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Messaggi del 06/01/2020

Gli archibugi e la 'drole de guerre'.

Post n°1099 pubblicato il 06 Gennaio 2020 da fedechiara
 

Gli archibugi e i droni della 'drole de guerre'.

«O maladetto, o abominoso ordigno», chiamava Ariosto l’archibugio, perché permetteva a un umile fantaccino di abbattere a distanza uno splendido cavaliere.

Siamo tornati al tempo dell'Ariosto, che collocava il suo poema mirabile nel punto di intersezione tra la secolare guerra di spade e le punte di lancia dolorosamente infisse nei ventri o negli occhi, - là dove le corazze non proteggevano – e la grossolana pallottola sparata dagli archibugi da lontano, che abbatteva un marcantonio spaventoso e guerriero di spada e ascia valentissimo, montato in sella a un cavallone da guerra - spavento e terrore, fin dentro agli incubi, di ogni fragile fantaccino schierato in battaglia campale e lo travolgeva nelle sue cariche.

Ed ecco le lucide corazze sparire d'incanto dai campi di battaglia e riempire i magazzini dei castelli e, poco più tardi, i musei di guerra. E le strategie guerresche cambiarono d'improvviso e 'offrire il petto' a file orizzontali, con i rulli di tamburo e le bandiere levate, divenne il nuovo modo di combattere – e chi era designato in prima linea sapeva di essere il primo agnello sacrificale di ogni stupida guerra e, fin dalla vestizione del mattino, diceva mentalmente addio alla moglie e ai figli e alla luce del sole che illuminava il campo di battaglia.

Così è, oggi, per la 'drole de guerre' che ci viene riportata dalle cronache del 20-20 bisesto e funesto.
Un fantaccino in camicia fresca di bucato si siede al computer in un ufficio lontano le mille miglia dal campo di battaglia e, come in un astratto video game, punta il bersaglio a terra che gli mostrano le telecamere del drone-archibugio e preme il pulsante-grilletto e partono i missili che inceneriscono i generali-architetti del terrorismo internazionale dello sciismo in guerra con l'Occidente.

E in questo post moderno campo di battaglia non è più questione di trombe che suonano e campane che rintoccano a distesa, come al tempo delle guerre tra i Carrocci dei Comuni italici e il Barbarossa occupante con i suoi lanzi maleodoranti (in guerra, si sa, il sapone si usa poco). 
Ai missili dei droni americani si risponde con altri missili di varia 'gittata' o con i micidiali 'razzi', tanto temuti dai 'coloni' israeliani occupanti le terre di confine in Palestina.

E la vera risposta dell'Iran colpito alla testa dal drone-archibugio di Trump è l'odierno stracciare i trattati sul nucleare che lo impastoiavano e ne umiliavano i sogni di gloria e l'arricchire l'uranio delle prossime bombe nucleari che compariranno sulla scena – ed è certo che, fra i 52 obbiettivi da colpire, messi in campo da Trump, ci saranno i siti iraniani dove si arricchisce l'uranio e si fabbricano le maledette bombe; ed il pranzo per il 20-20 è servito e si darà il via alla terza guerra mondiale combattuta con droni e missili ed esplosioni atomiche (speriamo di no) e chi più ne ha più ne metta: l'umanità torna all'antico delle guerre come 'sola igiene del mondo' e non ce ne importa un fico delle file infinite degli sciiti in lutto dietro le insegne funebri di Soleimani.

Qui si fa l'Occidente o si muore e il maledetto sciismo guerrafondaio e terrorista si ritiri nei suoi possedimenti storici e ci liberi dalla maledizione del terrorismo per procura o in franchising che ci attende in un mondo stupidamente globalizzato che dissemina i suoi conflitti e le sue schegge impazzite per ogni dove, con i civili inermi accoltellati per le strade delle città europee al grido rauco di 'allah u akbar'.

Civili che sono (che siamo) la prima linea di una 'guerra per procura' che ci vede attori protagonisti, ma disarmati, e con solo l'opzione militare del voto e delle urne populiste per ricacciare gli infedeli entrati di soppiatto col grimaldello del buonismo e stanziati nelle 'banlieues' nemiche delle metropoli europee. A la guerre comme a la guerre. 
Atto primo, scena prima, Chi vivrà vedrà.

L'immagine può contenere: spazio all'aperto e acqua

L’odio islamista non è stato sconfitto – Il blog di Andrea Indini
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