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Inno a Venere

Post n°269 pubblicato il 22 Marzo 2010 da NegliAbissiDellaVita

Madre degli Eneadi, delizia degli uomini e degli dei, alma Venere, che sotto le erranti stelle del cielo vivifichi il mare ricco di navi e le terre portatrici di messi, poiché per opera tua ogni specie degli esseri viventi viene concepito e una volta nato vede la luce del sole: te o dea, te fuggono i venti, te le nubi del cielo, davanti al tuo arrivo, per te la terra illustre fa sbocciare fiori soavi, a te ride la distesa del mare e, rasserenato, il cielo risplende di una luce diffusa. Non appena diventa chiaro lo spettacolo di un giorno primaverile e dischiusa si diffonde la brezza fecondatrice di Favonio, in primo luogo gli uccelli dell’aria annunciano te e il tuo arrivo colpiti nel cuore dalla tua potenza. Poi gli animali divenuti feroci saltano per i lieti pascoli e attraversano a nuoto i fiumi impetuosi: così, preso dal piacere, ogni animale ti segue cupidamente dovunque tu voglia condurli. Infine per i mari e per i monti, per i fiumi travolgenti, le dimore frondose degli uccelli e i campi verdeggianti, ispirando a tutti nel petto un dolce amore, fai in modo che tutti bramosamente propaghino, generazione in generazione, le loro stirpi. E poiché tu reggi da sola la natura e senza di te nulla nasce nelle divine spiagge della luce e nulla di felice e di amabile esiste, vorrei che tu fossi compagna nello scrivere i versi, che io mi accingo a comporre sulla natura per il nostro Memmio, che tu, o dea, hai voluto che in ogni occasione si distinguesse, adorno di ogni virtù. Tanto più dunque concedi, o dea, bellezza alle mie parole, intanto fa’ in modo che, per i mari e tutte le terre, placate abbiano pace le feroci opere di guerra, infatti tu sola puoi giovare ai mortali con una pace tranquilla poiché Marte, signore delle armi, giuda le fiere opere della guerra, Marte che spesso si abbandona nel tuo grembo vinto dall’eterna ferita di amore e così, guardandoti con il bel collo piegato all’indietro, pasce d’amore gli avidi sguardi a te anelando, o dea, e il respiro del dio supino pende della tua bocca. E tu abbracciandolo, o dea, con il tuo corpo divino, mentre è così sdraiato, lascia cadere dalla tua bocca dolci parole invocando, o gloriosa, pace tranquilla per i Romani, poiché altrimenti né noi potremmo attendere con animo serena a questa opera in tempi tristi per la patria né l’illustre discendente di Memmio potrebbe in tali circostanze venir meno alla comune salvezza.

[Lucrezio] 

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Commenti al Post:
bonanza76
bonanza76 il 23/03/10 alle 00:34 via WEB
ciao bella Venere,tutto bene?:)
 
 
NegliAbissiDellaVita
NegliAbissiDellaVita il 25/03/10 alle 16:00 via WEB
wow VENERE??? a me tutto bene......mi chiedo SU VEBERE CHE TEMPO FACCIA non trovia sia interes sante hihihi?? Bacioni Bonnyyyyy
 
amary_2007
amary_2007 il 23/03/10 alle 12:37 via WEB
Passo x salutarti Pazzarela..-))) (nn ho mai capito ste cavole di doppie) Stupendo il Post Kissino.
 
 
NegliAbissiDellaVita
NegliAbissiDellaVita il 25/03/10 alle 16:00 via WEB
Ciao cara Maryyyy saluti sempre ben accetti i tuoi......FREGATENE DELLE DOPPIE......Io amo L'unicità :D
 
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