Pane vino e fantasia

Un senso di distanza


Oggi ho partecipato alla riunione dei docenti della scuola musicale in cui lavoro. La scuola sta attraversando un momento difficile. Vi sono oramai molte altre scuole musicali in città e noi dobbiamo riuscire ad essere almeno in qualche aspetto migliori. Non ci mancano allievi ma se è vero che noi ci siamo sempre distinti per aver prodotto negli anni tanti diplomati ed anche dei valenti musicisti (cosa che le altre scuole della città non possono vantare), è altrettanto innegabile che da un po’ di tempo abbiamo un genere di studenti che non è facilmente coinvolgibile nell’ impegno che richiede prepararsi a sostenere determinati esami di Conservatorio. Ovvio che si sia perciò parlato di come invogliarli.Ho sentito e concordato su molte idee. Quello che però mi ha intristito parecchio è che tutti questi progetti per stimolare gli studenti della scuola ad impegnarsi sono imperniati su quello che sembra il motivo conduttore della nostra società: l’ immagine, anche e soprattutto nei sui aspetti più esteriori. Allora si è detto ad esempio che gli allievi possono essere rivestiti del ruolo di “ambasciatori della musica” per responsabilizzarli rispetto all’ impegno che dovrebbero assumersi ad esempio per andare a suonare presso scuole elementari o altre cose di questo tipo. Capisco che sono forse invecchiato all’ interno di un certo tipo di valori ed anche che non è simpatico quello che sto affermando, ma la prima cosa che mi è balenata in mente è lo spirito che animava la mia voglia di imparare quando ero un allievo: io avrei dato anche l’ anima per riuscire a suonare della musica che mi piaceva particolarmente, che so…. una sonata famosa di Beethoven o una Ballata di Chopin ed era per raggiungere quel traguardo che lavoravo. E’ mai possibile che oggi si debba sempre inventare una gratificazione di immagine per compiacere le nuove leve? E purtroppo penso che sia necessario farlo, perché tutto (o quasi) in questa società si fa solo per apparire e non per amore della musica o di altre cose meravigliose che si possono conoscere. Non invidio una generazione che fa le cose per l' immagine che ne ricava e non per la passione che che nutre verso esse pur se immagino e mi auguro che più avanti possa giungere ad amarle e a viverle perchè meravigliose.Luigi