Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 26/01/2025

Clave mediatiche e vasti oceani.

Post n°3473 pubblicato il 26 Gennaio 2025 da fedechiara
 

Viviamo immersi in un 'oceano di stronzate' – come dice il direttore della rete televisiva che, nel film 'Eroe per caso', ha spedito la bella reporter Geena Davis a farsi salvare dal protagonista maschile nel corso di un incidente aereo. Ed aggiunge che un tal numero di str...... neanche un presidente degli Stati Uniti in un suo discorso alla nazione riesce a collezionarne in quel numero.
Per inciso il presidente allora in carica (1992) era il beneamato Bill, marito fedifrago della più nota Hillary.
E ieri chiosavamo (plurale maiestatis) sul fatto che le sentenze che si pronunciano 'in nome del popolo italiano' usano di quella vuota formula retorica a sproposito perché ben poche sono le sentenze che il popolo approverebbe a maggioranza di votanti e direbbe condivisibili in caso di referendum nel merito. Ne consegue la presente Babele delle lingue confuse sulla 'giustizia giusta' (sic) e sui magistrati 'super partes' e 'rispettosi delle leggi' (triplo sic e due 'bleahhh').
Ma quando mai. Vedi il clamoroso outing di ieri dei magistrati politicizzati che sciamavano fuori dalle aule stiracchiando la Costituzione pro domo loro ed usandola quale vergognosa clava mediatica contro il presente governo ed il ministro incaricato.
E, sempre ieri, il Padre Santo ci mandava a dire, in un discorso rivolto ai giornalisti, che coloro che stanno troppo sui social rischiano il cervello putrefatto. Papale papale.
Francesco, di quando in quando, scivola vistosamente nel suo appagante approccio con i media – come quella volta che, a corpi ancora caldi dei morti ammazzati nella redazione di Charlie Hebdo, parlava di 'un pugno' che anche lui vorrebbe sferrare sul volto di 'chi ci offende la madre'. Santa madre chiesa, che in tempi meno confusi e padri santi al seguito predicava di 'perdonare sette volte sette.
Vabbè. Gli oceani sono dei gran contenitori di un po' di tutto, in effetti ('Com'è profondo il mare, cantava Lucio) – compresa la grande schifezza delle plastiche vaganti alla deriva a cui non sappiamo opporre salutare rimedio e passeranno in accomandita semplice ai posteri.
Tocca sopportare.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

La guerra è bella...

Post n°3472 pubblicato il 26 Gennaio 2025 da fedechiara
 

La bella guerra che canteremo a nostra volta. 22 gennaio 2022
Mi manca l'esperienza della guerra. Come generazione del mitico '49 (eredi noi di quella del 1918 sul Piave), tra le altre belle cose, oggi mitiche, tipo: 'il posto fisso', 'la casa di proprietà', 'la pensione' (spesso 'anticipata', olè!) abbiamo dribblato bravamente la guerra.
Non ogni guerra, bensintende.
Abbiamo assistito, e seguito appassionatamente e parteggiato (beata gioventù), alla 'guerra dei sei giorni' in Israele – che ha steso e messo a tacere i queruli 'paesi arabi' armati di schioppetti a palla singola - e alle guerricciole di confine sul Kashmir tra due grandi potenze asiatiche (entrambe con l'atomica in saccoccia) e alle guerre eritree e alle varie e diverse scaramucce e/o guerre civili africane – continente oscuro, osceno cuore di tenebra degli impuniti Al Shabab e Al Qaeda, che a tutt'oggi ci spedisce i suoi figli fuggiaschi, malati di guerra e violenza, per il tramite dell'immondo commercio di vite umane dei 'barconi'.
E che la guerra sia una sorta di strana 'igiene del mondo' ce lo conferma il risorgere a grandi balzi e picchi delle economie, dopo gli anni feroci del conflitto bellico, e perfino una dolcissima canzone ci fa presente che 'la guerra è bella anche se fa male / e torneremo ancora a cantare... - che ancora aspetto di incontrarne l'autore per chiedergli: 'In che senso, scusa?'
E consiglio a tutti di rivedere quel bel film della mia giovinezza di uomo sinistro: 'Come imparai ad amare la bomba...' di quel genio cinematografico assoluto di Stanley, il regista del destino ultimo nostro dei viaggi spaziali organizzati 'in socia' con gli ex nemici russi – correva l'anno 2001 di una nuova Odissea gassosa.
E converrete con me che la guerra è una 'botta di vita', in tutti i sensi, fino alla pallottola fatale e/o esplosione atomica che tutto fonde delle nostre fragili carni in una immensa bolla di calore/furore – e chissà che meravigliose 'lettere dal fronte' vi avrei scritto, impantanato nel fango e nelle nevi delle trincee austro-ungariche, a dirvi del commovente stellato fisso del Grande Carro sopra il Lagazuoi – poi mozzato dalla immensa mina sotterranea dei genieri austriaci.
E, forse, chissà, in finale di partita e prima di chiudere gli occhi per sempre, mi verrà rappresentata in video e in voce un'altra guerra fatale – quella tra gli storici nemici di sempre: comunisti versus maccartisti (ben poco 'liberals') – nella versione post moderna del teatro dei pupi siciliani: Putin-l'Atroce-Dittatore contro Biden-il-Sonnachioso.
E non è detto che vinca il primo, con tutte le sue atomiche e i gasdotti chiusi per ripicca, perché il secondo, in realtà, ha studiato coi suoi generali del Pentagono le tattiche dei condottieri romani – che portavano la guerra in Spagna con pochi uomini veterani mentre le legioni di nuovo conio barbaro venivano falcidiate a Canne; ma poi venne Scipione l'Africano a sistemare definitivamente le cose e tornò la pax romana.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e natura

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Fato e dintorni.

Post n°3471 pubblicato il 26 Gennaio 2025 da fedechiara
 

Vae victis. - 22 gennaio 2023
Abbiamo riesumato il Fato. Il Fato è quella cosa da tutti maledetta per la quale 'se una cosa - spesso la peggiore delle predicibili - deve avvenire avverrà'.
Qualcosa come la stramaledetta 'legge di Murphy', per intenderci. Tipo: l'avvento di quella tendenza musicale orripilante e oscena a vedersi e udirsi che chiamano 'il rap' – con il corollario di distici uno più demenziale dell'altro intesi a 'èpater le bourgeois' post moderni che siamo diventati, e chiediamo requie e auspichiamo l'avvento di una musicalità nuova e soave con in testa i Jalisse, per dirne una.
E non c'è davvero niente che si possa fare contro il Fato, lo sapete. Perfino Achille se l'è presa in quel posto (la freccia sul tallone) e, malgrado le divine ascendenze, se n'è ito tra le ombre dell'Ade a dire ad Ulisse che è meglio fare il giardiniere o il barista in discoteca piuttosto che passeggiare h24 (che palle!) tra i fumi dell'Oltretomba.
E un'altra delle tremende cose che il Fato ci ammannisce, in questo scorcio di millennio horribilis in cui siamo precipitati – che ci sembra un culo di sacco quantistico che solo l'olocausto termonucleare saprà far esplodere come il plasma infuocato di un orribile big bang di ritorno – è la guerra per procura Nato che combattono i nazistoni Azov ucraini alle frontiere della Russia, armati e foraggiati dagli Stranamore del Pentagono e da Biden-Lo-Svanito e dai paesi europei filo Nato succubi di quelli che, in privato, si mettono le mani sui capelli ad ogni nuova richiesta di carri armati e missili perché, lo capisce anche un bambino un filo tardo, più armi spediamo, più alimentiamo il fuoco nella fornace della guerra, maggiori orrori bellici ne conseguiranno in risposta.
E, novelli Faust pasticcioni che 'non sanno più fermare quelle Furie che essi stessi hanno evocato', ci siamo chiusi la porta alle spalle di ogni possibile trattativa di pace prossima ventura e prevale la nefasta logica del nemico a prescindere: di quella Russia che pure esportava alta letteratura e musica e le altre arti e aveva lucrosi commerci economici e finanziari con l'Occidente, prima che un team di folli Stranamore di oltre oceano decidesse di stringerla d'assedio Nato tutt'intorno - e la provocasse fino al punto da farla entrare in guerra con il fastidioso vicino dalla dubbia e opinabile virtù democratica.
Ma tant'è, gli dei della guerra e il Fato, - maledetto iddio dalla sacca piena del pus di ogni umana nequizia – hanno deciso che 'Troia deve cadere', e i Troiani siamo tutti noi viventi, sacrificati nel fuoco atomico prossimo venturo degli Achei-Stranamore.
Mancano 90 minuti, dicono gli studiosi delle scienze probabilistiche, all'Apocalisse dello scoppio delle bombe termonucleari, i fatidici novanta minuti della fine dell'umanità. Preparate gli sms di amore eterno che spedirete a chi amate nel momento fatale, come fecero quelli delle Twin Towers prima di gettarsi all'ingiù a capofitto.
Il dado è tratto, vae victis.

Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba - Wikipedia
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Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba - WikipediaIl dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba - Wikipedia

 
 
 
 
 

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