Cogito ergo sum

a proposito di desideri


"Troppo tardi, quanno gia' si era mezzo spogliato ed era annato ad assittarsi nella verandina per fumarisi 'n'urtima sicaretta, Montalbano si adduno' di non aviri 'n casa manco  a 'na guccia di whisky. Non e'  che ne aviva tutta 'sta gran gana, si sarebbi contintato di un dito, ma quella faglianza gli aumento ' il disiderio "CamilleriPremessa. Non sono siciliana, ma mi piace leggere i libri di Camilleri e quindo cerco di capire il suo linguaggio.  Arrivando ad innamorarmi di quei termini. Cosi' prettamente siciliani eppure al tempo stesso facili da capire anche per me che siciliana non sono.Il discorso e' un altro e ci penso da quando ho letto  queste righe. E' proprio cosi' che accade: quello che non possiamo avere e' quello che desideriamo di piu'. A me accade per tante cose. In casa non ho cioccolato? Potrei farne a meno. Ma sapere di non averne me lo fa desiderare come fosse vitale per la mia esistenza e spesso esco apposta per soddisfare questa mia voglia. In realta' accade raramente perche' , previdente ed extragolosa come sono, ho ,  in casa, le scorte del prodotto in questione. Pero' non averlo me lo fa desiderare terribilmente. E cosi' anche quando per i motivi piu' disparati diventa impossibile poter fare l'amore, in quel momento io desidero farlo come non mai.E' la natura dell'uomo ad essere cosi' , ecco perche' poi c'è chi dice che la felicita' sta nell'accontentarsi di quello che si possiede. Facile. Come la scoperta dell'acqua calda. E il bello dove sta??? Quell'abbraccio  desiderato ma non ricevuto, quel bacio desiderato ma  non dato, finiscono per avere importanza e valenza eccezionale. Questo non assicura certo la felicita', che come dicono taluni sarebbe in cio' che si possiede ma a volte non si puo' fare diversamente. O non si vuole fare diversamente.  Si continua a desiderarlo. A prescindere.Perche' e' cosi' che va: la faglianza aumenta il disiderio. Non c'e' scampo.