Canto l'amore...

Se non ora, quando?...


La manifestazione mi ha colta in un momento particolarmente difficile, denso di problemi e di stanchezza, eppure... Eppure dovevo esserci, non sarei mancata per nulla al mondo stavolta. Le mie ultime manifestazioni risalgono al tempo del liceo, diciamo che non le amo ed inoltre, non appartenendo a nessun gruppo politico, non ne ho mai avvertito l'esigenza. Stavolta la cosa era apartitica e diceva soprattutto : basta! Quel basta che avremmo dovuto urlare almeno vent'anni fa, e non solo le donne.Le sei amiche che ho invitato, dichiaratamente antiberlusconiane, avevano tutte un impegno. Insieme sarebbe stato più bello forse, ma non mi sono persa di coraggio e mi sono "imbarcata" col treno insieme alle mie figlie.
 Beh, posso proprio dire che è stata davvero una bella giornata. Durante il viaggio di andata ho ritenuto opportuno chiarire alle  mie ragazze il senso di quella partecipazione ed ho cominciato da molti anni addietro, diciamo dalle casalinghe di Biella che facevano gli streap-tease nelle prime tele libere. Poi mi sono lasciata andare a ricordi, alla perdita dei valori, ai tramonti smarriti dei ragazzi d'oggi, insomma un fiume in piena, ma loro mi  ascoltavano. Almeno credo.Giunte a Napoli, una bella scarpinata fino a Piazza Matteotti ed eccoci prese  dalla folla. Una bella folla, etrogenea, colorata, tanti maschietti anche, e tante tante signore di mezz'età, ma anche più in là con gli anni. E tutte con negli occhi la stessa aria di rivalsa, la stessa voglia di dire basta, la stessa nausea per tutto ciò che ci hanno propinato per anni ed anni. Prima dell'inizio del corteo qua e là si accendevano discussioni accalorate che io mi divertivo ad ascoltare ed alla fine la grande massa si è mossa. Un fiume in piena che ha invaso via Monteoliveto.
Eravamo tanti, non so quanti, non importa,  ma me la sono goduta. Ho finalmente urlato la mia rabbia e, a chi mi dice che non serve a niente, rispondo che è servito a me, mi sono finalmente sfogata.Giunti a Piazza Dante è stato bello ascoltare testimonianze e poesie e canzoni e poi girare tra i vari striscioni e cartelli che rispecchiavano il senso dell'umorismo tipicamente napoletano.
 Come ciliegina sulla torta una bella pizza napoletana, con un clima di complicità e di confidenza con le mie ragazze (che invano cercavano di tenermi buona durante il corteo...) ed infine  il ritorno a casa.
Ho sentito alcune voci che hanno parlato di strumentalizzazione. Non lo accetto, e non perchè ci fossi io a questa manifestazione, ma perchè si deve sempre pensare che le donne per fare qualcosa debbano essere strumentalizzate? Quelle donne con le caccavelle e le sciarpe bianche vi assicuro che erano autentiche, ma soprattutto perbene, io domenica ho visto la faccia perbene dell'Italia. E non certo quella radical-chic...