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Messaggi del 06/01/2021

Ubi maior

Post n°1467 pubblicato il 06 Gennaio 2021 da fedechiara
 

  • La nube pandemica che tutti ci avvolge non ci consente di osservare il brulicare drammatico del formicaio umano delle migrazioni - che continua a mostrare in cronaca i suoi drammi irrisolti e irrisolvibili come e più di prima dell'ubi maior del Covid.
    E, tetragone, le o.n.g. di ogni ordine e grado continuano a sospingere i migranti dei barconi dentro le chiuse frontiere dell'Europa, usando il grimaldello di una 'pietas' pelosa e malintesa e i loro volontari soffiano sul fuoco alle frontiere balcaniche, spingendo i disperati oltre le frontiere chiuse – esponendoli alle giuste reazioni delle polizie, chiamate a difendere leggi e regolamenti nazionali in difetto di precise direttive europee.
    E nel campo profughi di Lipa il dramma è al suo diapason e i migranti che hanno dato fuoco ai generatori del campo (su suggerimento di chi?), per fare 'terra bruciata' e obbligare gli incerti e i pavidi a muoversi insieme verso le frontiere - e violarle e scontrarsi con le polizie di frontiera per creare il 'caso internazionale' – sono tornati bastonati sui loro passi e, infreddoliti e avviliti, rimproverano l'Europa di 'cattiva coscienza' per il tramite dei fogli di stampa e i media amici delle o.n.g.
    Ma se solo si apre una breccia nel muro e nei reticolati delle frontiere balcaniche apriti cielo!
    La notizia si diffonderebbe in un lampo nei luoghi di provenienza dei migranti e le orde e i nugoli e gli sciami di nuovi e clamanti 'richiedenti asilo' si metterebbe in marcia – come è accaduto mesi fa in Mexico e l'obbiettivo era il muro di Trump e il 'sogno americano'.
    E non c'è soluzione possibile all'orizzonte di tanto dramma e il duro messaggio delle frontiere chiuse - e insensibili noi tutti verso chi 'ci prova' a entrare in Europa d'imperio senza avere titolo verificato di profugo e senza il consenso delle popolazioni indigene e degli stati - è lo stesso che è stato dato agli honduregni e ai guatemaltechi in marcia lungo la via del Mexico:
    'Tornate a casa.' E a casa sono tornati.
    Il disordine del mondo rotto va governato. Senza se e senza ma.
    Commenti: 1



    Tra i miserabili di Lipa “Perché l’Europa ci lascia morire così?”
    REP.REPUBBLICA.IT
    Tra i miserabili di Lipa “Perché l’Europa ci lascia morire così?”
    Tra i miserabili di Lipa “Perché l’Europa ci lascia morire così?”

 
 
 

Dal fantaccino con l'archibugio al drone

Post n°1466 pubblicato il 06 Gennaio 2021 da fedechiara
 

Gli archibugi e i droni della 'drole de guerre'. 05 gennaio 2020

«O maladetto, o abominoso ordigno», chiamava Ariosto l’archibugio, perché permetteva a un umile fantaccino di abbattere a distanza uno splendido cavaliere.
Siamo tornati al tempo dell'Ariosto, che collocava il suo poema mirabile nel punto di intersezione tra la secolare guerra di spade e le punte di lancia dolorosamente infisse nei ventri o negli occhi, - là dove le corazze non proteggevano – e la grossolana pallottola sparata dagli archibugi da lontano, che abbatteva un marcantonio spaventoso e guerriero di spada e ascia valentissimo, montato in sella a un cavallone da guerra - spavento e terrore, fin dentro agli incubi, di ogni fragile fantaccino schierato in battaglia campale e lo travolgeva nelle sue cariche.
Ed ecco le lucide corazze sparire d'incanto dai campi di battaglia e riempire i magazzini dei castelli e, poco più tardi, i musei di guerra. E le strategie guerresche cambiarono d'improvviso e 'offrire il petto' a file orizzontali, con i rulli di tamburo e le bandiere levate, divenne il nuovo modo di combattere – e chi era designato in prima linea sapeva di essere il primo agnello sacrificale di ogni stupida guerra e, fin dalla vestizione del mattino, diceva mentalmente addio alla moglie e ai figli e alla luce del sole che illuminava il campo di battaglia.
Così è, oggi, per la 'drole de guerre' che ci viene riportata dalle cronache del 20-20 bisesto e funesto.
Un fantaccino in camicia fresca di bucato si siede al computer in un ufficio lontano le mille miglia dal campo di battaglia e, come in un astratto video game, punta il bersaglio a terra che gli mostrano le telecamere del drone-archibugio e preme il pulsante-grilletto e partono i missili che inceneriscono i generali-architetti del terrorismo internazionale dello sciismo in guerra con l'Occidente.
E in questo post moderno campo di battaglia non è più questione di trombe che suonano e campane che rintoccano a distesa, come al tempo delle guerre tra i Carrocci dei Comuni italici e il Barbarossa occupante con i suoi lanzi maleodoranti (in guerra, si sa, il sapone si usa poco).
Ai missili dei droni americani si risponde con altri missili di varia 'gittata' o con i micidiali 'razzi', tanto temuti dai 'coloni' israeliani occupanti le terre di confine in Palestina.
E la vera risposta dell'Iran colpito alla testa dal drone-archibugio di Trump è l'odierno stracciare i trattati sul nucleare che lo impastoiavano e ne umiliavano i sogni di gloria e l'arricchire l'uranio delle prossime bombe nucleari che compariranno sulla scena – ed è certo che, fra i 52 obbiettivi da colpire, messi in campo da Trump, ci saranno i siti iraniani dove si arricchisce l'uranio e si fabbricano le maledette bombe; ed il pranzo per il 20-20 è servito e si darà il via alla terza guerra mondiale combattuta con droni e missili ed esplosioni atomiche (speriamo di no) e chi più ne ha più ne metta: l'umanità torna all'antico delle guerre come 'sola igiene del mondo' e non ce ne importa un fico delle file infinite degli sciiti in lutto dietro le insegne funebri di Soleimani.
Qui si fa l'Occidente o si muore e il maledetto sciismo guerrafondaio e terrorista si ritiri nei suoi possedimenti storici e ci liberi dalla maledizione del terrorismo per procura o in franchising che ci attende in un mondo stupidamente globalizzato che dissemina i suoi conflitti e le sue schegge impazzite per ogni dove, con i civili inermi accoltellati per le strade delle città europee al grido rauco di 'allah u akbar'.
Civili che sono (che siamo) la prima linea di una 'guerra per procura' che ci vede attori protagonisti, ma disarmati, e con solo l'opzione militare del voto e delle urne populiste per ricacciare gli infedeli entrati di soppiatto col grimaldello del buonismo e stanziati nelle 'banlieues' nemiche delle metropoli europee. A la guerre comme a la guerre.
Atto primo, scena prima, Chi vivrà vedrà.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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