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Messaggi del 26/03/2020

Domani è un altro giorno.

Post n°1193 pubblicato il 26 Marzo 2020 da fedechiara
 

Domani è un altro giorno, si vedrà.

Il difficile sarà uscirne. Non solo per la disparità temporale del manifestarsi del virus nei diversi paesi e le risposte incerte e tardive di ognuno che hanno lasciato spazio di devastazione al contagio. E' chiuso lo spazio aereo mondiale in tutte le direzioni, infatti, e chissà per quanti mesi, e indicare una data per la programmazione dei nostri amatissimi viaggi è un terno al lotto. L'autunno? Natale? 
Chi vivrà saprà, è il caso di dirlo incrociando le dita.

Pensate, se avete fantasia, a una data di probabile, decisiva regressione degli indici dei morti e dei nuovi contagiati e, di contro, un sensibile aumento delle guarigioni. Chi si prenderà la responsabilità politica di un 'liberi tutti' e lo stop ai domiciliari – con il relativo riversarsi in massa ai supermercati per comprare uova di Pasqua e focacce e spumanti – ammesso e non concesso che il Risorto vittorioso ci faccia il miracolo a ridosso, o qualche giorno dopo, dell'annuale ricorrenza di una storica vittoria sulla morte?

C'è necessità di pensare a un finale degno e ragionevole e non catastrofico (con il ritorno dei contagi a migliaia) per l'uscita dalla pandemia.

Ed è la cosa più difficile, lo sanno bene i drammaturghi e i registi. 

Un buon finale ci salva la vita, può salvare molte vite, se non sarà quel temutissimo 'liberi tutti' e 'potete uscire di casa' a reti unificate che fa tremar le vene ai polsi dell'avvocato Conte, il proconsole a cui il virus assassino ha regalato una inattesa permanenza a palazzo Chigi.

Forse usciremo a giorni alterni o su base alfabetica, prima quelli dalla A alla C, il lunedì e il giovedì e gli altri a seguire, portate pazienza, verrà il vostro turno.

La primavera si è interrotta, è tornato l'inverno. Meglio così. Restiamo a casa. E' una soluzione, dopotutto.

Domani è un altro giorno, diceva Rossella O' Hara, che di eventi catastrofici se ne intendeva.

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Pasque in viaggio

Post n°1192 pubblicato il 26 Marzo 2020 da fedechiara
 

A volte ritornano

E, mentre durava la celebrazione della messa, lo sguardo andava intorno sugli archi e le volte e la cupola e i muri rivestiti di splendidissimi arazzi e di incrostazioni angeliche e le pitture sapienti di martiri e crocifissioni e martirii – e lo stupore atavico di tutto quel 'bendidio' che incantava i contadini e gli artigiani dei secoli andati si estendeva anche nella mia mente di vivente del terzo millennio della scienza e dell'incredulità di tutte quelle narrazioni leggendarie di pietre sepolcrali che si aprono, il giorno della Pasqua, come per una esplosione dall'interno e ne esce il Vittorioso, il Risorto, il Vessillifero dell'Amore Universale che tutti e tutto redime del maledetto 'male necessario' che ci affligge, - compresi i rimbecilliti e i rinnegati dell'Isis degli orrendi massacri commessi in nome di una pretesa verità profetizzata dal furbo maometto barbuto secoli dopo.

E nella predica sapiente e ben preparata e recitata dal bravo predicatore domenicano ospite della magnifica chiesa tutta adorna di angeli e cristi e apparizioni angeliche si ascoltavano gli echi dei presenti affanni e le preoccupazioni contro il terrorismo dilagante che dà forma postmoderna alle guerre di un tempo combattute in campo aperto con le lance e gli scudi e le spade. 
E tutto pare ricomporsi e trova forma credibile nelle pacate parole e rievocazioni di Pietà Universale che tutto comprende e perdona e cancella nel mosaico storico di questo museo che è la chiesa - coi candelabri cinquecenteschi accesi e il pulpito in marmo bianco e nero da cui si affacciavano i predicatori del Quattrocento che intimidivano i fedeli colle evocazioni infernali delle pene e del Fuoco Eterno.

Ma è come un balsamo lenitivo che dura il tempo dell'illusione della sua pretesa efficacia – e dopo poche ore già il rosario del Male quotidiano torna ad angosciarci e fuoriesce e tracima dalle litanie dei telegiornali e dalle locandine dei quotidiani e non c'è Santo o Cristo che tenga, né Resurrezione credibile che ci conforti e ci illumini su un preteso Aldilà dove tutto è riscattato e spiegato.

Però quel balsamo religioso di ben poca efficacia pratica ha prodotto le mirabili architetture e le pitture che durano nel tempo e segnano le civiltà e mostrano i confini delle Fedi - e ancora ci diciamo 'crociati' e vessilliferi del Cristianesimo d'antan, ad onta dei troppi Turchi che abbiamo accolto e li diciamo nostri concittadini, ma i loro figli rinnegati tornano al paese e alla fede originaria ad ingrossare l'esercito di un maometto che ritorna in auge e ci guarda torvo, come gli incubi di un passato che mai compiutamente elaboriamo.

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