Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi di Gennaio 2021
I 'radio-ascoltatori' di Prima Pagina, su radio3, sono un popolo. Che, in quanto popolo, ha in sé tutte le diversità di opinioni inclusa qualche stranezza. Perché c'è quello che auspica che si possa vedere alla cerimonia di consegna degli Oscar un'attrice col velo – per lui simbolo straordinario della libertà di mostrarsi in linea col proprio credo e fieri – e un altro che stigmatizza la sanzione di un arbitro, nel corso di una partita di pallacanestro, che ha intimato a un giocatore di fede e costumi 'sick' di togliersi il turbante, non previsto dal regolamento. Ne è conseguito, - come spesso accade in questi nostri tempi di fedi radicali e fondamentaliste e divise nere di 'foreign fighters' che si realizzano e hanno le loro tardive iniziazioni nella crociata islamica del Califfato e nel tagliare le gole di ostaggi indifesi e decollarli, - ne è conseguito, dicevamo, un abbandono del campo da parte del ragazzo offeso e, udite udite, la solidarietà delle due squadre per intero che hanno interrotto la partita. E passi per il velo, che lo indossava anche mia suocera buonanima da bambina nella vicina Croazia - ieri Istria italiana – e, divenuta giovinetta, l'ha buttato alle ortiche con grande gioia e senso di liberazione individuale, ma ci piacerebbe poter notare altrettanta tolleranza da parte dei 'velisti' islamici oltranzisti e custodi severissimi delle tradizioni di filiazione coranica che aderiscono, invece, alla 'fatwa' violenta contro un attrice porno di origini mediorientali (che vorrebbero lapidata) perché si è mostrata impegnata nelle sue gioiose attività professionali e paradisiaci affanni con in testa il 'velo'. E, sotto il velo, niente, ci vien da ridere, a noi impenitenti 'Charlie'. Una risata li seppellirà? E' un augurio che ci viene dal più profondo del cuore, ma il milione di ceceni che ieri hanno manifestato rabbiosamente contro la piazza di Parigi fitta di 'Charlie' un po' ci preoccupa. Diciamo una risata e qualche (metaforico) pugno - e ce ne faremo una ragione se Bergoglio si dirà in disaccordo. In fin dei conti è anche lui un capo religioso con una verità in tasca di troppo. |
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Carmina e verba. Mi ha sempre incuriosito il fatto che i poeti non hanno molta stima di sé e della loro professione di artefici e artisti del Verbo. Che, in antico era 'presso Dio' e, per altri era Dio. E il fuoco del roveto ardente del Sinai si fa anch'esso parola divina e Comandamento e guai ai reprobi adoratori del vitello d'oro. E padroneggiare il Verbo al modo dei poeti dovrebbe essere, per proprietà transitiva, attività para divina, ma, come leggiamo più sotto, il Petrarca lamenta che : (...) presso 'il popol tutto / favola fui gran tempo, onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno.' Né miglior considerazione di sé aveva Giacomo, il 'giovane favoloso' che si sentiva 'romito e strano al mio loco natio' e fuggiva l'amore 'sospiro acerbo dei provetti giorni', forse per tema di esserne ricacciato e canzonato. E Baudelaire paragonava il poeta all'albatro – goffo a terra e con difficoltà di movimento a causa delle grandi ali, facile preda del gesto di scherno del rude pescatore, ma padrone del cielo e dei moti dell'aria quando dispiega le ali e si consona ai venti di alta quota. E, in una sua poesia dai toni forti, racconta di una madre che, per uguali ragioni di disprezzo popolare e del marito, maledice la nascita del figlio poeta e 'crispe ses poings vers Dieu que la prende en pitiè' - e avrebbe preferito partorire un nodo di vipere al suo posto. Ma è gioco retorico che introduce alla seconda parte del poema in cui si paragona il poeta a un Angelo – e, se il popolo ha dei problemi con i poeti si fotta (n.d.r.). Ed è ben noto che i 'carmina non dant panem', però Gabriele D'Annunzio ne ricavò fama e ricchezze e trionfi amorosi in gran copia ed allacciava i malleoli con Ermione nelle selve tra i mirti divini scagliosi ed irti e volava trionfale su Vienna e marciava su Fiume – e ne ricaviamo la convinzione che bisogna saper fare buon uso del Verbo, come fa Renzi, d'altronde, che poeta non è, bensì imbonitore e ottimo stratega che, con il due di picche dei consensi elettorali, riuscirà a portare a casa nuovi ministeri, spacciando la cosa con il suo notorio 'senso di responsabilità' politica e 'l'interesse del paese'. Ai posteri l'ardue sentenze. Nui chiniam la fronte al Massimo Fattor che volle in lui (Renzi) più vasta orma stampar. Come vedete, il Verbo lo si gira e lo si volta come meglio ci aggrada – e forse il popolo non ha tutti i torti ad esserne sospettoso ed esigere la 'carta che canta' al posto dei noti verba che volant. Francesco Petrarca VOI CH’ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ’l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, del vario stile in ch’io piango et ragiono fra le vane speranze e ’l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto, e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno. Leopardi Giacomo (...) E te german di giovinezza, amore, Sospiro acerbo de' provetti giorni, Non curo, io non so come; anzi da loro Quasi fuggo lontano; Quasi romito, e strano Al mio loco natio, Passo del viver mio la primavera. POESIE.WEBNET.FR Bénédiction - Charles BAUDELAIRE - Vos poèmes - Poésie française - Tous les poèmes - Tous les poètes Poème: Bénédiction, Charles BAUDELAIRE. Poésie Française est à la fois une anthologie de la poésie classique, du moyen-âge au début du XXème siècle, et également un espace de visibilité pour l'internaute, amateur éclairé ou professionnel qui désire y publier ses oeuvres à titre grat... |
19 gennaio 2014 · In alto i cuori! Corre l'obbligo di ricordare che le belle cose che ammiriamo dell'arte e degli artisti esistono e sono state immaginate in tempi grami, gramissimi - mentre, fuori dai loro studi, imperversavano guerre ed epidemie che quegli artisti 'si portarono via' prematuramente, e chissà che capolavori ne avremmo avuto memorabili da affidare alle future generazioni. Tutto ciò rammemoro per dirvi che, se renzi e berlusconi si sono stretti la mano e hanno concordato gli avvilenti percorsi politici futuri non tutto è perduto della vita e dell'onore dell'umanità (non ancora) - ma che altre egregie cose ai forti animi accendono le opere dei poeti e degli artisti che verranno. E scalderanno il cuore del mondo dicendolo ancora degno di essere vissuto, ad onta delle piccolissime ed avvilentissime cose che vi accadono e sembrano prevalere e schiacciarci sull'orizzonte buio del futuro. In alto i cuori. Mi piace Commenta |
18 gennaio 2017 E, non diversamente da un archeologo al lavoro sul campo, estraggo dal fondo dei cassetti gli oggetti dimenticati e 'in sonno' e li valuto per il peso e l'ingombro e l'inutilità prossima e futura – eppure li ho identificati e comperati per un uso che il tempo ha cancellato e sono stati relegati in seconda e terza fila nei polverosi scaffali e lì dimenticati, non diversamente dalle nostre vite in quest'era senile crudele in cui ci addentriamo sospettosi e rabbiosi e incerti, - ma non era da meno, nel suo farsi e definirsi, l'era lontana della giovinezza e dell'età adulta e solo la forza dei muscoli e dei tendini e dei nervi ci accompagnava nelle imprese quotidiane e ci diceva guerrieri vincenti. E l'archeologia domestica degli scatoloni e degli scaffali finalmente vuoti e pronti per il passaggio di mano a qualche sconosciuto usufruitore ti rimanda, nel correre dei pensieri oziosi, a tutta l'archeologia sociale e politica dei giornali che leggi distrattamente mentre ne avviluppi gli oggetti più fragili. Epopee di carta e parole in cui abbiamo vissuto e combattuto battaglie di avanguardia e di retroguardia e mi passano davanti agli occhi Craxi e i craxiani e i 'favolosi' Ottanta della Milano da bere e da cantarne i peana dei socialisti ambrosiani arrembanti sugli altari di Montecitorio, ma poi nella polvere dei 'mariuoli' di Mario Chiesa e del Pio albergo Trivulzio. E, ancora, lo tsunami di 'Mani Pulite' - che sembrava consegnarci il trofeo ambitissimo di una vittoria contro la corruzione dilagante nella prima repubblica, ma oggi siamo ancora lì nei pressi: corrotti e corrompibili alla terza e quarta crociata perché è una fede, quella del rubare e malversare nella cosa pubblica, e una religione da cui mai riusciremo a congedarci, diversamente da questo mio riempire scatoloni e sacchi e valigie e cercare invano un riconoscimento e una identità del passato che sempre più ci guarda con occhi vitrei e distanti. E non siamo più quelli che siamo stati e viviamo vite a compartimenti stagni e mostriamo le 'spalle al futuro' perché apparteniamo ad ogni presente che si fa subito passato e 'paesaggio nella nebbia' come nel film di Anghelopous - che narrava di bambini sperduti e di storie patrie brumose e che 'non macinano più', come tutta l'acqua che è 'passata sotto i ponti' delle nostre vite e trascina seco i sedimenti dei monti che abbiamo scalato e della terra che abbiamo calpestato e ci ricoprirà, prima o poi. Parce sepulto. La poesia L’imballatore chino che mi svuota la stanza fa il mio stesso lavoro. Anch’io faccio cambiare casa alle parole, alle parole che non sono mie, e metto mano a ciò che non conosco senza capire cosa sto spostando. Sto spostando me stesso traducendo il passato in un presente che viaggia sigillato racchiuso dentro pagine o dentro casse con la scritta “Fragile” di cui ignoro l’interno. È questo il futuro, la spola, il traslato, il tempo manovale e citeriore, trasferimento e tropo, la ditta di trasloco. Valerio Magrelli - Disturbi del sistema binario |
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31
Inviato da: fedechiara
il 03/03/2024 alle 18:19