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Messaggi del 18/01/2025

Il gioco della Storia - 18 gennaio 2018

Post n°3465 pubblicato il 18 Gennaio 2025 da fedechiara
 


Mi piacerebbe vedere dal vivo una performance di quella tale, la 'anchorwoman' coreana vestita di rosa che recita quotidianamente in video e in voce gutturale l'apologia e la laude entusiasta e comicamente sfrenata al suo leader 'rocketman' Kim-il-breve.
E' una delle tante 'comiche' che ci vengono dalla realtà illustrata in televisione e, decenni fa, ci venne mostrata quella del Grande Leader Mao Dse Dong che traversava a nuoto il fiume Azzurro, ma ricordo anche una nostra telegiornalista del tg2 innamorata di D'Alema che si meritò una impagabile caricatura in un programma di intrattenimento gestito dalla Dandini.
E mi piacerebbe, in un gioco virtuale creato ad hoc, provare a dare rappresentazione e voce a una 'anchorwomen' del XVIIsimo secolo che commentasse in video e in voce -con le inevitabili censure- gli eventi accaduti di fresco alla corte di Enrico VIII in seguito al suo divorzio da Caterina d'Aragona e il matrimonio osteggiato con Anna Bolena che, si dice, fu causa dello scisma d'Inghilterra e origine di tutti i mali e le guerre conseguenti ben gestite peraltro, con alterna fortuna, da Elisabetta la Grande (o la Bastarda, secondo che si parteggi per lei o per Maria Tudor, detta la Sanguinaria, che la precedette sul trono).
E il gioco virtuale della Storia ci dice che anche la presente Storia in cui viviamo immersi è fitta di avvenimenti tragici e comici insieme – come l'ultimo: di una minaccia nucleare ultima scorsa che si trasforma oggi, per chissà che segrete vie diplomatiche e piani segreti di Kim rocketman in una riappacificazione con il nemico di sempre, la Corea del sud, e in una comune partecipazione ai Giochi Invernali – con buona pace di Francesco che paventa una prossima guerra nucleare ormai sgonfia di motivazioni e i generali del 'think tank' di Donald Trump spiazzati e che non sanno più che pesci pigliare nel mar cinese settentrionale.
Che meraviglioso e drammatico gioco è la Storia!
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

La guerra dei Cent'anni.

Post n°3464 pubblicato il 18 Gennaio 2025 da fedechiara
 

La guerra dei Cent'anni.

Lo so che siete (quasi) tutti disincantati e sapete in cuor vostro (il cuore tradisce di rado) che la fragile tregua che inizierà domani nella striscia di Gaza – un inferno in Terra anche prima che iniziasse la risposta militare di Israele in seguito al massacro atroce del 07 ottobre 2023 – sarà una tregua di breve respiro.
E basterà che sia a tutti evidente che la parte maggiore degli ostaggi (una pratica odiosa di guerra pretesa dei maledetti terroristi assassini) sarà riconsegnata in un bara per fare insorgere lo sdegno e la rabbia degli israeliani e far ripartire con maggior lena la guerra e il massacro di civili che consegue alle orribili strategie di guerra degli assassini terroristi - che i civili li usano quale 'scudo umano' alle loro vite brevi e infamate e maledette dall'odio atavico.
Ed è una guerra 'dei Cent'anni' questa di un Medio Oriente che è crocevia di conflitti infiniti – a volte sospesi per anni, ma la guerra sempre sotto evidente traccia dello scontro epocale tra l'Islam guerriero per vocazione e religione e l'Occidente vittorioso a prescindere perché storico padrone della tecnica e degli armamenti sempre più sofisticati e distruttivi.
Ed è una lotta 'fino all'ultimo uomo ebreo', come giurano i morituri palestinesi prima di avvolgersi il capo con la divisa di guerra che ne nasconde vanamente i volti, ma hanno perfetta coscienza che le armi dei nemici storici li spediranno presto nel paradiso dei guerrieri vocati alla Jihad - ed è solo il numero strabocchevole dei martiri, un intero popolo, a far aggio sulla padronanza della tecnica bellica degli israeliani che ci consegna, impietoso, il numero dei morti quotidiani sotto i bombardamenti, civili e combattenti stretti in un patto mortale.

1916-2016: come cambia il medio oriente a cent'anni da sykes-picot - Enciclopedia - Treccani
TRECCANI.IT
1916-2016: come cambia il medio oriente a cent'anni da sykes-picot - Enciclopedia - Treccani

 
 
 

Traslochi. (18 gennaio 2017)

Post n°3463 pubblicato il 18 Gennaio 2025 da fedechiara
 

E, non diversamente da un archeologo al lavoro sul campo, estraggo dal fondo dei cassetti gli oggetti dimenticati e 'in sonno' e li valuto per il peso e l'ingombro e l'inutilità prossima e futura – eppure li ho identificati e comperati per un uso che il tempo ha cancellato e sono stati relegati in seconda e terza fila nei polverosi scaffali e lì dimenticati, non diversamente dalle nostre vite in quest'era senile crudele in cui ci addentriamo sospettosi e rabbiosi e incerti, - ma non era da meno, nel suo farsi e definirsi, l'era lontana della giovinezza e dell'età adulta e solo la forza dei muscoli e dei tendini e dei nervi ci accompagnava nelle imprese quotidiane e ci diceva guerrieri vincenti.

E l'archeologia domestica degli scatoloni e degli scaffali finalmente vuoti e pronti per il passaggio di mano a qualche sconosciuto usufruitore ti rimanda, nel correre dei pensieri oziosi, a tutta l'archeologia sociale e politica dei giornali che leggi distrattamente mentre ne avviluppi gli oggetti più fragili.
Epopee di carta e parole in cui abbiamo vissuto e combattuto battaglie di avanguardia e di retroguardia e mi passano davanti agli occhi Craxi e i craxiani e i 'favolosi' Ottanta della Milano da bere e da cantarne i peana dei socialisti ambrosiani arrembanti sugli altari di Montecitorio, ma poi nella polvere dei 'mariuoli' di Mario Chiesa e del Pio albergo Trivulzio.
E, ancora, lo tsunami di 'Mani Pulite' - che sembrava consegnarci il trofeo ambitissimo di una vittoria contro la corruzione dilagante nella prima repubblica, ma oggi siamo ancora lì nei pressi: corrotti e corrompibili alla terza e quarta crociata perché è una fede, quella del rubare e malversare nella cosa pubblica, e una religione da cui mai riusciremo a congedarci, diversamente da questo mio riempire scatoloni e sacchi e valigie e cercare invano un riconoscimento e una identità del passato che sempre più ci guarda con occhi vitrei e distanti.
E non siamo più quelli che siamo stati e viviamo vite a compartimenti stagni e mostriamo le 'spalle al futuro' perché apparteniamo ad ogni presente che si fa subito passato e 'paesaggio nella nebbia' come nel film di Anghelopous - che narrava di bambini sperduti e di storie patrie brumose e che 'non macinano più', come tutta l'acqua che è 'passata sotto i ponti' delle nostre vite e trascina seco i sedimenti dei monti che abbiamo scalato e della terra che abbiamo calpestato e ci ricoprirà, prima o poi. Parce sepulto.

 
 
 
 
 

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