Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 20/05/2023
Le fake news e il sogno di Utopia - 20 maggio 2017 Il mondo felice è il sogno di Utopia. Un luogo che non esiste, come ben sapete, ma anche un luogo buono e bello quale solo nei sogni riusciamo a immaginare. E nell'isola di Utopia esiste anche una stampa e una televisione vocate a dire il vero e a perseguire i giusti obbiettivi di corretta informazione e conoscenza che dovrebbero essere il 'giuramento di Ippocrate' dei liberi giornalisti di una libera stampa all over the world. Così non è, ahinoi, e il giornalismo - nostrano ed estero – è, invece, schieramento di fazioni l'una contro l'altra armata di 'fake news' sparate in prima pagina per ottenere i cattivi scopi di ogni fazione politico-giornalistica incurante del verbo e delle pratiche democratiche. E la campagna di stampa contro il presidente eletto Donald Trump da parte della fazione 'democrats' che ha perso le elezioni e non riesce a farsene una ragione e ad elaborare il lutto e passar oltre conosce oggi il suo diapason di notizie farlocche e 'rumors' ridicoli e battute da bar sport rubate alla campagna elettorale più avvelenata della storia americana per le quali – a sentire i giornalisti del Washington Post e i loro confratelli miserabili e diffamatori da un tanto al chilo - si sente aria di 'impeachment'. E la sola e vera buona notizia di queste campagne diffamatorie dei democrats di ogni risma e veleno e rigurgito esofageo è che – a forza di rifilarci le notizie farlocche e i 'rumors' ridicoli e le battute da bar del senatore repubblicano in vena di facezie, usato sui loro fogli quale 'utile idiota' – ci stanno educando a riconoscere 'a naso' le cretinerie giornalistiche di coloro che imbastiscono campagne di stampa a fini anti democratici e per rovesciare l'esito delle elezioni ultime scorse, così che spegniamo radio e televisioni embedded e insopportabilmente faziose e passiamo oltre - e issiamo le vele della nave Speranza verso l'isola di Utopia di una buona ed equilibrata stampa futura capace di guarire dagli acidi rigurgiti di fazione e di mostrarci gli articoli di quel buon giornalismo che, sempre più di rado, emerge dalle nebbie del mare di questo nostro tempo infelicissimo e bugiardo. |
Fior da fiore e mele marce. - Errata corrige. 20 maggio 2020 Non credo negli esseri umani. Detto così suona malissimo, considerato anche il battage radiofonico e televisivo che ha avuto questo inno parecchio intimista e l'uso spudorato e dilatato che ne hanno fatto le diverse parti politiche (ricordo una lontana, non troppo memorabile, 'Tutta la città ne parla' su radio 3 dedicata ai migranti, sempre loro, il nostro cruccio e il nostro affanno epocale). E l'uso, altrettanto e forse più spudorato, che ne fa la Wind per dirci che siamo 'più vicini' e più umani se usiamo dei loro costosi servizi in esclusiva. Per vostra informazione: la Iliad costa meno a parità di prestazioni, ne sono testimone diretto e non pubblicitario. E fa uso di una pubblicità meno fragorosa e più arguta e intelligente. Il fatto è che quando una canzone si trasforma in un inno nascono i guai, diventa uno slogan apodittico e non dimostrabile. E si attira le critiche e le idiosincrasie relative. Domanda-trappola di impianto socratico: E' poi vero che tutti gli esseri umani sono umani? E cosa è umano per l'esattezza? Un giudice che ti condanna dopo un penoso dibattimento viziato dagli artifici di un bravo avvocato-leguleio di controparte vi appare umano? E quel tal leader politico che voi avversate e che vi sta tanto sul c.... perché ha fatto approvare i decreti-sicurezza che voi buonisti vedete come il fumo negli occhi è forse un 'essere umano che ha il coraggio di essere umano'? Vedete bene come tutto ruota intorno alla definizione apodittica del glorioso ritornello dello stolido inno e non è esplicitata nei suoi correlati. Spiegare 'umano' please. Limiti, ambiti, pertinenze, essenza dell'umano secondo voi (e non secondo Umberto Eco o Einstein o Ghandi o Osho o chi diavolo vi piace perché è autorevole e ve ne fate belli sul profilo). E' come se volessimo credere all'attualità delle parole strane e contorte del nostro inno nazionale, nato in contesto ottocentesco e relativo alle peripezie patrie e ai confusi protagonisti di allora. Siamo davvero 'pronti alla morte'? La recente pandemia e le clausure domiciliari di tanta gente impaurita sembra escluderlo. Forse un po' di attualità potremo riconoscerla allo 'stringersi a coorte' all'ora dell'aperitivo o della movida serale, ma basterà un picco di nuovi contagi e si torna ai domiciliari di cui sopra per sfuggire alla morte che ci sovrasta e ci comprende. Insomma, gli esseri umani sono quello che sono: a volte umani, a volte cretini emeriti, a volte gaglioffi o serial killer maledetti o figli di buonissima donna dai cattivissimi comportamenti sociali e/o privati. Perciò piantatela di propinarci quell'inno stolido. Credo che ci siano alcuni esseri umani davvero 'umani' nel senso della pietas e della dedizione ma non sono convinto che siano la maggioranza del mio prossimo. Fior da fiore e togliere dal cesto le mele marce. E chiediamo in coro a Mengoni di farne una errata corrige per la sua prossima canzone. |
Inviato da: LewisCannon
il 15/08/2024 alle 09:09
Inviato da: cassetta2
il 29/07/2024 alle 22:19
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38