Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Settembre 2021

Ebole e dintorni.

Post n°1769 pubblicato il 25 Settembre 2021 da fedechiara
 


Prevenzioni e argini 23 settembre 2014  - Poi venne il covid che tutto unificò.
Il reportage di stamattina di 'Radiotre-scienza' sullo stato delle cose relativo all'espansione dell'epidemia di Ebola nei paesi africani è stato davvero 'impressionante'.
Il ministro della Sanità della Sierra Leone parlava di un paese vuoto: di turisti, di uomini d'affari, di ambasciatori e personale d'ambasciata scappati a gambe levate non appena è stato chiaro che all'espansione del morbo non vi era nessuna difesa e trincea possibile – e le stime vanno da 200000 morti in breve volgere di tempo a un milione.
E l'idea che dall'Africa il morbo passi all'Europa non è idea peregrina – e si salvi chi può dalle reazioni allarmistiche e 'di pancia', se solo sfuggisse di penna o in voce ad un improvvido giornalista che dai nostri 'barconi' quotidiani è sbarcato un malato di quel morbo spaventoso.
Roba da 'dagli all'untore' del Manzoni cronista della peste a Milano o i racconti e i resoconti del dottor Rieux ne 'La peste' di Camus.
Eppure tutto lascia credere che la rete di protezione sanitaria europea e occidentale, prima o poi, sarà violata – e dovremo fare i conti e misurare la nostra valentia di epidemiologi e probabili vittime capaci di resistere sui bastioni della cittadella assediata.
E sarà pur vera quella bella frase 'buonista' che è il messaggio portante de 'La Peste' di Camus: '(…) qu'il ya dans les hommes, front aux catastrophes, plus de choses à admirer que des choses à mépriser.' - e tuttavia non è meno portante quest'altro: che 'prevenire è meglio di curare'.
E fare argine e muro contro la tragedia incessante degli sbarchi e dei 'barconi' è solo questione di tempo perché, prima o poi, si imporrà, di necessità, il 'senso della misura' e della impossibilità e insensatezza di divenire il campo profughi privilegiato e ambìto dell'intero bacino mediterraneo in fiamme.
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Predizioni di ieri a confronto

Post n°1768 pubblicato il 24 Settembre 2021 da fedechiara
 


Chissà dove 24 settembre 2016
Il tempo ossida ogni cosa delle nostre vite e corpi e così è per le cose della politica - e Renzi e il suo s-governo vanno in cronaca, da gran tempo ormai, più per gli schiaffoni che gli arrivano da questa o quella parte politica e sociale (inclusa l'opposizione interna) che per le cose che ha fatto: le banche, il maledetto job act del lavoro pagato coi vouchers e quel pasticciaccio brutto di palazzo Madama e Chigi che riformerà il Senato mandandoci dentro dei nominati al posto dei presenti eletti (ma non era meglio eliminarlo tout-court?).
E speriamo che a novembre ce lo togliamo di torno, quest'imbonitore fiorentino da tre palle un soldo arrivato al potere con una congiura di palazzo e restatoci così a lungo a causa dei bizantinismi del presente sistema dei partiti e dei voltagabbana che formano la sua maggioranza dei tre forni (alfaniani, verdiniani e, all'occorrenza, la stessa Forza Italia).
Intanto ci teniamo l'Europa che ci esclude dai vertici e alla quale ci rivolgiamo col cappello in mano per avere 'più flessibilità' nei conti e nel debito stellare che non riusciamo a intaccare per non incorrere in leggi di bilancio 'lacrime e sangue' e che imploriamo, l'Europa, che si prenda almeno un pugno di migranti che importiamo dalla 'frontiera sud' per forza inerziale e follia di cattiva politica immigratoria a centinaia di migliaia ogni anno e vanno, per le segrete vie e con l'aiuto delle folli associazioni dei 'no borders', a ingrossare le giungle di Calais che costeranno la presidenza a Hollande e quelle di Ventimiglia e di Como che costeranno al pd la perdita della risicata, esigua maggioranza di s-governo alle prossime elezioni.
E anche la presidenza Trump, nelle cronache e nei telegiornali, fa capolino come non più una ipotesi maledetta, bensì una maledizione colla quale occorre misurarsi e riflettere su come e perché stanno cambiando le maggioranze di governo future delle principali nazioni e quali spaventosi errori abbiano commesso le sinistre dell'Occidente malate di buonismo e che ancora affermano – come quei dementi fissati su una sola frase e faticoso concetto che allaga le loro scatole craniche e fa naufragare le sinapsi – che 'multietnico è bello', mentre Charlotte è in stato d'assedio a causa dei disordini e si contano i morti nei supermercati, come si sono contati e si conteranno da noi a Parigi, Bruxelles, Nizza e chissà dove domani, chissà dove. A Roma, forse?
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Chi vivrà vedrà.

Post n°1767 pubblicato il 24 Settembre 2021 da fedechiara
 

Le follie della Storia 24 settembre 2015
Ogni congiuntura storica ha le sue celebrazioni e gli apologeti che le magnificano e ce le spacciano quali 'il miglior mondo possibile' dove vivere e gioire ad onta delle evidenze di disordine e affanno e facili predizioni nere.
E, stamattina, Francesco Merlo, a 'Prima pagina', magnificava i colori primari: il bianco e il nero, e parlava di Obama e di Francesco, il papa bianco e il papa nero: i due 'migranti' di successo di un mondo che si vuole che vada verso il melting pot globale, - costi quel che ci costa e incuranti, gli attuali s-governanti, del caos che ne consegue in cronaca e delle distruzioni identitarie e 'guerre di civiltà' che provocano/cheranno queste ondate di tsunami di popoli in fuga dalle loro storie e patrie.
E, appassionato di storia come sono, ascoltavo, ieri, i resoconti tragicissimi dei primi due decenni del secolo appena scorso durante i quali, tra gli intellettuali e gli artisti e le 'avanguardie', trionfava il verbo mortifero di: 'Alla guerra! Alla guerra!' - cachinno stolido e insensato che esprimeva il disprezzo di quelli intellettuali un filo suonati (Marinetti, Papini) verso il relativo benessere che connotava gli ultimi decenni dell'Ottocento e l'utopia prossima delle 'magnifiche sorti e progressive' che conseguiva alle invenzioni e scoperte (i lampioni a gas, l'acqua nelle case) che avevano migliorato la vita di (quasi) tutti.
E pare davvero che non via sia argine e freno possibile alla demenza dei popoli e dei loro s-governanti nella Storia quando iniziano gli scatenamenti mortiferi che nessun apprendista stregone (nemmeno Renzi, nemmeno la Merkel) sa come fermare. 'Non sanno come fermare quegli spiriti che essi stessi hanno evocato.' si scrive nel Faust, l'apprendista-stregone per antomasia.
Così tocca osservare, desolati e avviliti per la Storia che non è mai maestra di vita, quest'altra catastrofe annunciata dei milioni di nuovi barbari in marcia verso il centro del fragilissimo impero europeo che, come quello Romano in decadenza, va vistosamente perdendo pezzi - e gli stanchi senatori, ieri come oggi, hanno rinunciato a difendere i confini e nessun Gaio Mario e Cesare è alle viste che sappia condurre le legioni alla vittoria.
E il rischio è che si ricostituisca, invece, l'impero Ottomano defunto agli inizi del Novecento, - che già spedisce le sue orde pacifiche e dolenti (pacifiche?) a centinaia di migliaia verso il cuore dell'Europa e crea le teste di ponte di una futura rivalsa e scardinamento dall'interno: con le azioni mirate dei commandos terroristici 'in franchising' su internet. Mala tempora currunt. Chi vivrà vedrà.

 
 
 

Il teatro degli dei.

Post n°1766 pubblicato il 22 Settembre 2021 da fedechiara
 

Era più divertente, quando c'erano gli dei. E non solo per la pluralità, che tanto ci assomiglia e appaiava quelle creature mitiche alle nostre ambizioni e debolezze e trasgressioni e sventure. L'unicità, infatti, tutto assorbe e riduce il Nume ad un abbaglio che acceca. Reductio ad unum, scrivevano i latini, che la sapevano lunga e ci hanno consegnato aforismi magistrali quali: 'Piscis primum de capite fetet.' - che, solitamente, riferiamo agli s-governi della nazione, oggi a guida pd al guinzaglio di un drago.
Gli dei erano figure teatrali di grande efficacia scenica e narrativa – niente di che spartire con l'Unico e Vero che abbagliò Mosè e gli consegnò i due corni di Luce sulla fronte e pretendeva un rispetto reverenziale e suscitava un timore panico per i suoi inevitabili castighi rivolti a un popolo di miserabili idolatri e genti di scarsissima virtù.
E il massimo teatro dell'azione degli dei fu un campo di battaglia in quel di Troia, la grande città asiatica – un'Asia di prossimità anatolica che si permetteva di sedurre e rapire Europa a cavallo di un toro.
E il campo di battaglia della guerra degli Achei, detentori della forza, contro i Troiani cultori della Bellezza vede gli dei olimpici schierati gli uni contro gli/le altre. Era e Atena contro Apollo e Marte e Poseidone contro il fratello Zeus - dipinto come un tontolone succube della magica cintura di Afrodite, indossata da Era.
E, nel profondo sonno di Zeus che segue al coito divino Era scende come una furia nel campo di battaglia e le schiere dei Greci fanno strage dei valenti Troiani - e la sconfitta finale si approssima e l'ombra di Achille, figlio di Teti, si staglia già su Ettore, il guerriero massimo che l'avrebbe vinta sul rivale  privo della corazza materna in uno scontro alla pari .
Ecco è di questo teatro vario e un po' sconcio e della ricchezza delle metamorfosi divine, con la ninfa Dafne che si muta in un albero di alloro per sfuggire al suo divino seduttore, che sentiamo la mancanza e l'Unico e Vero iddio che subentrerà alle narrazioni dei Greci tutto spegnerà di quelle scenografie e azioni sceniche- e i templi pagani, nella rovina dei secoli, cadranno pietra su pietra per l'agire malvagio dei cristiani iconoclasti che costringeranno i loro fedeli alle genuflessioni e alle mute preghiere e le noiose litanie rivolte all'Inconoscibile. (segue)
Dafne (naiade) - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Dafne (naiade) - Wikipedia
Dafne (in greco antico: Δάφνη, Dáphnē, "lauro", indicante l'alloro[1]) o Daphne è un personaggio mitologico greco. Si tratta di una delle Naiadi, un tipo di Ninfa femminile associata prevalentemente ai corsi d'acqua dolce nelle loro generalità, quindi a fontane, pozzi, sorgenti e ruscelli.

 
 
 

Ammettiamolo.

Post n°1765 pubblicato il 21 Settembre 2021 da fedechiara
 

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Ammettiamolo. La campagna vaccinale miete successi su successi e 'quota novanta' non è più 'un sogno lungo un anno', bensì la plastica rappresentazione della nostra 'battaglia del Piave': 'O tutti eroi o tutti accoppati', ma vittoriosi - e le armate dei no vax austro ungarici in rotta che discendono scompostamente le valli che avevano occupato con baldanza degna di miglior causa.
Ma, come in tutte le guerre e gli eventi dove una collettività dà prova caotica di sé, qualche zona d'ombra si mostra inquietante e già si parla di una 'terza dose' – che prelude ad una quarta e alle raffiche di vaccinazioni compulsive a seguire finché morte non ce li separi per i 'soggetti fragili' e gli anziani.
E non dubitiamo che quelle categorie esistano e i generali della guerra vaccinale abbiano dati precisi ed aggiornati e bollettini medici stampati a tamburo battente e incontestabili e tuttavia quei 3 milioni e passa di 'over 50' tuttora renitenti alla leva vaccinale ci dicono che la resistenza no vax ha scavato le sue trincee e quella ostinata sacca di resistenza richiederà un massiccio ricorso agli obici mediatici di prima linea che tanta baldanzosa prova di sé hanno offerto nel corso delle gloriose battaglie combattute fin qua – con il capo di Stato Maggiore Speranza presente in video h24 a magnificare le azioni militari e i successi dei suoi generali e della truppa obbediente e 'usi obbedir tacendo'.
Tralascio il resto dell'adagio militaresco, ma, per chi non lo sapesse, è in linea orizzontale con il distico del nostro inno nazionale nel punto in cui si afferma che: '...siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Si.'
E una mia privata zona d'ombra la noto relativa al dato in cui stampa e televisioni embedded magnificano la risposta immunitaria del vaccino Pfizer al 90 e più per cento per la mitica 'terza dose', ma io, chissà perché e per quale castigo che ho meritato, ho ricevuto un risicato monodose Johnson e Johnson con copertura di immunizzazione stimata al 66/69 per cento. Che ho fatto, di grazia, per meritarmi questo? Perché mi si lascia scoperto un trenta per cento di possibilità di beccarmi la variante Delta e tutti i virus cugini dell'alfabeto greco? A 72 anni suonati non sono abbastanza 'fragile' e indifeso, secondo la vulgata televisiva dei valenti virologi di grido e dei clamanti giornalisti associati più realisti del re?
Ai posteri l'ardua sentenza. Chi muore tace e chi sopravvive fa il gesto delle tre scimmiette. Pardon, quattro.
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  • (...) È uno di quei casi in cui un eccesso di informazioni e di riflessioni dà alla domanda uno statuto per così dire quantistico: qualsiasi risposta è giusta e sbagliata allo stesso tempo. È ormai evidente: chiunque disponga oggi di un’opinione certa sul vaccino, si sta sbagliando.(...) Nella pancia delle resistenze al vaccino, una comunità come la nostra conserva la propria capacità genetica di produrre eresie e di pensare diversamente da se stessa: sono anticorpi assai più importanti di quelli che ci servono contro il virus. Sopprimerli per legge sarebbe folle.
    E non è nemmeno tanto dignitoso, se mi posso permettere, scegliere la strada dell’obbligo indiretto: che poi vuol dire rendere la vita talmente complicata ai non vaccinati da indurli a cedere, prima o poi. Che tristezza. https://www.ilpost.it/.../17/vaccini-green-pass-baricco/...
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