~ Figlia del mare ~~

Nettuno- parte terza


Eufemo, nato da Poseidone e da Europa, eccelleva nella corsa al punto da poter scivolare sulle acque senza bagnarsi i piedi.Secondo alcuni mitografi, succedette a Tifi come pilota della nave Argo e prese parte alla caccia contro il Cinghiale Calidonio, figlio della scrofa Fea, che secondo alcuni fu invece la sua nutrice. Era questi grande come un toro, con setole acuminate come dardi, zanne lunghe come falci e alito che uccideva chiunque lo respirasse. Fu mandato da Artemide a devastare il paese di Oeneo, re di Calidone. Epopeo, re di Sicione, era figlio di Poseidone e di Canace. Accolse Antiope, figlia bellissima del fiume Asopo o del tebano Nitteo, amata da Zeus sotto le spoglie di satiro. Prima della nascita dei due figli avuti da quell'unione, Antiope fuggì per timore del padre, e trovò rifugio presso Epopeo. Il padre si uccise per il dolore ma chiese al fratello Lico di vendicarlo, e questi attaccò Sicione e trucidò Epopeo, riprendendo con sé la nipote. Di Poseidone e di Amimone, figlia di Danao, è Nauplio ("il Vecchio", antenato di un eroe dallo stesso nome), fondatore della città di Nauplia. Figlio suo sembra essere anche Asopo, dio del fiume omonimo, avuto da Pero; e forse anche il mostro Gerione, fratello di Echidna, la cui madre era Calliroe, figlia di Oceano e di Teti, mentre la paternità è incerta tra Poseidone e Crisaore. Ma, secondo alcuni mitografi, Crisaore è lui stesso figlio di Poseidone e della Gòrgone, mentre Calliroe ebbe da Poseidone il figlio Minia. Ippotoe era figlia di Mestore, figlio di Pérseo, e di Lisidice. Poseidone se ne invaghì e la rapì, portandola nelle isole Echinadi, dove ella gli dette il figlio Tafio, a sua volta padre di Pterelao, re dei Teleboi. Figlio di Poseidone e della Pleiade Alcione è Irieo, padre di Orione e re di Iria, città della Beozia. Secondo altre leggende, Irieo era invece un umile contadino che, per aver accolto nella sua capanna Zeus, Poseidone ed Ermes, fu premiato con l'esaudimento di un desiderio. Chiese pertanto un figlio, che gli dei fecero nascere fecondando la pelle del bue sacrificato in loro onore. Quel figlio fu Orione. Secondo altre versioni, il gigantesco cacciatore Orione era invece figlio dello stesso Poseidone e di Euriale. Accolto nei cieli in forma di costellazione, era apportatore di pioggia. Dice Virgilio (Eneide, I, 873-877, nella trad. di A. Caro): "... quando / Orion tempestoso i venti e 'l mare / Sì repente commosse, e mar sì fero / Venti sì pertinaci, e nembi e turbi / Così rabbiosi ..." Così pure Parini (La caduta, 1-4): "Quando Orion dal cielo / Declinando imperversa, / E pioggia e nevi e gelo / Sopra la terra ottenebrata versa, / ...". Probabilmente figlio di Poseidone (ma in qualche versione viene attribuito a Pelope) è anche Scirone, che abitava sulla costa di Megara. Secondo una delle varie leggende che lo riguardano, costringeva i viandanti a lavargli i piedi e poi li precipitava nelle acque sottostanti, dove un'enorme testuggine ne divorava corpi. Fu ucciso da Teseo. Una delle leggende lo dice sposo di Cariclo, figlia di Cicreo, a sua volta figlio di Poseidone e di Salamina. Poiché un serpente flagellava l'isola omonima, Cicreo lo uccise e gli abitanti lo scelsero come proprio re in segno di riconoscenza. Divenne il protettore dell'isola, oggetto di culto: durante la battaglia di Salamina un serpente apparve tra le navi e l'oracolo di Delfi rivelò che era l'incarnazione di Cicreo, accorso in aiuto dei Greci. Una delle figlie di Poseidone, Lamia, fu amata da Zeus e mise al mondo la Sibilla Libica. Le Sibille erano profetesse rivelatrici degli oracoli di Apollo, e molte sono le sacerdotesse con questo nome e le leggende che le riguardano. Secondo una delle tante storie, la prima profetessa fu appunto la figlia di Lamia, chiamata Sibilla dai Libici. Altri figli di Poseidone, avuti da Tiro, discendente di Eolo, sono i gemelli Neleo e Pelia. Abbandonati alla nascita dalla madre, furono nutriti dalla giumenta inviata da Poseidone, cui l'animale era consacrato. Secondo una leggenda, Pelia fu colpito da un calcio della giumenta che gli deturpò il volto, da cui il suo nome, derivato dal greco pelion, cioè "livido". Diventati adulti, i due gemelli ritrovarono la madre, soggetta alle angherie della propria matrigna Sidero; Pelia uccise quest'ultima, nonostante ella si fosse rifugiata nel tempio di Era, e tale sacrilegio fu la causa della sua morte, dopo una vita lunga e densa di fatti e misfatti. Dalla ninfa Satiria - considerata figlia di Minosse, re di Creta - Poseidone ebbe Taranto, eponimo della città omonima, mentre il nome di lei fu dato al locale Capo Satirione. Così si giustifica la tradizione che attribuisce origini cretesi alla città di Taranto.
Bassorilievo con ninfe dal Museo del Louvre