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Messaggi del 13/04/2022

La 'lucha' e la Defensa. Viaggi di ieri.

Post n°2047 pubblicato il 13 Aprile 2022 da fedechiara
 


Buenos Aires 21 marzo 2019 – La lucha e la Defensa.
E sarà vero che: 'Donde existe una necesitad nace un derecho?', come recita il cartello esposto dagli artigiani perennemente in 'lucha' della 'Defensa': la 'calle' che attraversa longitudinalmente il quartiere di sant'Elmo e fa da tramite tra il sottoproletariato della 'repubblica della Boca' e la borghesia del denaro che abita il centro storico dei palazzi pretensiosi e delle banche e le ambasciate?
I diritti sono miceti che insorgono dalle profondità del suolo delle società e si manifestano ogniqualvolta un povero si fa avanti e chiede casa e lavoro? O sono aspettative inevase in una società che inaridisce e non dà i frutti sperati perché, come i deserti, solo gli scarsi acquazzoni dello sviluppo economico consentono una effimera fioritura e lo stanziare in bilancio le risorse necessarie a far fronte ai bisogni immensi dello 'stato sociale' in un mondo di sette e passa miliardi di 'aventi diritto'?
Dove sono finiti i tempi i cui la borghesia si impietosiva per i poveri delle città e partoriva i grandi filosofi del socialismo e del comunismo e gli imprenditori illuminati che corredavano le fabbriche produttive dei servizi e delle case destinate ai loro lavoratori?
Temo che quei filosofi e quegli imprenditori 'dormano sulla collina' di Spoon River, come i generali che hanno costruito la nazione argentina - e di loro osserviamo i marci sarcofaghi che si mostrano nelle cappelle mortuarie del cimitero della Recoleta.
E quel loro 'sonno dei giusti' ha lasciato un mondo di pietra e le odierne città tentacolari e immense dove si aggregano le bidonvilles delle periferie urbane in cui le guide turistiche raccomandano di non mettere piede perché il turista è preda ambita e vi si aggirano anche in pieno giorno gli uomini-giaguari e le lonze che di 'tutte brame sembrava(n) carca nella sua magrezza'.
E in quei luoghi dimenticati da Dio e dagli uomini politici – che dei diritti pretesi si fregiano e ne fanno oggetto di campagne elettorali – i miceti del diritto stagnano sotterra e non si manifestano perché mai piove e, quando piove, il poco che fruttifica se lo magnano i politici corrotti e qui, a Sant'Elmo e alla Boca, si batte il passo e si aspettano tempi migliori tendendo agguati ai turisti minchioni.
I mitici 'tempi migliori' di questi anni di globalismo infelice e avaro.

Mafalda for president. Viaggi di ieri.

Buenos Aires 21 marzo 2019
E a tutte le ore del giorno, in questo quartiere della popolarità esibita, rivendicata fieramente, un logo, un marchio di fabbriche che non ci sono, bensì l'artigianato creativo della 'lucha' quotidiana, del tirare a campare con quel che passa il convento ogni dì: la creatività di ognuno e tutti, stupisce la coda che si forma dinanzi a un monumento piccolo piccolo e ti sbarra la strada- e solo quando ci arrivi davanti capisci che è la statua di una piccoletta dai capelli ricci e neri, la temibile Mafalda delle considerazioni acri e acutissime sulla vita quotidiana e sui massimi sistemi.
Lei che, nella versione italiana, ci augurava il 'Buongiorno, mondo!' più spettinata del solito e si domandava: 'E' caduto, Monti? Berlusconi è stato condannato e si ricandida?', sottintendendo che quei fatti e non altri erano il vero buongiorno che ci auguravamo. E la fila di singoli e le mamme con i bambini si siedono accanto alla pericolosa sovversiva e si fanno fotografare con lei a futura memoria, segno di una stima universale che supera perfino quella di Bergoglio – non foss'altro che per l'acutezza dei messaggi che non sono mai 'urbi et orbi', bensì mirati e cogenti, e i dubbi malandrini che insinua e l'intelligenza aperta del suo disincanto.
E della birbante filosofa si fa un gran commercio nelle 'tiendas' e nelle librerie, sopratutto, perché è l'intelligenza e il sarcasmo e la battuta liberatoria che 'appartiene al popolo' più e meglio di altri profeti politicamente schierati, id est quel Guevara che: 'E' nato a Rosario.' mi dice il libraio.
Come a significare che Buenos Aires tiene a battesimo e celebra una Mafalda, ma il 'Che' lo sogguarda di striscio con il necessario disincanto ex rivoluzionario, appunto.
E mi fermo a guardare la piccoletta dalle guance gonfie in espressione di amarezza che, smaltata in bianco su lastre di metallo, infila perle su perle di saggezza, come questa: 'Hoy he aprendido que la verdad desilusiona a la gente.' Già. La verità non appassiona, bensì 'desilusiona': origine e causa di ogni nostro dramma privato e pubblico.
E per me, da affiggere in casa, compro un'altra sua considerazione triste che dice: 'Porque justo a mi tenia que tocarme ser yo?', che fa aggio sulla quella domanda inevasa di un nostro poeta amatissimo che si chiedeva desolato: 'Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga?'.
Già perché? Una domanda che ti porti dietro fino ai deserti e aridi lidi del finis vitae.
Mafalda for president.

 

 
 
 

'Crescendo' fatali.

Post n°2046 pubblicato il 13 Aprile 2022 da fedechiara
 

Chi non ha mai avuto un litigio degno di questo nome con il proprio coniuge o con il padre/madre o il fratello/sorella alzi la mano. E, se la memoria vi/ci aiuta, ricorderete come quei litigi sono stati connotati da scariche iterate e contrapposte di frasi/ragioni urlate dall'uno/a e dall'altra/o - e nessun ascolto da parte di entrambi i contendenti, bensì uno o più vaffa in finale e qualche oggetto fragile a terra o torta in faccia.
E' uno dei modi (il più in auge, in effetti) che abbiamo di relazionarci con il nostro prossimo – e va detto che, spesso, segue una riappacificazione/spiegazione e torna la pace in famiglia.
Spesso, non sempre. Si danno casi di annosi rapporti di inimicizia e perfino (uno è parecchio famoso, avvenuto agli albori della storia umana) di fratricidi e parricidi – rituale quest'ultimo nell'adolescenza e passato in letteratura: 'l'uccisione del padre', ben descritto da S. Freud e seguaci.
Ma se la modalità del 'crescendo' di insulti e minacce entra in politica e nel rapporto controverso fra stati sovrani (che già si erano guardati in cagnesco in passato) e non interviene uno (o più) soggetto/i terzo/i a moderare e intromettersi quando già è partito un primo pugno in faccia, allora siamo perduti.
E' il caso del 'crescendo' in cronaca delle minacce larvate (Svezia e Finlandia, che stanno per entrare nella 'cintura difensiva' (sic) Nato) e delle armi pesanti che Boris Johnson e la Germania hanno deciso di spedire in Ucraina. Mosse, entrambe, alquanto azzardate e pericolose perché non succederà che l'orso russo, in guerra aperta colà per le note ragioni, vorrà considerare quei doni come neutre e graziose elargizioni, bensì quali alleanze militari de facto e basterà un 'incidente di percorso' (così ben illustrato nel film 'Il dottor Stranamore' di Kubrik) per trovarci tutti trascinati nel terzo conflitto bellico mondiale, come paventa il buon Francesco senza saper bene cosa opporgli, a parte le sante benedizioni urbi et orbi delle quali facciamo incetta da decenni e le incorniciamo in salotto.
Ultimo appello alle 'genti di buona volontà' nascoste nei meandri delle segreterie politiche all over the world: 'Se il dado non è ancora tratto e vi/ci resta un po' di sale in zucca, che ne direste di fare un paio di passettini all'indietro tutti insieme e mandare a dire a mr Putin che non vogliamo vederlo come un 'nemico' storico, bensì come un 'compagno che sbaglia', ma si può redimere e accettare la proposta Nato di instaurare un cintura di stati neutrali intorno alla Russia.?'
Magari mandiamo proprio Francesco quale 'latore della presente' – il solo 'ambasciator gentile' rimasto su piazza a condannare insieme la guerra di Putin e quella per procura della Nato che manda quotidianamente armamenti leggeri e pesanti in Ucraina per far massacrare quanti più soldati sia possibile di qua e di là della linea dei fronti di guerra.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
 
 

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