Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 11/05/2023

Ventenni rivisitati.

Post n°2576 pubblicato il 11 Maggio 2023 da fedechiara
 

Il reato di 'Ventennio' prossimo venturo. https://www.youtube.com/watch?v=glggureA_Kk
Meloni presidente del consiglio dei ministri può dormire tra due guanciali e senza neanche stipendiare un/a armocromista (400 euro all'ora quella della Schlein! Con 5 euro in più le veniva un affresco in salotto di Luca Signorelli rivisitato in chiave post moderna) – dal momento che Giorgia predilige il nero istituzionale che la 'sfina' opportunamente sui fianchi.
E non saranno le tendopoli allestite da quelli del pd giusto per 'rompere gli zebedei' politicamente, in mancanza d'altro di più irritante, alla Giorgia nostra nazionale (tutti sull'attenti e si levi l'Inno) - né quelle pulci politiche che, in Francia e in Spagna (purchè se magna) - la punzecchiano con critiche ridicole a turbarne i sonni.
Giorgia va, col favore del vento e il suo unico vulnus è il tributo dovuto (per poter durare) all'Europa dei succubi e degli sventati filo Nato con le armi che consegna, ubbidiente, all'Eroe Massimo di Kiev sempre in procinto di controffensivare.
Armi italiche che, pare, si racconta, devono essere riparate e rigenerate prima di mandarle sui fronti di guerra, in omaggio ad una nostra tradizione bellica risalente al Ventennio delle parate militari.
Nessun dubbio sul tuo Quinquennio prossimo venturo che andrà a compiersi, oh Giorgia.
Ma non strafare nel tuo gioioso galleggiare in cronaca perché, con una opposizione siffatta armocromaticizzata, rischi di doppiare e/o quadruplicare l'impegno di governo e allora li sentirai, i nipoti dei presenti antifascisti, - che ti imputeranno, nel 2043, il reato storico di 'Ventennio' insito nel tuo dna.🥴
​Ucraina, i carri armati italiani devono essere riparati
INFORMAZIONE.IT
​Ucraina, i carri armati italiani devono essere riparati

 
 
 

Acqua Granda.

Post n°2575 pubblicato il 11 Maggio 2023 da fedechiara
 

Porto Iguazù. (Argentina) - 30 marzo 2019
Acqua e terra, terra ed acqua. La pachamama ha scenari naturali grandiosi: dalla catena himalaiana alle Ande, passando per le nostre Dolomiti e il Gran Canyon, ma non dimentichiamo i delta dei grandi fiumi e i precipizi d'acqua delle cascate e qui, a Iguazu, il placido e fangoso fiume inciampa nel vuoto di un altopiano basaltico e precipita con grande frastuono nella Gola che noi umani diciamo 'del Diavolo' chissà perché. L'Alto e il Basso del nostro mondo lo proiettiamo anche nell'Oltremondo fantasioso delle religioni e, naturalmente, il Diavolo ha posto fisso in basso e nel buio infernale contrapposto alla Luce, ma certe caverne e grotte sottoterra si illuminano di cristalli e stalagmiti e ospitano un paradiso infernale di tutto rispetto.
E sotto a queste cascate che appartengono di buon diritto alle Sette Meraviglie Moderne della Natura (chissà quali sono le altre sei) sono passati i missionari del bel film 'Mission' – che ci mostra come l'unica cosa buona di quegli esaltati 'cristiani' sia stata il dare vita e domesticazione al buon selvaggio e presentarlo ben abbigliato e martire salmodiante davanti agli archibugi dei conquistadores che qui si disputavano i settori di competenza e appartenenza aristocratica.
Ma l'immensa cascata e massa d'acqua è di grande impatto visivo (le tanto citate Niagara Falls le fanno un baffo) e scorre indifferente ai fatti e misfatti degli umani di ogni epoca e storia e l'intuizione di Andrè Reboucas di farne un meraviglioso parco tematico e naturale è vincente e migliaia di turisti (ahinoi) riempiono i treni che vanno verso il rombo assordante dell'acqua che precipita e si disputano gli angoli migliori per i milioni di scatti fotografici che lo rappresenteranno agli amici e parenti estasiati (ri-ahinoi).
E, forse, il mondo futuro e la povera pachamama violata e annichilita sarà ridotta dai miliardi di androidi nostri bis nipoti a una serie limitata di parchi tematici disputati a suon di dollaroni dai grupponi delle maggiori agenzie di viaggio che gli ricorderanno a futura memoria com'era e dov'era la settima e l'ottava e la quindicesima meraviglia della natura, come già facciamo negli acquari di quei pesci e molluschi e coralli che si stanno estinguendo sotto il peso della spinta antropica.
Chi vivrà vedrà, ma non sarà un bel vedere.
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Tendopolis.

Post n°2574 pubblicato il 11 Maggio 2023 da fedechiara
 

Tendopoli ed altre tendopoli.

Basterà quell'idea balzana di piantare le tende in piazza per ottenere più case e appartamenti a disposizione e a canoni ragionevoli e bloccati per gli studenti fuori sede?
Consideriamo che politiche di alloggi a disposizione degli studenti sono state fatte e si fanno da sempre – a Venezia, ad esempio, storica sede universitaria e città tutt'affatto particolare, il solo ente para statale che acquista e restaura case è proprio l'Università degli studi – grazie alle generose contribuzioni statali e alle autostrade burocratiche che ottiene per i permessi di costruzione e restauro.
Ma la logica dei nostri futuri luminari, oggi studenti residenti nelle tende improvvisate, è di pretendere il 'tutto esaurito' – ogni studente che si iscriva all'Università, ieri, oggi e domani, deve avere il suo bravo alloggio a prezzo ragionevole e calmierato a spese nostre, cioè dello Stato, investitore edilizio di ultima istanza.
Estendiamo questa loro logica rivendicativa a tutte le categorie sociali in manifesta carenza di alloggi e, prima ancora, di reddito sufficiente alla bisogna, che so, gli occupanti abusivi della case di ogni ordine e grado e provenienza (molti gli arrembanti dei barconi), i rom - che si insediano dovunque gli capiti di osservare le persiane e gli oscuri chiusi da più giorni di un appartamento in periferia, scardinando le serrature.
Insomma, bisognosi di appartamenti di ogni genere e grado munitevi di una tenda a due o quattro posti (non costano molto) e costruite le immense tendopoli del caso in pieno centro cittadino, magari davanti ai municipi. Troverete, per certo, soavissimi volontari che vi forniranno di acqua e cibo e, forse di allacciamenti elettrici abusivi come in ogni tendopoli che si rispetti.
Siamo già il più esteso campo profughi di Europa. Tendopoli più tendopoli meno che differenza volete che faccia.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo

 
 
 

Monacazioni e sindromi di Stoccolma.

Post n°2573 pubblicato il 11 Maggio 2023 da fedechiara
 

Due o tre cose che mi vengono a mente. - 11 maggio 2020

Siamo tutti appassionati di 'detective stories', dicono le statistiche sui films più visti e che 'fanno audience' sui palinsesti televisivi. E, da bravi genitori quali tutti siamo, indaghiamo sotterraneamente sugli eventi relativi a quella bustina di mariuana e/o crack che abbiamo trovato nella tasca dei pantaloni di nostro figlio tredicenne per poter offrire agli inquirenti il massimo delle informazioni possibili che finiranno per individuare e far arrestare il maledetto pusher che spaccia impunito fuori dalle scuole.
Per dire che è la verità delle cose che ci appassiona e che riteniamo utile a chiarire il garbuglio degli eventi volutamente nascosti per scopi indicibili e malandrini e/o criminali.
Però, quando le notizie di cronaca ci offrono il destro per dipanare il garbuglio e il groviglio di eventi sottesi, per dirne uno, al rapimento e sua felice risoluzione e ritorno in patria di Silvia Romano, - la nota 'cooperante' partita cristiana e tornata avvolta nel velo della monacazione musulmana – curiosamente partiamo dal fondo della storia e lì ci fermiamo, festanti per il lieto finale e nulla più.
E la cosa più interessante di questa storia, per noi detectives in erba, è, invece, tutto quanto precede e avviene nel corso del rapimento. Come e quando e dove è avvenuto. Chi l'ha detenuta e per quali sordide e/o criminali ragioni. Chi sono gli agenti del nostro servizio segreto che, per lungo tempo, si sono appostati nei dintorni e hanno preso i contatti giusti per arrivare al mediatore e patteggiare la cifra convenuta per il rilascio.
Tutte domande oggi senza risposta e che tali resteranno perché si è convenuto che la segretezza è tutto in questo genere di transazioni e attività dei 'servizi' e l'obbiettivo e le relative 'regole di ingaggio' sono finalizzati a 'salvare vite' - e poco importa dove e in che mani finiranno tutti quei soldi estorti con la crudeltà massima di un rapimento e privazione della libertà personale e se le armi che quei soldi compreranno faranno decine o centinaia di morti in altre battaglie e/o rapimenti, quali quelli che ci hanno consegnato le cronache maledette delle azioni militari di Al Shabab e gli altri gruppi criminali sedicenti 'islamici' e rispondenti ai desiderata di allah, il loro preteso iddio crudele.
Il che, ne converrete, è strano forte. Perché, come notavano i fisici valenti della fisica quantistica, siamo sommamente curiosi di quel battito d'ala di una farfalla che ha relazione quantistica, a migliaia di chilometri di distanza, con un tornado sulle coste del Messico, ma tralasciamo di indignarci e preoccuparci per quest'altra relazione, ben più drammatica, tra un rapimento 'finito bene' e i milioni di euro dei contribuenti italiani che finiscono nelle casse del maledetto terrorismo islamico globale o di zona, con le conseguenze che vi lascio immaginare.
E la congrega, vasta e faconda, dei 'buonisti' nostrani che alza le note cortine di fumo intorno al casus belli di soldi sventatamente elargiti al maledetto terrorismo, concentrando l'attenzione dei lettori e dei radio e tele ascoltatori sulla figura della rapita che scende dalla scaletta dell'aereo sorridente e sul suo velo della sorprendente conversione all'islam.
Questione, quest'ultima, di non minor peso, per noi detectives in erba, perché dirla 'libera scelta' da parte di una persona che è stata privata della libertà per così lungo tempo ed ha convissuto con i maledetti carcerieri in condizioni di sudditanza psicologica massima è parola grossa e davvero poco credibile e sostenibile e solo l'ipocrita 'politicamente corretto' delle anime belle e pie può accettare senza un minimo di perplessità e disincanto che si possano fare e dirle 'libere scelte' nelle condizioni di privazione della libertà personale e relativa 'sindrome di Stoccolma' quale ci è stata ben descritta in molti altri casi di rapimenti e prostrazione psicologica relativa. (segue)

 
 
 
 
 

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