~ Figlia del mare ~~

Post N° 17


Nettuno - parte quinta (e ultima)
La divinità corrispondente al Poseidone dei Greci, prese il nome di Nettuno presso i Romani; ma non essendo essi, a differenza dei Greci, dediti precipuamente alla navigazione ed esplorazione di terre lontane, il dio era onorato come il protettore dei pescatori e dei battellieri, ed era esaltato come signore dei cavalli, e gli venivano perciò dedicate le corse nel circo.A Poseidone/Nettuno era sacro anche il delfino, sempre apprezzato dai marinai in quanto il suo apparire era segno di mare calmo e, quando nuotava vicino alle imbarcazioni, si riteneva che contribuisse a mantenerle in rotta. E al dio delle acque era stata consacrata anche una pianta: il pino. Le navi erano infatti quasi interamente costruite con tavole di legno di pino (o di cedro del Libano), considerato il migliore per la loro realizzazione.Per i Romani la consorte di Nettuno era Venilia, antichissima divinità marina, forse una ninfa. Secondo alcuni si unì con Giano o con Fauno o con Dauno mentre, per Virgilio, era madre di Turno, re dei Rutuli, poi ucciso in duello da Enea.
Nettuno in groppa a un ippocampo: cartolina pubblicata in occasione di una mostra nel Salon de la Marine presso il Musée de la Marine a Palais Chaillot 14 dicembre 1957 - 12 gennaio 1958 (courtesy J.-M. Urvoy
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