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~ Figlia del mare ~~

Così, tra questa immensità, s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare...

 

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DIMMI L'ASSOLUTO

Post n°886 pubblicato il 09 Giugno 2008 da LaFigliaDelMare
 

DIMMI L’ASSOLUTO


“Non abbiamo bisogno di niente.”

“Certo che no. Non abbiamo proprio bisogno di niente.”

“Abbiamo tutto.”

“Logica affermazione, abbiamo tutto.”

“ Del resto, dopo milioni di anni di evoluzione, che cos’altro potremmo desiderare per migliorarci ulteriormente?”

“Migliorarci? E’ un concetto che non conosco. Siamo già migliori. Definitivamente migliori.

Non c’è altro da esplorare, altro da conoscere, altro da apprendere. Siamo all’apice assoluto dell’evoluzione.

Un’evoluzione durata per dodici milioni di anni.”

“Ricordo ogni tanto …”

“Sento i tuoi schemi mentali. Ricordi le vecchie storie vero?”

“Certo. Mi piacciono molto.”

“Anche a me ogni tanto piace ricordare. Come eravamo imperfetti vero?”

“Imperfetti è dire poco … oserei dire inefficienti.”

“Certo. Come puoi essere efficiente in quelle condizioni?”

“ Stai parlando del corpo che i nostri antichi antenati possedevano?”



“Si, del resto è inutile che lo confermi . Ti sto inviando i miei schemi mentali.

Non serve che mi spieghi meglio. Lo sai. Io sono te e tu sei me.”

“Gran bella cosa non credi? La nostra specie si è evoluta a tal punto che parlare non è più necessario.

Basta creare il proprio schema di idee e inviarlo a chi vuoi. Semplice.”

“Semplice per noi, amico mio, ma ricorda che le vecchie storie , quelle che ci piacciono tanto,

ci insegnano che milioni di anni fa le cose erano molto diverse.”

“Lo so, ti percepisco. Ma sei ancora convinto che quelle vecchie storie siano vere?”

“Non lo so. E tu?”

“ Non lo so. Trovo strano che i nostri antenati fossero confinati in un corpo fisico

e interagissero gli uni gli altri con l’ausilio della parola.”

“ E non solo. Dovevano per forza possedere arti che lavorassero per loro.”

“Lo trovo … curioso.”

“Eppure la logica suggerisce che sia andata proprio così.

Anche le nostre vecchie storie lo confermano.

La nostra specie si è evoluta su questo piccolo pianeta che ancora abitiamo milioni di anni da e …”

“Abitiamo? Trovo insufficiente la tua analisi.

E’ vero che non abbiamo mai lasciato questo pianeta, ma suppongo che sia stato per puro … attaccamento?”

“Non registro questa parola. Attaccamento?

Volevo solo dire che, anche se ormai esistiamo solo in forma di plasma energia,

consideriamo il nostro pianeta come la nostra casa. “

“Noi siamo il nostro pianeta ormai. Esistiamo come una cosa sola

“Se è per questo, gli interi universi sono la nostra casa . A volte trovo illogico dimorare qui.”

“Non vedo niente d’illogico. Ricorda che è qui che i nostri antenati hanno cominciato a muovere i loro primi passi.

Passi difficili , importanti, che millenni dopo millenni ci hanno portato a essere ciò che siamo ora.”

“E che cosa siamo ora, amico mio?”

“Onniscienti, onnipotenti. I nostri antenati vivevano in un mondo tridimensionale,

avevano un corpo in base carbonio e pensa, si dice addirittura che morivano

e che non conoscevano il modo per spostarsi nello spazio tempo.”

“Tre dimensioni. Che modo illogico di esistere.”

“Ma la nostra specie si è evoluta lungo i millenni,

fino a inserire il sintetico nei loro fragili corpi in base carbonio

e poi più avanti fino a sconfiggere la morte e a esistere come forme di plasma energia.”

“Come siamo noi oggi.”

“Come siamo noi oggi. Niente fine, niente paure, niente irrazionalità.

Gli universi sono il nostro parco giochi.

Possiamo spostarci a nostro piacimento dovunque vogliamo,

in ogni parte dei diversi cosmi che conosciamo, in qualunque dimensione

desideriamo viaggiare e in qualunque punto del tempo.”

“Quindi è vero che i nostri antenati non avevano neppure la possibilità di spostarsi nelle regioni del tempo.”

“Certo. Essi vivevano e conoscevano soltanto una sola direzione del tempo. Potevano solo andare avanti.”

“A volte mi chiedo come abbiano fatto a sopravvivere …”

“Ma lo abbiamo fatto. E’ illogico pensare al perché. Siamo qui ora e basta.”

“Mi piacerebbe contattare i nostri antenati.”

“E perché? Sarebbe non funzionale.Noi formuliamo pensiero forse ogni mille dei loro anni.

Non potremmo neppure interagire.”

“Ho un dubbio...”

“Lo percepisco … Ti tormenta da molto.”

“Volevo solo dire … Amico mio, che cosa ci manca per essere completi?”

“Completi? Non registro questa parola .”

“Voglio dire: perfetti .”

“Noi siamo perfetti .”

“Disaccordo… Cosa mi dici dell’assoluto?”

“Noi siamo l’assoluto, il limite estremo dell’evoluzione …”

“Disaccordo. Disaccordo. Manca qualcosa …”

“Manca? Non registro questa parola …”

“Se fossimo al limite estremo dell’evoluzione non ci sarebbero più domande.”

“Hai una domanda?”

“Certo.”

“Riguarda all’Assoluto?”

“Certo. Se noi fossimo l’Assoluto , non potrei formularmi questa domanda.

E’ ovvio che dal momento che l’ho formulata non possiamo essere l’Assoluto.”

“La tua analisi è logica … Continua, ti prego.”

“Credo che il nostro cammino non sia del tutto terminato.”

“Stai parlando di … un CREATORE?”

“Consenso.”

“Disaccordo. Se esistesse l’avremmo oramai incontrato. Siamo noi stessi il creatore di noi stessi.”

“E se vibrasse a un’energia a noi inaccessibile?”

“Disaccordo. Abbiamo visitato ogni cosa. La parola inaccessibile per noi è priva di significato.”

“Io credo …”

“Continua. Credi cosa? Gli schemi mentali che mi stai inviando si fanno nebulosi.”

“Voglio dire, io credo che ci sia qualcuno che abbia sviluppato una comprensione

dell’Assoluto più efficace della nostra.”

“Disaccordo. Non lo ritengo possibile. Non esistono altre specie come la nostra. Non ne abbiamo mai incontrate … “

“studio una specie che si sta evolvendo su di un piccolo pianeta di un bel colore azzurro.”

“Ti percepisco. Parli di qiel piccolo sasso che ruota attorno a una stella gialla

in uno dei bracci di spirale di una galassia che loro stessi chiamano Via Lattea.”

“ E’ una stella di tipo G, questa è la loro classificazione.

Praticamente una stellina presa nell’immensità del loro cosmo tridimensionale.”

“Ho sentito parlare di questa specie.

Li ho osservati per qualche tempo, ma li ho trovati poco interessanti. La loro evoluzione è incerta.”

“Consenso. Però hanno qualcosa che li distingue da noi.”

“Certo che li distingue da noi.

Sono come i nostri antenati. Corpo in base carbonio, nessuna possibilità di viaggiare nello spazio – tempo, nessuna coscienza di se stessi. La differenza è che i nostri antenati erano estremamente più saggi.”

“Consenso. Ma dopo molti cicli di studio mi sono convinto che la loro ricerca

dell’Assoluto ha superato la nostra.”

“Mi stai dicendo che una specie confinata su di un piccolo sasso

sperduto allo stato della barbarie più pura, sarebbe in grado di conversare con l’Assoluto?”

“Non lo so ma ho avuto le prove di un tocco Assoluto.”

“Prove?”

“Sono certo che la loro conoscenza dell’Assoluto è giunta a un punto tale da oltrepassare la nostra comprensione.”

“Provamelo.”

“Lo farò, ma ho bisogno della tua assoluta collaborazione.”

“Per prima cosa dobbiamo assumere la forma di due esseri in base carbonio.”

“Illogico. Dopo milioni di anni di evoluzione, che bisogno abbiamo di assumere una forma così inefficiente?”

“Credo che sia necessaria per l’esperimento.”

“Logico. Così sarà. Che forma devo assumere?”

“Suggerisco di assumere la forma della specie che vive nel pianeta azzurro . La chiamano Terra.”

“Ricevo i tuoi schemi mentali, ma sono confuso. Ci sono diverse forme da assumere. E’ un caos di razze.”

“E ci sono anche dei sessi diversi … Pittoresco.”

“Scegli quello che vuoi. Io mi conformerò.”

“Allora scelgo di essere un’entità di base carbonio … Umano … Maschio … Credo che si dica così.”

“Consenso. Io scelgo l’opposto. Umano … Femmina …”

“Ma sarà possibile?”

“Certo. Noi possiamo fare qualunque cosa desideriamo, lo hai dimenticato?”

“Allora io sono un Umano Maschio.”

“E io un Umano Femmina.”

Il tempo si fermò in quel preciso istante.

L’Umano Maschio parlò: “Dimmi l’Assoluto.”

L’Umano Femmina non parlò.

Tese delicatamente la mano tremante verso il viso di lui e l’accarezzò.



Da qualche parte

nel tempo e nel luogo

(Danilo Sacco)

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E DI NOTTE...

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La memoria sa che non è un dettaglio
trascurabile una certa distanza
il rimpianto di se provoca da sempre
moti di coscienza indifferenza,
ovunque in ogni luogo il ballo della vita
come d'istinto ci colpisce di nuovo
e un sognatore, sai nel silenzio
è in grado di sentire e di volare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.

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E la memoria sa che non è sbagliato
lasciarsi andare lasciarsi cullare
dalla nostalgia dalla follia
come foglie al vento fragile incanto
a volte sai, che tutto quel che manca
scorre innanzi a noi senza fermarsi mai
dolci tormenti dolci lamenti
nelle pieghe della parola amare.

Ma.. di notte
la luna ci invita a ballare
e di notte, nell'ombra
la luna ci può possedere.
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DANZA DELLA LUNA


Quando il sole sfiora con le sue mani dorate l’orizzonte,
con gesti rituali da’ inizio alla danza della luna.
In sottofondo le ombre suonano la musica della sera
finche’ tutto si tinge dei colori notturni,
finche’ le ombre si spandono e permeano disegnando il silenzio.
Silenzio e quiete abbeverando chi ne ha sete.
~

 

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ED è SUBITO SERA...


Ognuno
sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole

ed è subito sera

 

 

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