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Messaggi del 04/09/2022

I telegiornali, i razionamenti e il coprifuoco

Post n°2214 pubblicato il 04 Settembre 2022 da fedechiara
 

I telegiornali - come per la pandemia di Covid- si fanno acritica cassa di risonanza del dramma ultimo che ci ha colpito: la guerra per procura Nato in Ucraina. E nessuna analisi in cronaca delle cause prime di quella guerra - da cui scaturirebbe il rimedio del tornare quatti quatti sui propri passi - la coda fra le gambe - ed adottare un profilo politico basso e patteggiare con la Russia un progressivo ritorno ai commerci energetici che sappiamo vitali ed esiziali per le economie di Europa.
Come per le pazzie più dure a guarire e refrattarie ad ogni farmaco le direzioni dei tiggi e gli ubbidienti telegiornalisti in video continuano a propinarci le istruzioni demenziali sui prossimi coprifuoco nelle città e nei paesi, dacché l'illuminazione pubblica si spegnerà e si girerà con le pile in mano e la bomboletta del peperoncino nell'altra per parare le inevitabili aggressioni, estote parati. E, naturalmente, Zelensky in maglietta militare si mostra al convegno degli imprenditori a rassicurare che l'Ucraina fornirà ben l'otto per cento di energia all'amica Italia. Peccato che la sua mega centrale nucleare che la produce sia in mani russe e lo resterà per i prossimi decenni. E resta da stabilire chi andrà per le case degli italiani a verificare e a bloccare i termostati sui 15/17 gradi necessari a passare l'inverno più triste delle vostre vite - già disgraziate per via degli anni horribili 2020/22. Ma vi è da credere che gli uomini di m...a che vi promettono prossimi paradisi e fierezze di resistenti solidali ai nazistoni Azov non se la passeranno così male, grazie ai prodigiosi stipendi che paghiamo loro sull' unghia e le pensioni ai parenti e i vitalizi.


Programmati i prossimi razionamenti. Buio serale per le strade e le piazze (per favorire aggressioni?) e 15 gradi massimi nelle abitazioni. Un sentito grazie ai filo Nato e filo sanzioni. Votateli.
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Viaggi di notte.

Post n°2213 pubblicato il 04 Settembre 2022 da fedechiara
 

Quel viaggio al termine della notte dell'islam  - 04 settembre 2015
Venezia, pur se estenuata pel troppo caldo di quest'estate segnata dal troppo di tutto: uccelli, cani, turisti, migranti - e le polemiche conseguenti sulla misericordia, dovuta secondo alcuni, ma quasi tutte fuori bersaglio -, Venezia, dicevo, sa riservare le sorprese che incantano all'ora del crepuscolo che raduna il 'troppo' della truppa intorno alle mense imbandite e libera finalmente le calli e le fondamenta e le regala agli sguardi attenti dell'osservatore curioso.
E, ieri sera, la facciata dell'antico 'mulino Stucky', oggi hotel Hilton, era avvolta da una nebbia di luce azzurrina e scritte luminose vaganti sulla facciata disegnavano misteriosi messaggi cripto artistici e una folla di partecipanti all'evento si muoveva sulla fondamenta antistante anch'essa avvolta di luce - e la cuspide della torre quei giochi di luce riprendeva in chiaro e li proiettava sullo specchio del cielo crepuscolare nero di nubi.
E, ai piedi del ponte che interseca il canale di san Trovaso, un vecchio inglese stava in piedi sopra una cassetta di birra rovesciata e recitava un suo poema con enfasi di consumato attore rivolto verso l'isola della Giudecca. Oppure lanciava invettive contro chi sa chi e cosa, o pronunciava un j'accuse politico - come fanno quelli che salgono sul piedistallo dello 'speakers corner' a Londra e danno fiato alla lingua per troppo tempo repressa. O, forse, quello strano vecchio - che aveva alle spalle due testimoni muti e attenti e rispettosi dell'ode di quell'attore improvvisato (e, a suo modo, poetico) - alla fine della recitazione avrebbe tirato fuori da una sua borsa la cassetta delle ceneri della moglie o del padre e le avrebbe sparse al vento e sulle acque del canale, ma non ho assistito alla fine e mi sono allontanato da quel gruppo di 'strani' su muta istanza della giovane che si girava a guardarmi e sembrava impetrare discrezione e rispetto. Misteri di Venezia e delle sue storie 'strane'.
E, tornando verso casa, all'incrocio di un campiello, nella vetrina di una libreria, figurava in bella evidenza il titolo di un libro di autore arabo o mediorientale: 'Viaggio al termine dell'Islam'. Parafrasi di quel magistrale 'Viaggio al termine della notte' di Celine, libro di culto di molte generazioni di lettori. E mi veniva in mente il calembour 'La notte dell'islam', ma non il possibile, auspicato, termine di quest'infinito viaggio che viviamo in cronaca: di milioni di siriani in marcia e un intero paese cancellato dalla Storia e un califfato in rapida crescita ed espansione e un terrorismo islamico dilagante per ogni dove e che riempirà di morti ammazzati il nostro futuro prossimo di europei e occidentali. Non, certo, un bel viaggio.
E l'utopia che il maledetto islam degli assassini terroristi volga finalmente al termine, come auspica il titolo di quel libro, è generosa, ma, come per tutti i medioevi di ritorno, è un viaggio che comprenderà molte, troppe generazioni e spargerà i suoi veleni e scatenerà le sue guerre e i suoi pogroms. Chi vivrà vedrà.
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