Un bellissimo film, anche se molto triste e tragico.L'ho visto tempo fa ed oggi lo ridavano su Sky.
Un viaggio nella vita e nella morte in Galizia.
Mar
adentro passa su un tema troppo delicato e fragile per essere qui
discusso: l'eutanasia, ciò cui Ramón, il protagonista del film, ambisce
da 28 lunghi anni, da quel giorno maledetto in cui un tuffo mal
calcolato lo ha reso tetraplegico, di Davide Morena
Chi scrive, nel
tentativo forse inutile di evitare grossolane stilizzazioni, vorrebbe
astenersi dall'emettere un qualsiasi giudizio etico sul film di
Amenabar in concorso a
Venezia 2004.Premessa fondamentale perché Mar adentro
passa su un tema troppo delicato e fragile per essere qui discusso:
l'eutanasia, ciò cui Ramón, il protagonista del film, ambisce da 28
lunghi anni, da quel giorno maledetto in cui un tuffo mal calcolato lo
ha reso tetraplegico, costretto per sempre dentro quattro mura, su una
letto, tagliato fuori della sua stessa vita.
Il ritorno in Spagna di Amenabar è un'opera meravigliosa dall'inizio alla fine, che si pregia di una grande prova d'attore di
Javier Bardem, tra i migliori in circolazione oggi.
In Mar adentro
l'uomo/la storia si racconta da sé, attraverso i profumi, i colori e i
suoni della vita che materializza con efficacia sublime. Amenabar
scansa verbosità e moralismi sempre abusati dai film che trattano di
handicap, e ci regala un gioiello che sa parlare al cuore e alla testa,
capace di infondere nuova speranza che il cinema possa tornare a
narrare l'uomo con toni epici. È proprio questa la banale,
sconcertante, sconvolgente novità di Mar adentro: che il suo protagonista non è un tetraplegico, un "più debole", un freak. No, Ramón Samperdo è un uomo. E scusate se è poco.
Mare dentro non deludele aspettative che un titolo così
evocativo genera: un film magnifico, che parla di uomini, del loro
rapporto con il mondo e la natura, di Dio e della morte, e ne fa uno
spettacolo grandioso. Proprio quello che è la vita. Proprio quello che
è il cinema.
Nome: Javier Encinas Bardem
Data e luogo di nascita: 1 Maggio 1969, Las Palmas de Gran Canaria, Spagna
Nato da una famiglia di attori e cineasti - il nonno, Rafael, ha recitato negli anni Cinquanta anche con
Totò; lo zio,
Juan Antonio, è il regista di
Calle Mayor
(1956); la madre Pilar è una popolare attrice televisiva - Javier,
studia pittura alla Scuola d'Arte e medita un futuro da scenografo, ma
finisce inevitabilmente attratto dal grande schermo, dove debutta in
Le età di Lulù (1990) di
Bigas Luna. Lo stesso regista lo dirige anche in
Prosciutto prosciutto (1992) e
La teta y la luna
(1994), in due ruoli da macho ottuso e materialista, che lo trasformano
in patria in un'autentica star. L'altro grande regista spagnolo
Pedro Almodòvar, gli offre un piccolo ruolo in
Tacchi a spillo (1991) e uno più consistente in
Carne tremula (1997). Di una bellezza sfrontata, ha interpretato con grande normalità ruoli gay, prima nel melodrammatico
Seconda pelle (1999), enorme successo in Spagna, poi nel biografico
Prima che sia notte
(2000), per il quale ha conquistato la Coppa Volpi alla Mostra di
Venezia per il sentito ritratto dello scrittore cubano Reinaldo Arenas.