Pane vino e fantasia

Il mio lavoro ed il mio(?) paese


Sono quasi certo che, anche se non esattamente adesso, nel giro di poco tempo perderò il lavoro che da più di 20 anni è stato ed è la mia principale fonte di reddito. In questo momento può sembrare la normale logica di mercato, vista la crisi. Ma non è questo il punto. Il lavoro che sto per perdere è basato su un contratto di collaborazione coordinata e continuativa da oltre 20 anni durante i quali oltre a non avere mai avuto nessun adeguamento dei compensi percepiti (credetemi non ingenti neppure all’ origine), non ho maturato alcuna pensione. Ma non è neanche questo il punto.Nonostante questa condizione lavorativa non certo ideale, io ho sempre lavorato con dedizione e passione più totali ed ho prodotto ottimi risultati sebbene sia stato condizionato da moltissimi problemi, primo fra tutti quello di aver rinunciato a fare delle battaglie legali importanti per far valere le graduatorie in forza delle quali almeno i miei meriti sarebbero stati riconosciuti …. Mi chiederete perché non feci ricorso entro i termini nei quali occorreva muoversi: ebbene, mio padre era membro del consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto occuparsi di queste graduatorie, la qualcosa avrebbe costituito ovviamente un conflitto di interessi, ma, ogni volta che anche un’ inezia poteva riguardare il sottoscritto pure se in modo abbastanza indiretto, mio padre usciva dalla stanza per non interferire con le decisioni di quel consiglio. Io non ho fatto ricorso per non mettere mio padre in una situazione formalmente ingarbugliata, ma così ho creato il presupposto per la mia beffa: per molti anni oltre a non aver ricoperto gli incarichi che mi sarebbero spettati ho dovuto anche subire l’ infame nomea di “raccomandato”.Nonostante questo ho combattuto battaglie importantissime anche insieme a quei colleghi che indebitamente mi stavano (e mi stanno) avanti…. e queste non sono parole tanto per farmi dire bravo (che poi se qualcuno mi dice bravo io lo correggo e aggiungo che sì, sono bravo….un bravo coglione).Oggi per la prima volta ho aperto gli occhi. E quello che ho visto e capito è la vera ragione per cui scrivo, ben diversa dalle mie vicende lavorative da cui comunque sto traendo spunto.La ragione vera per cui l’ Italia va male, non è la crisi, ma il nostro individualismo che crea i presupposti per il costante deterioramento del nostro sistema politico.Oggi ho visto la vera faccia dei colleghi che ho accanto. Il nostro Direttore è stato destituito. Appresa la notizia, mi sono attaccato al telefono per capire che aria tirasse. Tutti sembravano non saperne nulla, ma dopo alcuni attimi di conversazione a ciascuno di questi miei colleghi è sfuggita qualche parola dalla quale mi è apparso assolutamente evidente che invece sapevano benissimo. Dunque l’ unico idiota che non sapeva niente ero io! Sì, proprio io.Tutti hanno già chiamato i politici cui si appoggiano e invece di considerare la gravità di quanto è accaduto (sono già avviate battaglie legali di proporzioni notevoli) pensano all’ opportunità di poter occupare il posto del Direttore. Insomma, sembrano non capire che siamo alla frutta: loro ancora pensano di approfittare di questa situazione per farsi il loro orticello quando io non ho approfittato neppure del possibile aiuto, non di mio padre la cui presenza nel consiglio mi è stata perfino d’ intralcio, ma delle leggi che inesorabilmente mi avrebbero dato ragione. A questo punto oltre a considerarli falsi mi fanno anche pena…. saranno inevitabilmente ed inesorabilmente spazzati ne più ne meno del sottoscritto. Si salverà come al solito soltanto chi ha appoggi forti e conoscenze influenti! Questo è proprio ciò che mi fa più riflettere, l’ uso che l’ italiano fa del politico: gli chiede un appoggio promettendogli dei voti! Ditemi che differenza c’ è dal clientelismo? Questo è l’ aspetto che più di ogni altro fa proliferare il “partitismo” a discapito delle “ideologie” e soprattutto la raccomandazione al posto dei meriti. Io sono sempre stato convinto che a prescindere dal colore un uomo politico dovrebbe fare il bene del paese, altrimenti è meglio che se ne torni a casa. Ma l’ Italia non funziona così! I nostri politici non hanno alcuna necessità di governare a fin di bene…. è sufficiente per loro che accontentino chi ha più voti da offrirgli per continuare a divorarsi la pagnotta. E non c’ è crisi che possa sconfiggere questa mentalità letale per il paese. Non toccheremo mai il fondo pur continuando a sprofondare sempre più in basso. Non mi resta che confidare negli stranieri, sia in quelli che arrivano da noi, sia in quelli cui mi affiderò nell’ eventualità (non poi così remota) che decidessi di andarmene. Avranno pure essi i loro difetti, ma forse non questa tara mentale che è una condanna senza fine per tutti noi. Luigi PSVolevo pubblicare su un forum questo post e per combinazione andando là ho trovato questo link che con le dovute proporzioni di merito (non ritengo di essere così importante) sembra assolutamente in linea con quello che ho scritto. Se ci cliccate sopra si apre la paginahttp://www.corriere.it/cronache/09_giugno_29/ricerca_clementi_e10bae7e-646a-11de-91da-00144f02aabc.shtml