Pane vino e fantasia

buoni o sinceri?


Buonismo. Questa parola da alcuni anni è usata ed abusata nel linguaggio comune, al punto che ormai è annoverata fra i vocaboli del dizionario.  Ma in sostanza cosa sarebbe il buonismo? Sarebbe l’ ostentazione di buoni sentimenti che in verità non si provano davvero? Ma se è così non sarebbero buoni sentimenti perché non sarebbero sinceri! Ma io vi chiedo: i buoni sentimenti esistono davvero? Ossia ammettete che esistano oppure no? Perché se ammettete che esistano, essi sono per forza sinceri (altrimenti non potrebbero essere considerati buoni sentimenti) e quindi devono essere considerati positivamente.  Viceversa se non ammettete che esistano è perfettamente inutile che leggiate cosa ho da dire giacché io credo fermamente che i buoni sentimenti non solo esistono ma sono l’unico motore positivo della vita. Il fatto che non siano sufficienti a risolvere molti problemi non deve essere sopravvalutato sia perché possono comunque aiutare almeno psicologicamente chi si trova in una condizione di difficoltà sia perché di certo chi chiede aiuto non lo trova in chi gli dà ferocemente addosso e tantomeno possono tornargli utili i cattivi sentimenti. Generalmente chi se la prende con i buonisti, sono le persone che si dicono convinte di volere la verità a tutti i costi e credono di mostrarsi bravi perché ritengono di essere sinceri e di dire sempre quello che pensano. Io vorrei coniare il nuovo vocabolo di “sincerismo” per definire l’ impostazione di comportamento di queste persone che chiamerò “sinceristi”.I sinceristi non pensano mai di sbagliare nel loro giudizio oppure credono che la sincerità gli dia il diritto di dire e criticare tutto e al contempo essere perdonati pure quando hanno condannato anche chi era innocente; i sinceristi non pensano mai di peccare di superficialità quando emettono giudizi che non possono provare in alcun modo; i sinceristi non pensano mai di causare la rinuncia degli altri ai buoni propositi; i sinceristi non pensano mai che la vera sincerità sarebbe domandare a se stessi se il loro giudizio sul buonismo del prossimo serva ad evitargli di essere esaminati nell’ intimo dal prossimo ed essere sottoposti ad eventuali giudizi critici; i sinceristi non pensano mai che l’ ostentazione della sincerità può destare altrettanti sospetti che l’ ostentazione dei buoni sentimenti.Ma a prescindere dal danno che fanno agli altri, io ritengo che l’effetto più deleterio che producono con il loro atteggiamento gli si ritorca contro, non soltanto perché vanno in antipatia al prossimo, ma perché li condiziona  e li condanna all’ assolutezza dei propri giudizi negativi. In altre parole, un sincerista se davvero è sincero con se stesso dovrà chiedersi il perché di tante sue scelte di vita ed alla fine se analizza davvero dovrà trovare per forza tante di quelle incongruenze cui, se è sincero, dovrà porre rimedio. Ma rimediare sinceramente vuol dire per forza disfare una grossa fetta della sua vita perdendo così anche la parte buona di ciò che aveva costruito.Ma quanti sinceristi disfano ciò che di buono hanno?Meditate. Luigi