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Messaggi del 20/06/2025

La corsa dei lemmings e la legge di Murphy.

Post n°3667 pubblicato il 20 Giugno 2025 da fedechiara
 

La corsa dei lemmings e la legge di Murphy. 19 giugno 2024
Se avessi cinquant'anni di meno e tornassi sui banchi di scuola per la mia 'maturità' sceglierei per certo il tema relativo alla bomba atomica - che sta per scoppiare tra le mani di quegli stolidi leaders dell'Alleanza atlantica detta 'Nato' impegnata sul fronte ucraino, con pervicacia degna di miglior causa, a far scoppiare la terza guerra mondiale termonucleare.
Messa giù così, mi direte voi, non avrei grosse chances di 'passare la maturità', considerato che la grande maggioranza degli esaminatori sono schierati a sinistra e/o governativi ed appartengono perciò alla categoria degli 'interventisti' - bellicisti ad oltranza ciechi e sordi alle argomentazioni di chi, fin dall'inizio di questo conflitto insensato, ha cercato di imputare la vera causa dell'intervento militare della Russia alle mene politiche combinate degli Stati Uniti e della Nato e della Unione europea che hanno mandato istruttori militari ed hanno soffiato sul fuoco delle manifestazioni di popolo (fitte di nazistoni Azov) al fine di cacciare il leader filo russo regolarmente eletto e stringere un insensato assedio militare Nato giusto sui confini dell'impero russo.
Non mi stancherò mai di raccomandare la visione di quel bel documentario di Paul Moreira sull'argomento, 'Le maschere della Rivoluzione', che bene documenta l'agire e il sobillare dei 'consiglieri' americani e Nato nelle manifestazioni di popolo che hanno fatto fuggire il presidente filo russo regolarmente eletto e creato le condizioni di conflitto montante per il successivo intervento militare della Russia.
E la propaganda militare di tutti i leaders filo Nato è ottusamente onnipresente sui tiggi e sulle prime pagine dei giornali embedded all'alleato Americano Stranamore (vedetevi il film di S. Kubrik in proposito) ed è come essere stretti e sospinti nostro malgrado dentro alla massa dei lemmings delle generazioni in soprannumero che corrono compulsivamente verso l'abisso in cui troveranno morte certa.
E sarebbe stato interessante aggiungere un altro titolo ai titoli dalla maturità di quest'anno di finis terrae e vitae relativo alla maledetta 'legge di Murphy': 'Se ci sono due o più modi di fare una cosa ed uno di questi indica una possibile catastrofe finale, state certi che si verificherà.' Aggiustate sulla Nato e sull'Ucraina.
Via allo svolgimento, Pierini, diteci tutto da par vostro, per filo e per segno, della fine dell'umanità alle porte.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

 
 
 

Esodi ed abbandoni.

Post n°3666 pubblicato il 20 Giugno 2025 da fedechiara
 

Spossessamenti ed esodi biblici - 20 giugno 2015
E, da Wroclaw, capitale della Cultura europea 2016, ci giunge un messaggio-riflessione forte sugli esodi e gli abbandoni dei territori patrii e le case e le famiglie divise, partendo dai territori contesi dalla Polonia e strappati alla Germania distrutta dalla guerra – con milioni di 'profughi' spostati di qua e di là dei nuovi confini e la perdita delle case e la voragine dell'inappartenenza che si apriva dentro ai pensieri e alle anime dei cacciati e raminghi.
Che è tema sociologico e politico di indubbia rilevanza e magone ancora attivo negli animi dei nipoti a distanza di tanto tempo (vedi i nostri 'istriani' e 'dalmati' misconosciuti e lasciati a macerare per decenni tra le braccia della destra fascista), ma avremmo preferito che il collettivo di artisti di varia nazionalità che ce lo rappresenta a palazzo Donà-Brusa (campo san Polo 2177) non avesse messo nel calderone e fatto un minestrone immangiabile con l'aggiunta delle odierne migrazioni e gli 'spossessamenti' degli africani e degli altri profughi 'che ci provano' a violare i nostri confini senza avere i titoli e i necessari riconoscimenti di necessità e urgenza.
E il risultato di questa commistione indigesta di eventi storici specifici con gli avvenimenti drammatici, di ben altra natura, che ci vengono dalle cronache dei furbi migranti che si mescolano ai pochi veri rifugiati e intendono scardinare i confini europei con la forza del fatto compiuto - e con l'aiuto prodigioso e decisivo di un verbo buonista che tutto assolve del disordine sociale che quei tali recano seco - trasforma questa esposizione 'artistica' in un manifesto a tratti rabbioso e violentemente accusatorio nei confronti dell'Europa-fortezza, al punto da pensarci ospiti di un 'centro-sociale' di gente cieca e sorda e stupidamente rabbiosa e ostile alle opinioni avverse piuttosto che di un 'evento collaterale' della Biennale.
E leggiamo volantini che riportano farneticazioni di 'no borders' e 'liberi tutti' di andare e venire di qua e di là dei paesi-Schengen, come se la costruzione del benessere europeo e le sue libertà conquistate a caro prezzo non siano state figlie di un processo politico e sociale lungo e faticoso e fitto di insidie e tuttora fragile nei suoi precarissimi equilibri – vedi gli odierni respingimenti della 'Securitè' alla frontiera di Ventimiglia e quelli ai confini coll'Austria e il 'muro' che si costruirà in Ungheria per arginare un flusso continuo di 'migranti'.
E l'Italia, prima della classe, col secchione-Renzi in testa, invece, li va a raccogliere a dieci miglia nautiche dalle coste libiche e pretende di smistarli in Europa senza neanche averli, prima, riconosciuti, schedati, e detti 'profughi' oppure 'clandestini' - e, inevitabilmente (ed effettivamente, ci rimprovera l'Europa), rimpatriati nei paesi di origine a vivere la loro storia patria e a contribuire allo sviluppo del loro paese nei modi e nei tempi storici che sono stati dati loro in sorte.
C'è bisogno di equilibrio e di una forte misura d'ordine e di severa programmazione dei flussi, in questo genere di eventi che taluno si ostina a definire 'epocali' e 'inevitabili', se vogliamo garantire lo sviluppo economico raggiunto e quella fragile cifra percentuale di una 'ripresa' tuttora emaciata e fragile - e l'auspicata, definitiva uscita dalla crisi economica che ci ha atterrito per quasi due lustri di lavoro-zero e le fabbriche e le imprese dislocate o chiuse.

 
 
 

L'ecclesiaste nell'arte.

Post n°3665 pubblicato il 20 Giugno 2025 da fedechiara
 

L'Ecclesiaste riletto da un artista - 18 giugno 2018
Sembra che monsieur Pinault abbia esaurito i fuochi d'artificio delle sue grandi mostre-monstres, qui a Venezia – buona ultima quella di Damien Hirst e delle sue fantasie sottomarine. E se, a palazzo Grassi, troviamo una esposizione che più classica non si può - con i grandi quadri del tedesco Oehlen che rimandano ai mostri sacri del secolo scorso, astrattisti e impressionisti ben mescolati e perfettamente digeriti – a Punta della dogana, invece, è il silenzio degli archivi rivisitati che induce a riflessioni cupe e 'tempus fugit' e 'come eravamo'.
E non è un bel vedere, a ben vedere, perché gli artisti tendono a complicarsi/ci la vita e a complicare le cose più semplici e a mostrarci più spesso i loro rovelli mentali, invece degli incanti, e le segrete/incomprensibili cose del corso dei loro pensieri – ma per fortuna ci lasciano liberi di interagire ed elucubrare da par nostro evitando di dare titolo alle loro immagini.
Perché le fotografie e i video che scandiscono il silenzio delle sale vuote e che costituiscono l'ossatura della mostra, anche quando sono apparentemente giocosi/gioiosi ci mostrano in filigrana il retrostante rigor mortis del tempo che va per la sua strada e ci consegna quella diversa immagine di noi che osserviamo nelle vecchie foto dei nostri archivi personali – e ci chiediamo, le rare volte che apriamo gli armadi e le sfogliamo, chi veramente siamo stati e 'que reste-t-il de nos amours' e delle nostre vite appassite e i corpi anchilosati e appesantiti.
E, forse, l'opera più significativa ed emblematica è quella di un corpo di cera senza testa seduto ad una scrivania e la testa se l'è mangiata una fiammella che fiammeggia ostinata dentro – e chi visiterà la mostra fra qualche mese lo vedrà dimezzato e la cera liquefatta che si aggruma ai suoi piedi.
L'Ecclesiaste riletto ed effigiato da un artista.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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