Descrivere l'incanto e la magia di questo luogo non è facile per me. Fa parte dei nostri "riti" anche questo ritiro a luglio, per almeno una quindicina di giorni, in questa casetta che è nata e cresciuta insieme ai miei figli. Non è nostra, purtroppo, ma è come se lo fosse. Sorge a circa 600 metri di altezza, a circa 25 chilometri da casa, ma è così isolata che sembra di essere a migliaia di chilometri dalla vita di tutti i giorni... Appartiene ai miei zii, che l'hanno costruita per riunirsi occasionalmente in grandi tavolate con amici e parenti, coltivano la terra intorno, ma che non ci hanno dormito una notte. Noi abbiamo dato un'anima a questa casa, l'abbiamo resa immortale con le nostre estati vissute qui.Abbiamo cominciato a venirci quando avevamo solo il maschietto, per pochi giorni, ed abbiamo gonfiato la prima piccola piscina per lui. Man mano che lui cresceva, la piscina aumentava di dimensioni; poi sono arrivate le sorelline
e, come lui, qui hanno vissuto il loro primo incontro con la terra, con la natura, con la montagna. Vivendo in un appartamento di una cittadina di provincia, in nessun altro luogo avrebbero potuto fare le esperienze che hanno fatto qui: la scoperta degli insetti, di ogni tipo e foggia e delle farfalle più colorate (il maschietto li catturava e li catalogava in una scatola...): le buche scavate con paletta e secchiello, ammorbidendo la terra con l'acqua, finchè non diventavano tutti neri, completamente ricoperti di fango; le pizze nel forno a legno fuori casa
e le cene nelle notti d'estate sotto un cielo illuminato dalle stelle e dalla luna più lucenti del mondo; la scoperta dei frutti sugli alberi, delle more e delle fragoline di bosco da mangiare direttamente dalla pianta; le merendine da consumare sotto la tenda da campeggio del papà, mentre fuori piove... E poi, crescendo, la tradizionale serata di "piccoli brividi":
il falò davanti casa, la legna da raccogliere, tutte le luci spente in un silenzio irreale, e racconti più o meno spaventosi, mentre wurtstel e salsicce sulla brace profumavano l'aria (sono impresse nel mio cuore quelle faccine arrossate dal calore delle fiamme, gli occhietti spalancati, tra il divertito e lo spaventato, le coperte sulle spalle per proteggersi più dalla paura che dal freddo, le urla improvvise, i più grandicelli che compaiono sotto lunghe lenzuola bianche...).Naturalmente mai da soli: ai miei tre negli anni si sono affiancati amici e cuginetti, raramente qualche genitore, la magia di questo posto è captabile solo da chi ha animo di bambino, per cui mi sono ritrovata spesso da sola,additata come una folle, marito al lavoro, ad accudire a minimo cinque o sei bambini, pensione completa, e ad organizzare di tutto per loro: le recite in costume all'aria aperta; le cacce al tesoro tutt'intorno alla casa con i suoi mille nascondigli, le partite a scacchi; la pista di bocce scavata tutti insieme, bellissima; le gare di scultura con plastilina e montagne di pasta di sale, e quelle di pittura con le tempere; l'albero di Natale allestito in un luglio molto freddo, addobbando un albero con le decorazioni più strane; le tombolate fuori stagione, le spighe bollite e sulla brace; le altalene ridipinte con i pennarelli, come pure le cataste di tronchi su cui comparivano tante belle faccine; le scitte di benvenuto sul viale con i carboncini;
la scoperta dell'incanto di leggere distesi sull'amaca, cullati dal ronzio degli insetti e dallo stormire delle foglie.
Quando poi la piscina è diventata sufficientemente grande, è partita la tradizione del "torte in faccia": almeno dieci chili di panna montata distribuita in piattini di carta ed almeno una quindicina di persone, tra adulti e bambini, che se li scaraventavano in faccia... In faccia per modo di dire, perchè dopo due minuti ci ritrovavamo tutti completamente cosparsi di panna,
pronti per la fase finale: tuffo in piscina, per l'occasione riempita di bottiglie di bagnoschiuma e...bolle in quantità!... E ancora fare il bagno vestiti, scrutare le stelle con il telescopio e scoprire le costellazioni e la via Lattea, gli spruzzi di acqua gelata con la pompa:
chi conosce un villaggio turistico in cui tutto questo sia permesso???
Mentre scrivo (a penna, sono senza computer) sono le sei del mattino e tutti dormono, e mentre la mente va indietro in questi ultimi quindici anni, il cuore mi fa male, ed avverto una leggera malinconia... Come goni anno, quando lasciamo questo posto per andare al mare, ed io mando via prima i bambini per pulire casa, allora raccolgo i loro giochi, trovo tracce nell'erba di scherzi e momenti vissuti, smonto tenda e piscina, e ogni anno mi viene da piangere, come un presagio di momenti bellissimi che non potranno tornare. Ogni anno dico a mio marito:"Ho paura che questo sia l'ultimo anno...". Ma stavolta capisco che non è un presagio, è solo la consapevolezza che tutto cambia, i figli crescono, quelle magie e quegli attimi non possono ripetersi all'infinito, non avrebbero più lo stesso sapore...Ad un certo punto bisogna voltare pagina e decidersi a crescere ed a vivere nuove esperienze, anch'esse con la loro magia...E' questo che adesso devo cercare di far capire al mio primogenito quindicenne, al mio Peter Pan così morbosamente legato a questo posto, che nonriesce ad accettare di non trovare più amici che riescano a comprenderlo e quindi a seguirlo qui...Il sole pian piano avanza dietro i due pini che affiancano la piscina e viene ad illuminare il tavolo su cui sto scrivendo: lo prendo come un presagio di nuovi momenti d'amore e di magia da vivere ed ai quali correre incontro, e scaccio via la malinconia...