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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 27/01/2023
Mi è stata regalata l'opera omnia di P.P. Pasolini, ma non mi riesce di andare oltre le poche pagine di ogni singola opera. So qual'è la ragione. Pasolini mi sta(va) antipatico come persona. Non mi piaceva la sua voce e il suo viso quadrato e la bocca sottile, non mi piacevano le cose che diceva nel corso delle troppe interviste che lo osannavano. Se lo conosci lo eviti – e più ne seguivo (ieri, su raiscuola) il compendio della vita e delle opere e l'esegesi entusiasta dei critici, più mi confermavo nel mio respingimento. Era scrittore e regista e giornalista debordante, assordante, provocatorio per partito preso, logorroico e impoetico – ad onta dei molti che si ostinano a raccomandarcelo quale 'poeta'. Nel migliore dei casi era un 'anti poeta' dei suoi tempi grami. Tempi che, a suo dire, fagocitavano, senza metabolizzarle, le culture ataviche dei 'semplici e puri' e vomitavano piccoli borghesi inespressivi a iosa. Rifiutava il presente e il divenire dei tempi che lo hanno ospitato: una Cassandra che descrive compulsivamente la catastrofe del vivere associati e non offre uno spiraglio alla speranza. Eppure viviamo e ci trasformiamo e produciamo cultura e mettiamo al mondo figli. Fin troppi: otto miliardi, ahinoi. E ci prospettiamo le 'magnifiche sorti e progressive', malgrado le guerre e le carestie e le migrazioni senza speranza dei 'salvataggi in mare'. 'Nei tempi bui si canterà?' scriveva B. Brecht. E si rispondeva, con tetragona semplicità e tedesco buon senso: 'Si canterà. Dei tempi bui.' E A. Camus ci offriva uno spiraglio di consolazione, descrivendo la sua metaforica 'Peste', e metteva in bocca al medico Rieux la famosa frase: ' (…) ciò che notiamo nel corso delle calamità: che ci sono più cose da ammirare, nel mondo degli uomini e delle donne, di cose da disprezzare.' La critica del vivente non può salire sul pulpito ogni giorno che dio manda in Terra, come accadeva a Pasolini, invitato a scrivere sul Corriere della sera, e maledire e ognora additare al ludibrio perché rischia di rifilarci i Savonarola post moderni. Dante era la sua ispirazione, dicono gli esegeti, un poeta civile dell'Italia nel suo faticosissimo farsi e micidiale dividersi in micro fazioni l'una contro l'altra armata, un politico prestato alla poesia che infiggeva nella mer.. dei gironi infernali i protagonisti del suo tempo. E Dante ci ha consegnato l'Inferno in terra, un monumento poetico e civile, è ben vero, ma almeno è andato oltre. Ha prospettato un Purgatorio e un Limbo, luoghi della consolazione auspicata e si è sforzato, senza troppo successo, di descriverci un Paradiso possibile. E chissà che direbbe il Pier Paolo di questi nostri tempi presenti, se sarebbe alfiere degli lgbtqrst o se il troppo di osanna e di politicamente corretto che riserviamo a quei dessi e alle loro 'parate dell'orgoglio omosessuale' lo disturberebbe e ci offrirebbe una diversa chiave di lettura sociologica e politica. Ogni giorno (e tempo) ha la sua pena, è ben vero, ma, suvvia, diamoci un tono, usiamo dei molti strumenti della presente cultura piccolo borghese trionfante che ci ha fagocitato ed ha prodotto i temibili 'leoni da tastiera' e lanciamo i cuori oltre l'ostacolo. C'è Sanremo all'orizzonte. Exultate, iubilate. Forse Amadeus l'avrebbe invitato all'Ariston (il Pasolini), ma dopo Zelensky, bensintende.
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Inviato da: fedechiara
il 25/02/2023 alle 12:01
Inviato da: Vince198
il 25/02/2023 alle 08:36
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 19/02/2023 alle 13:14
Inviato da: fedechiara
il 19/02/2023 alle 12:53
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 19/02/2023 alle 12:32