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Messaggi del 17/03/2025

Come ci sogniamo.

Post n°3541 pubblicato il 17 Marzo 2025 da fedechiara
 

Come vi sogniamo. 17 marzo 2014
A un fotografo capita di visitare un manicomio abbandonato e scopre un florilegio di disegni che illustrano i pensieri segreti e le aspirazioni al coniugio di quei poveri cristi che vi trapassarono, dopo una 'vita da cani' reclusi e dolori e sospiri da far impallidire lo 'stridor di denti' dell'Inferno dantesco.
E la donna che quei matti raffiguravano sui muri non è molto diversa da quella che immaginiamo e sogniamo noi 'sani': un po' santa e un po' puttana – per dire delle due polarità estreme che hanno riempito la letteratura di ogni tempo e luogo e le nostre stesse vite. Maddalena redenta e Beatrice da un lato e il ghigno laido delle prostitute dei quadri di Bosch dall'altro - e Isotta ed Elisa versus le postmoderne e gaglioffe Cicciolina e Moana di questi nostri giorni avvilenti e noi incapaci di 'uscire a riveder le stelle'.
E, notizia in parallelo, il giornalista incaricato delle pagine culturali ci fa notare come ad Amsterdam e in Germania l'industria della prostituzione sia ormai un business di tale grandezza - e legalizzato e tributario fiscale – da far impallidire altri storici commerci in forte affanno da 'crisi globale' e di come, passato il valico di Tarvisio, un sindaco austriaco abbia pensato bene di fare affari d'oro aprendo e benedicendo un bordello dedicato a quegli impenitenti puttanieri che sono gli italiani. E, fuori dell'edificio dove si consumano e si avviliscono commercialmente le segrete pulsioni dei matti di cui sopra, si vedono famiglie con bambini che 'vanno in visita' gioiosamente beota al luogo del meretricio organizzato.
Ma cosa aspettarci di diverso da un popolo le cui menti sono state avvelenate da anni di exempla berlusconiani in cui la 'professione più antica del mondo' faceva premio di seggi parlamentari e consigli regionali e 'dame bianche' e 'nipotine di mubarak' e le olgettine a libro paga permanente del noto 'satrapo de noantri' affetto da candidosi europea?

 
 
 

Lettere dal fronte. L'Europa in guerra.

Post n°3540 pubblicato il 17 Marzo 2025 da fedechiara
 

Lettere dal fronte. Chi per la patria muor...
La notizia (nuova) di oggi è che non ci sono notizie, bensì rimasticature. Non andate dal giornalaio.
Una 'notizia', invece, l'ho orecchiata alla tivù, ma, data l'ora antelucana, mi si è registrata nel cervelletto quale residuo onirico e filamento di incubo bellicista.
Pare che gli infiammati filo Nato degli armamenti e soldi a perdere all'Ucraina vogliano ripristinare la leva militare per racimolare qualche futuro coscritto a perdere – la nota 'carne da cannone' - e, udite, udite, perfino il popolo di destra si sia detto favorevole alla cosa con sondaggi bulgari.
Ma si può essere più frastornati di così? Meglio: si può frastornare la pubblica opinione in un tal modo vigliacco e odioso e smaccatamente filo riarmo europeo da tre droni un soldo (in realtà un drone e tutto quel che gli va dietro costano mooooolto di più)?
Se un tale quesito fosse stato posto un lustro fa, prima della partenza della nave dei folli filo Ucraina dell' 'armiamoci e partite' con tripudio e osanna delle sedicenti democrazie degli scranni parlamentari di Bruxelles, l'avrei capito anche se non condiviso.
C'è una scuola di pensiero (pensiero?) che ci rappresenta il servizio militare come una scuola di vita che 'forma il carattere' (sic). La maggior parte di coloro che esprimono un tale concetto non è mai stata chiusa in una caserma per mesi a marciare e ripetere 'sissignore' 'nossignore' a dei graduati dall'espressione lombrosianamente poco raccomandabile.
Sarà perché io sono fermo all'osservazione che l'obbedienza non è sempre una virtù, ma ho vissuto quei diciotto mesi di 'servizio militare' come un incubo che tuttora mi perseguita - e la caserma quale girone infernale fitto di satanassi dove si cucina la broda diabolica del soldato che va alla guerra, obbediente ai suoi generali ed ai politici che li comandano al fronte. Guerra, guerra, guerra. E la patria di ieri rivestita dei panni ucraini dell'Europa stolida di oggi. Seguiranno le medaglie al valore spedite alle famiglie orfane dei figli.
Chi per la patria muor vissuto è assai, era lo slogan dei vituperati confini.
Visitate i sacrari – che sempre sono vuoti di visitatori attenti che si provano ad immaginare vivi quei nomi e cognomi a migliaia e rivestirli di carne ed ossa e tendini e nervi ed ascoltarli recitare le loro terribili 'lettere dal fronte'.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone

 
 
 

Il peggio di Europa.

Post n°3539 pubblicato il 17 Marzo 2025 da fedechiara

Quel peggio che mai muore. 17/03/2022
L'isteria giornalistica concentrata sulle bombe e sulla necessità di sollecitare il pietismo universale sulle sorti dell'eroico paese che resiste all'orco russo – clamorose le notizie fake de la Stampa che toppa in prima pagina, scambiando una carneficina di parte ucraina nel Donestk con una di parte russa – trascura di documentarci sulle cose italiane: una più avvilente dell'altra.
Lo s-governo dei peggiori. Nessuno escluso. Tanto che fatichiamo a capire il senso del pubblicare i sondaggi di gradimento politico perché il rancore sordo della gente è ben oltre il suo massimo storico e sarà grasso che cola un trenta per cento di elettori alle urne alle prossime elezioni.
Sempre 'la Stampa' – un giornale ormai appallottolato a valle tra i detriti di una pietosa china 'giornalistica'; su 'Repubblica' da molto tempo più non solleviamo il pietoso sipario – ci informa che il povero Draghi soffre di una interna sofferenza, poverino, ben leggibile in viso: per aver dovuto portare le spese della Difesa (armi ed altro di turpe) a 40 miliardi.
15 miliardi, aggiunti ai 25 di ieri di bilancio pubblico, buttati in follia bellica mentre il paese annaspa tra inflazione al picco massimo e le bollette stratosferiche e la benzina alle stelle.
E l'esodo ucraino si somma a quello africano e asiatico nel migliore dei mondi possibili. Il peggio che mai non muore.
Alla via così e facciamoci del male. Quando già credevamo di aver toccato il fondo, cominciamo a scavare. Una fossa, a quanto pare, e il dubbio è quale cadavere politico la riempirà.
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