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Messaggi del 25/03/2025

Giudizi storici controversi.

Post n°3556 pubblicato il 25 Marzo 2025 da fedechiara
 

Del temporeggiare e affinare il giudizio. 25 marzo 2023
A qualcuno tra voi è ben nota l'espressione 'A nemico che fugge ponti d'oro.'
Ma qualcosa, dalle parti di 'via Rasella', è andato storto e quei capi partigiani decisero che fosse più conveniente alla causa della Liberazione portare a termine – con successo – l'azione di disturbo sul nemico in lenta ritirata e sul terreno, dicono gli storici, rimasero ben 33 soldati tedeschi.
Ma quell'azione partigiana di successo si lega, storicamente, al suo maledetto seguito di rivalsa e vendetta degli ufficiali tedeschi che avevano in pugno la capitale ed ecco, di lì a poco, la 'strage delle Fosse Ardeatine' – risposta durissima e spaventosa del tedesco incattivito per la sconfitta che decise la rappresaglia di '10 italiani per ogni tedesco ucciso'. Più cinque d'aggiunta per non farsi mancar nulla e alleggerire il carico nelle prigioni.
Ricordo un dibattito infuocato di trenta e più anni fa, che metteva il dito su tanta piaga e alcuni coraggiosi ( o sventati?) azzardarono il dubbio che forse si poteva lasciar correre, temporeggiare, dare il tempo al nemico in fuga di completare la ritirata – tanto, a sud, avanzavano le truppe festanti degli Alleati e l'esito di quella vicenda militare era segnato – lo sapevano tutti - e bastava dar 'tempo al tempo' e capitalizzare la vittoria annunciata e limitarsi a controllare le colonne in fuga e tenere i contatti con i generali americani e britannici.
Ma chissà che cosa agitava i sonni di quei capi partigiani di via Rasella e quale medaglia militare hanno inteso appuntarsi sul petto con quell'azione, da segnalare al Cln a futura memoria – e sappiamo che, quanto a coordinamento militare, la mitica Resistenza italiana aveva parecchio da imparare e c'era ruggine tra un capo partigiano e l'altro se era diverso il partito di riferimento: azionisti, democratici cristiani o comunisti.
Apriti cielo! Se oggi basta uno sternuto, anche compresso e contenuto, per sentire levarsi dagli italici petti ognora e sempre 'anti fascisti' l'inno del partigiano che tutti ci porta via (chissà dove, chissà dove), figuratevi il calor bianco del dibattere di allora – che nelle sedi del partito della fiamma troneggiavano in bella vista i busti malandrini e i gagliardetti fatali e le sedi erano presidiate notte e giorno e, di quando in quando 'ci scappava il morto' tra le opposte fazioni.
Però non ci dormo la notte al pensiero di cosa avrei deciso io in quel frangente esiziale per la storia della Repubblica. Propendo che avrei votato contro l'azione partigiana di via Rasella, sottolineando proprio i rischi di rappresaglia. Ma forse sarei stato giustiziato dai miei compagni per vigliaccheria, chissà, all'epoca non si andava tanto per il sottile.
Guardatevi Porzus, il film (o leggetevi il libro).
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La determinazione criminale di Caino.

Post n°3555 pubblicato il 25 Marzo 2025 da fedechiara

25 marzo 2021

Riflettevo sulla 'determinazione criminale', ieri sera. Che annovera eventi enormi e crudelissimi di cui ci narrano gli storici: di guerre maledette e inutili e di 'crociate' e perfino 'guerre di religione': categoria straordinaria nella lacerante contraddizione che contiene, ma che ha mietuto centinaia di migliaia di vittime nel corso della Storia – fino agli ultimi massacri della jiahd in franchising dei 'radicalizzati sul web' assassini e rinnegati cittadini europei e 'serpi in seno'.
E coloro che hanno gridato 'allah u akbar' prima di affondare i coltelli o le scuri o premuto sui grilletti e/o sull'acceleratore dei tir che hanno falciato donne e bambini sulle 'promenades' e nei mercatini di Natale delle belle città europee quale maledetta molla avevano in mente che gli reggesse lo sguardo criminale sul sangue che sgorgava dalle ferite delle loro vittime incolpevoli e lo strazio e le convulsioni dei corpi agonizzanti sotto alle ruote del tir?
E, per proprietà transitiva, riflettevo su quella cosa enorme e spaventosa che è stato l'assassinio gratuito e 'a freddo' di un tale Kabobo, qualche anno fa, che, alle quattro del mattino, se ne andava con un piccone in mano e apriva la testa di tre passanti assonnati avviati al lavoro (più tre feriti fortunosamenter scampati alla morte) - e a quello, inspiegabile, dell'altro ieri: di un ragazzo non ancora sedicenne che, nel silenzio della campagna di Mogliano, si getta addosso a una ragazza conosciuta e la accoltella, con ben venti coltellate, i due corpi distesi nella collutazione in un fosso a lato della via.
Quale determinazione criminale e pulsare di pensieri assassini agiva nella testa del giovane, nordafricano di seconda generazione, nel pedalare dietro alla sua vittima con un coltello da cucina addosso? Rubare, rapinare, pare abbia confessato agli inquirenti, ma sembra insostenibile che un ragazzotto nel pieno delle forze debba arrivare a infliggere ferite profonde con un coltellaccio per strappare lo zainetto o il tascapane di dosso a una ragazza ignara del suo incombere e zomparle addosso all'improvviso.
E non dovrebbe sembrare peregrino ad alcuno questo interrogarsi sul senso delle maledette 'determinazioni criminali' dei troppi orchi che riempiono le cronache perché è alla base della successiva serie di pensieri relativi alle auspicate 'certezze della pena', e al 'fare e avere giustizia' nonché del ponderoso corpus giuridico riassunto ne 'Dei delitti e delle pene' del Beccaria, che introduce al perdono sociale durante e dopo la pena e alla rieducazione, nelle carceri e fuori, dei detenuti assassini.
Pensieri e quesiti non meno inquietanti a fronte dei molti casi di assassini e criminali recidivi che hanno segnato e segneranno le cronache future - e ci interrogano sulla permanenza nel nostro dna e il riacutizzarsi improvviso e fatale del male atavico di cui al mito di Abele assassinato da Caino.
E Caino si aggira tuttora impunito tra noi con volto imperscrutabile e occhi vitrei mentre la sua mano, in un autobus affollato, già stringe il manico del coltello con cui sferrerà i suoi colpi contro il suo prossimo ignaro, come ci riportano le cronache impazzite di questo scorcio di milennio infame.
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Ciocche e concambi professorali.

Post n°3554 pubblicato il 25 Marzo 2025 da fedechiara
 

Ciocche e concambi professorali.

Confesso che non mi è mai piaciuto 'il professore'. Neanche quando votavo pd – e mi chiedevo se non fosse disperazione politica quel loro (dei piddini di s-governo) aver messo sul piedistallo uno che sospirava nel corso delle sue dichiarazioni ed interviste e, con tutta evidenza, necessitava di un corso di dizione e di postura istituzionale. Non dico al modo del veemente Pertini, ma almeno del risorgimentale Mattarella degli statisti di Ventotene (che una Europa bellicista e allo sbando politico forse non era nei loro sogni).
Ma come si fa a sospirare con languori e pubbliche blandizie quando presenti l'euro in tivù come la panacea di tutti i mali economici del paese Italia e, il giorno dopo la conversione 1 a 1936,27, il caffè al bar lo pagavi il doppio del prezzo? Che ancora oggi mi vien fatto di pensare che le zucchine invernali a 3 euro e 99 le paghiamo 8000 lire circa e mi si rizzano i capelli in testa.
E 30.000 un taglio di capelli maschile senza lo sciampo anche dai cinesi.

E guardo e riguardo il video della presunta tirata dei capelli alla malcapitata giornalista birbona e non è chiaro se quella del professore era, invece, una bonaria mano sulla spalla, come dice il prof in risposta al molesto 'j'accuse', o se l'indice ed il pollice galeotti stringano effettivamente una ciocca di biondi capelli – come certi professori delle medie d'antan che davano pizzicotti robusti al reprobo confuso davanti alla lavagna chiedendogli: 'Quanto fa 8 più 8, Picozzi, sentiamo, quanto hai detto che fa?'

Già. Quanto fa in lire, Professore, al cambio di 1936,27, quanto fanno gli 800 miliardi del riarmo dell'Europa, dei presenti leaders imbelli e confusi - che a Ventotene gli esimi statisti dei 'manifesti' si rivoltano nelle tombe?

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante denaro e testo

 
 
 
 
 

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