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Messaggi del 10/10/2021

Tre cuori.

Post n°1786 pubblicato il 10 Ottobre 2021 da fedechiara
 

La mia rassegna stampa domenicale ha premiato questa 'notizia' sulle altre - che giudico 'trascurabili'. Ho considerato anche le dimissioni del cancelliere Kurz in Austria, in verità, al quale auguro di poter dimostrare la sua innocenza al più presto - e sono certo che, a differenza di quella italiana, la magistratura austriaca lavorerà bene e garantirà trasparenza e punirà i colpevoli, se ce ne sono.
Ma questa del polpo con tre cuori (3 cuori!) e il suo morire dopo l'atto d'amore per eccellenza - quello che dà vita ai polpini, la sua discendenza, mi ha colpito e commosso. Cosa faremmo noi con tre cuori? Saremmo mimetici e agili e veloci negli abissi marini come lui?
Predatori lo siamo già, in verità, e tra i maggiori sul pianeta - e lo abbiamo tristemente conformato alle nostre esigenze (un intero pianeta!!) e abbiamo colonizzato perfino gli oceani con quei continenti vaganti di maledette plastiche che uccidono gli amici pesci, dei quali ci nutriamo.
E chissà che poesie nuove ne uscirebbero con tre cuori a disposizione - se già con uno solo ne abbiamo scritte a milioni, non tutte memorabili, e lo abbiamo eletto a massimo conduttore di emozioni che disputa la supremazia all'aggrovigliato cervello (di cui molti fanno a meno e lo consegnano all'ammasso).
Con tre cuori a disposizione rischieremmo anche di creare assembramenti, assai pericolosi di questi tempi pandemici, tipo: 'sei cuori una capanna' - e con un figlio arriviamo a nove. E pensate se ci capitasse di soffrire di aritmie combinate. Con tre cuori è un casino, ne converrete.
Beh, riflettete su questa storia dei tre cuori quando ve ne nutrite e li riducete in insalata, i poveri polpi.
Una colpa in più per la nostra specie per la quale si dovrebbe istituire una Norimberga ambientale.
Adottiamo un polpo. Visto vivere là sotto è una meraviglia della natura, guardatevi i documentari dedicati.

 
 
 

La lingua delle gru e quella di Babele.

Post n°1785 pubblicato il 10 Ottobre 2021 da fedechiara
 

La lingua delle gru e quella di Babele.
E la lingua confusa delle gru rimbalza anche nel parlamento europeo dove i tromboni delle sinistre aggregate alzano alte strida contro i 'populisti/sovranisti' di quei tredici stati (su 27) che osano chiedere finanziamenti europei anche per la costruzione dei muri e dei valli di contenimento per arginare le masse di 'migranti' e i troppi clandestini commisti che quotidianamente ci provano a violare le frontiere e le leggi e i regolamenti dell'Unione.
Leggi e regolamenti europei e/o nazionali dei quali sembrano non tenere alcun conto proprio le aquile parlamentari che 'volano alto' (sic) e lanciano le loro acute strida contro i soldati della 'fortezza Europa' in difficoltà sugli spalti - noncurando il fatto che, fino a ieri, si raccomandava agli stati membri una maggiore incisività nei respingimenti dei non aventi diritto all'accoglienza, che tanto ci costa in termini di uomini preposti nelle commissioni e di denaro comunitario stanziato per i difficilissimi rimpatri.
E in tanta confusione di idiomi comunitari contrapposti - che quelli della torre di Babele ci invidiano – emerge sopra tutti il dato dei numeri impazziti degli assedianti, che si sono giocati tutto nella fuga dal paese di provenienza e hanno distrutto i documenti come usa e non sono disposti a smettere l'assedio alla fortezza.
Qualche varco si troverà, prima o poi – e il varco maggiore e il lato della fortezza meno difeso è quello dove gli assediati buonisti e rivoltosi daranno una mano ad aprire le porte e addio alle armi e 'si salvi chi può' di una Europa spaventosa a vedersi nelle sue periferie urbane ridotte ad enclaves fuori controllo e dove vige di fatto la sharia, come ben ci illustravano i giornali nel biennio disgraziato 2015/16 degli attentati a Charlie Hebdo e al Bataclan - e il Belgio del famigerato quartiere di Moellenbeck dove la polizia fatica(va) a mettere piede per andare a scovare i covi degli assassini.
Andate nelle emeroteche virtuali su internet e rileggetevi gli articoli dedicati perché la memoria è fragile, ahinoi, e non è un bel sentire il dare aria alla bocca dei partigiani di una accoglienza no limits con quella loro confusa lingua di Babele.

 
 
 
 
 

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