Creato da LaFigliaDelMare il 04/10/2006

~ Figlia del mare ~~

Così, tra questa immensità, s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare...

 

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Nettuno- parte terza

Post n°22 pubblicato il 17 Ottobre 2006 da LaFigliaDelMare
 

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Eufemo, nato da Poseidone e da Europa, eccelleva nella corsa al punto da poter scivolare sulle acque senza bagnarsi i piedi.

Secondo alcuni mitografi, succedette a Tifi come pilota della nave Argo e prese parte alla caccia contro il Cinghiale Calidonio, figlio della scrofa Fea, che secondo alcuni fu invece la sua nutrice.

Era
questi grande come un toro, con setole acuminate come dardi, zanne
lunghe come falci e alito che uccideva chiunque lo respirasse. Fu
mandato da Artemide a devastare il paese di Oeneo, re di Calidone.


Epopeo, re di Sicione, era figlio di Poseidone e di
Canace. Accolse Antiope, figlia bellissima del fiume Asopo o del tebano
Nitteo, amata da Zeus sotto le spoglie di satiro.
Prima della nascita dei due figli avuti da quell'unione, Antiope fuggì
per timore del padre, e trovò rifugio presso Epopeo. Il padre si uccise
per il dolore ma chiese al fratello Lico di vendicarlo, e questi
attaccò Sicione e trucidò Epopeo, riprendendo con sé la nipote.



Di Poseidone e di Amimone, figlia di Danao, è Nauplio ("il
Vecchio", antenato di un eroe dallo stesso nome), fondatore della città
di Nauplia. Figlio suo sembra essere anche Asopo, dio del fiume
omonimo, avuto da Pero; e forse anche il mostro Gerione, fratello di Echidna, la cui madre era Calliroe, figlia di Oceano e di Teti, mentre la paternità è incerta tra Poseidone e Crisaore.


Ma, secondo alcuni mitografi, Crisaore è lui stesso figlio di Poseidone e della Gòrgone, mentre Calliroe ebbe da Poseidone il figlio Minia.


Ippotoe era figlia di Mestore, figlio di Pérseo, e di
Lisidice. Poseidone se ne invaghì e la rapì, portandola nelle isole
Echinadi, dove ella gli dette il figlio Tafio, a sua volta padre di
Pterelao, re dei Teleboi.


Figlio di Poseidone e della Pleiade Alcione è Irieo, padre di Orione
e re di Iria, città della Beozia. Secondo altre leggende, Irieo era
invece un umile contadino che, per aver accolto nella sua capanna Zeus,
Poseidone ed Ermes,
fu premiato con l'esaudimento di un desiderio. Chiese pertanto un
figlio, che gli dei fecero nascere fecondando la pelle del bue
sacrificato in loro onore. Quel figlio fu Orione.


Secondo altre versioni, il gigantesco cacciatore Orione
era invece figlio dello stesso Poseidone e di Euriale. Accolto nei
cieli in forma di costellazione, era apportatore di pioggia. Dice
Virgilio (Eneide, I, 873-877, nella trad. di A. Caro): "...
quando / Orion tempestoso i venti e 'l mare / Sì repente commosse, e
mar sì fero / Venti sì pertinaci, e nembi e turbi / Così rabbiosi ...
" Così pure Parini (La caduta, 1-4): "Quando Orion dal cielo / Declinando imperversa, / E pioggia e nevi e gelo / Sopra la terra ottenebrata versa, / ...".


Probabilmente figlio di Poseidone (ma in qualche versione
viene attribuito a Pelope) è anche Scirone, che abitava sulla costa di
Megara. Secondo una delle varie leggende che lo riguardano, costringeva
i viandanti a lavargli i piedi e poi li precipitava nelle acque
sottostanti, dove un'enorme testuggine ne divorava corpi. Fu ucciso da
Teseo.


Una delle leggende lo dice sposo di Cariclo, figlia di
Cicreo, a sua volta figlio di Poseidone e di Salamina. Poiché un
serpente flagellava l'isola omonima, Cicreo lo uccise e gli abitanti lo
scelsero come proprio re in segno di riconoscenza. Divenne il
protettore dell'isola, oggetto di culto: durante la battaglia di
Salamina un serpente apparve tra le navi e l'oracolo di Delfi rivelò
che era l'incarnazione di Cicreo, accorso in aiuto dei Greci.


Una delle figlie di Poseidone, Lamia, fu amata da Zeus e mise al mondo la Sibilla Libica. Le Sibille
erano profetesse rivelatrici degli oracoli di Apollo, e molte sono le
sacerdotesse con questo nome e le leggende che le riguardano. Secondo
una delle tante storie, la prima profetessa fu appunto la figlia di Lamia, chiamata Sibilla dai Libici.


Altri figli di Poseidone, avuti da Tiro, discendente di Eolo, sono i gemelli Neleo e Pelia.
Abbandonati alla nascita dalla madre, furono nutriti dalla giumenta
inviata da Poseidone, cui l'animale era consacrato. Secondo una
leggenda, Pelia fu colpito da un calcio della giumenta che gli deturpò
il volto, da cui il suo nome, derivato dal greco pelion, cioè "livido". Diventati adulti, i due gemelli ritrovarono la madre, soggetta alle angherie della propria matrigna Sidero; Pelia
uccise quest'ultima, nonostante ella si fosse rifugiata nel tempio di
Era, e tale sacrilegio fu la causa della sua morte, dopo una vita lunga
e densa di fatti e misfatti.


Dalla ninfa Satiria - considerata figlia di Minosse, re di Creta - Poseidone ebbe Taranto,
eponimo della città omonima, mentre il nome di lei fu dato al locale
Capo Satirione. Così si giustifica la tradizione che attribuisce
origini cretesi alla città di Taranto.






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Bassorilievo con ninfe dal Museo del Louvre







 
 
 
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al chiaro di luna



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E DI NOTTE...

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La memoria sa che non è un dettaglio
trascurabile una certa distanza
il rimpianto di se provoca da sempre
moti di coscienza indifferenza,
ovunque in ogni luogo il ballo della vita
come d'istinto ci colpisce di nuovo
e un sognatore, sai nel silenzio
è in grado di sentire e di volare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.

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E la memoria sa che non è sbagliato
lasciarsi andare lasciarsi cullare
dalla nostalgia dalla follia
come foglie al vento fragile incanto
a volte sai, che tutto quel che manca
scorre innanzi a noi senza fermarsi mai
dolci tormenti dolci lamenti
nelle pieghe della parola amare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
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DANZA DELLA LUNA


Quando il sole sfiora con le sue mani dorate l’orizzonte,
con gesti rituali da’ inizio alla danza della luna.
In sottofondo le ombre suonano la musica della sera
finche’ tutto si tinge dei colori notturni,
finche’ le ombre si spandono e permeano disegnando il silenzio.
Silenzio e quiete abbeverando chi ne ha sete.
~

 

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ED è SUBITO SERA...


Ognuno
sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole

ed è subito sera

 

 

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