad Pitt ombre nell'Ade insieme ad Omero e Dante e Quasimodo (si parva licet) nella speranza che esorcizzino questi altri versi tristissimi e il presente, desolato paesaggio di solitudini salmastre e orizzonti vuoti delle viventi generazioni di agnostici gaudenti che plaudono ai ponti resuscitati tra i vivi e i morti, ma già al quarto giorno lasciano l'isola al suo destino di assordanti silenzi e avvilenti abbandoni.

Sol chi non lascia eredità d'affetti
Poca gioia ha dell’urna; e se pur mira
Dopo l’esequie, errar vede il suo spirto
Fra ’l compianto de’ templi Acherontei,
O ricovrarsi sotto le grandi ale
Del perdono d’Iddio: ma la sua polve
Lascia alle ortiche di deserta gleba
Ove nè donna innamorata preghi,
Nè passeggier solingo oda il sospiro
Che dal tumulo a noi manda Natura.

https://it.wikisource.org/wiki/Dei_Sepolcri

L'immagine può contenere: cielo, ponte, spazio all'aperto e acqua

 
 
 
 
 

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