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Ogni cosa al suo posto.

Post n°3466 pubblicato il 19 Gennaio 2025 da fedechiara
 

Ogni cosa al suo posto. La fatica di Sisifo.
Rainews24 ha dedicato l'apertura del mattino a 'The Donald – Il Ritorno'.
Titolo che echeggia un western di molte pistole fumanti e impiccagioni all'alba (chissà perché quelle levatacce dei boia e dei prigionieri, forse per togliere loro, crudelmente, l'illusione di poter vedere la luce di un nuovo giorno).
Ma quel titolo echeggia anche gli incubi, tipo 'A volte ritornano' – e non vi è dubbio che tale sia il nuovo presidente americano per i queruli manifestanti 'contro' che, nelle interviste che seguono, viene dipinto come un manigoldo/farabutto della peggior feccia, un fascistone d'antan, un boia di poveri cristi che Esso/Lui vuole rimpatriare a viva forza, i criminali in primis, - l'intendenza degli irregolari nascosti nei tuguri metropolitani seguirà a mucchi e quintali.
E a nessuno degli intervistati che evocano gli sfracelli dei fascismi trascorsi e l'abisso di un ritorno a quei nefasti pre bellici viene in mente che ciò a cui assistiamo è, invece, un disperato tentativo di uno sceriffo politico (eletto dal popolo) di metter ordine al disordine globale delle distruttive migrazioni dei popoli a centinaia di migliaia ogni giorno: uno sciamare come di fameliche formiche, un trasvolare minacciosissimo di nugoli di locuste che oscurano l'orizzonte di futuro e l'ordinato sviluppo urbano e delle economie occidentali sempre fragili e ballerine sul proscenio delle cronache.
Vedi la marcia fino alla frontiera con il Messico di qualche anno fa di un esercito di migranti ecuadoregni e guatemaltechi ai quali una Kamala Harris in gramaglie si costrinse a dire apostolicamente: 'Tornate a casa'. Chi c'è c'è e non vogliamo aggiungerne altri che ci costano un patrimonio di assistenza/accoglienza e ce li ritroviamo poi citati nella cronaca nera e nelle carceri. Vedi le statistiche relative.
E a nessuno del disastrato popolo dei 'dem' con annessi attoroni e giornalisti buonisti (un tanto al chilo) parve quella di Kamala una espressione 'fascista' e degna di una manifestazione 'contro'. Forse perché si ebbe l'accortezza di farla pronunciare ad una figlia di immigrati di lontana generazione e riuscito accasamento. Il 'sogno americano'.
Per la cronaca: a casa e ai villaggi di origine sono tornati e molti politici dem e lo stesso Biden tirarono un sospiro di sollievo.
E invece di un fascismo di ritorno – è appena il caso di far notare – The Donald si appresta a fermare con mezzi adeguati (e non è detto che gli riesca l'immensa fatica di Sisifo) il 'troppo che stroppia' delle tristi cronache del mitico e sempre conflittuale melting pot americano.
E torna, al posto dell'avvilente 'woke' post moderno, l'antico e più maneggiabile 'ogni cosa (e persona) al suo posto' dei padri e dei nonni.
E noi speriamo che ce la caviamo, noi populisti per necessità e per disastro sociale epocale trasmesso in tivù ad ogni trascorrere di telegiornale da decenni a questa parte, con cronache quotidiane di stazioni-accampamento e di case occupate nelle oscene periferie urbane e di stupri e accoltellamenti di bande di nuovi arrivati con barchini e barconi in questo disgraziato paese-mondo in cui nulla sembra rispondere ad un minimo criterio di vivibilità e di sereno vivere associati e in pace.
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