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Rockefeller, Ford e gli allegri amici americani di Hitler.

Post n°54 pubblicato il 17 Marzo 2015 da Herebus

 

NWO: IL NAZISMO E' TORNATO – PARTE PRIMA



Un famoso detto popolare recita che la Storia la scrivono i vincitori e possiamo certamente trovarci spesso daccordo con quest'adagio tuttavia in tempi recenti, e mi riferisco a quel periodo che va dal Primo Dopoguerra ad oggi, curiosamente è molto più importante quello che i vincitori si sono dimenticati di scrivere nei libri di Storia piuttosto che quello che vi hanno scritto. Non parleremo qui del fatto che ormai appare certo che i servizi di informazione americani sapessero in anticipo di Pearl Harbor, delle risibili dimenticanze dei libri di storia sovietici o delle loro ancor più ridicole carte geografiche volutamente sbagliate affinchè il diavolo occidentale non le potesse usare per invadere la madre Russia. No, noi qui parleremo di fatti concreti e dimostreremo il fatto che Adolf Hitler e la sua invincibile Whermacht non sarebbero mai e dico mai riusciti ad attuare la Blitzkrieg o anche solo l'invasione della militarmente sgangherata Polonia senza l'aiuto concreto e fattivo delle principali industrie americane e dei loro leader. Neanche la messa in pratica della Soluzione Finale della Questione Ebraica, la tristemente famosa Shoa, lo sterminio di milioni di ebrei e oppositori innocenti sarebbe mai stata possibile senza l'aiuto della IBM e, in ogni caso, i tedeschi non sarebbero stati in grado di cominciare una guerra su larga scala prima, almeno, della seconda metà degli anni '40 del XX° Secolo, ben sei anni dopo la data che Hitler ed i suoi generali avevano programmato per l'inizio delle ostilità. Certo può darsi che le cose sarebbero andate anche peggio di come non andarono realmente oppure sei anni in più avrebbero permesso a Francia e Gran Bretagna di riacquistare la necessaria potenza per ridurre alla ragione l'imbianchino austriaco. Non lo possiamo sapere, quello che invece possiamo sapere,anzi sappiamo per certo, è che appare a questo punto ben reale l'ipotesi che i fautori del NWO-New World Order abbiano usato Hitler per radere al suolo le economie europee e sulle loro macerie ricostruire un Mondo Nuovo fondato su quegli stessi principi fascisti e nazisti che Hitler non poteva riuscire ad affermare con la violenza. Da malattia acuta il nazifascismo è stato trasformato in una sciagura cronica che sta facendo piazza pulita degli ultimi rimasugli delle Grandi Democrazie Europee, in sordina e senza eccessivi spargimenti di sangue. Per far questo, tra gli anni '30 ed il 1945, si misero a disposizione del Reich la Standard Oil (ora Exxon/Esso), la Texaco, la Ford Motor Company, la General Motors e la IBM. Vediamo come.


La Benzina e la Gomma Sintetica – Chi di voi ha più di trent'anni si ricorderà certamente della vecchia, cara Benzina Super o Rossa. Dovete sapere che nessun motore a scoppio con Ciclo Otto Standard può utilizzare la benzina pura come carburante perchè essa non ha, da sola, le necessarie capacità anti-detonanti, ha quindi un basso Numero di Ottano e, cosa ben peggiore, in breve tempo gripperebbe qualunque motore perchè troppo secca per lubrificare pistone, cilindro e fasce elastiche. In pratica, quindi, un motore che utilizzasse solo benzina non potrebbe girare per più di qualche decina di minuti al regime di esercizio perchè altrimenti fonderebbe. Per risolvere questo problema i chimici della Standard Oil americana, negli anni '20 del XX° Secolo, inventarono il Piombo Tetraetile, un additivo miracoloso che stabilizzava la benzina innalzando il Numero di Ottano fino a 98-100 e, soprattutto, le donava la giusta capacità di lubrificazione cosicchè i motori ad elevata compressione, come quelli degli aerei della Seconda Guerra Mondiale, potessero funzionare per ore e ore senza guastarsi. Ebbene il brevetto del Piombo Tetraetile era della Standard Oil e solo lei, al mondo, poteva aggiungerlo alla sua benzina. Bisogna sapere, allora, che i potenti e supercompressi motori BMW o Daimler-Benz degli aerei della Luftwaffe sarebbero stati inservibili senza la benzina super della Standard Oil e Goering non avrebbe mai potuto lanciare il devastante attacco aereo della Battaglia d'Inghilterra senza quel carburante. In quel momento, oltretutto, la Germania aveva un problema di approvvigionamento di benzina e gasolio per via degli embarghi ai quali era sottoposta. E' vero che verso la metà degli anni '30 la IG-Farben, (oggi si chiama Bayer AG, quella dell'aspirina), mise a punto il procedimento per fabbricare benzina sintetica a partire dal carbon coke ma ancora nel 1938 la produzione di questo carburante non copriva che il 50% del fabbisogno della Germania e della Whermacht. Per risolvere il problema Hitler chiese aiuto ai suoi amici ebrei americani della Standard Oil che fecero diverse cose per aiutare il Fuerher ad entrare in guerra. Innanzitutto cedettero la licenza del Piombo Tetraetile alla IG-Farben, poi intensificarono l'approvvigionamento di carburante dagli USA portato con petroliere battenti bandiera panamense per aggirare l'embargo, infine deviarono quasi l'intera produzione di benzina dei giacimenti rumeni di Ploiesti, di cui detenevano i diritti di sfruttamento, direttamente al Reich. Ovviamente per permettere al Furher di poter far fronte agli ingenti costi dell'operazione Rockfeller aprì verso il III° Reich generose linee di credito. Ma ancora non bastava : purtroppo per i nazisti e nonostante l'impegno la IG-Farben non riusciva ancora a mandare a regime la produzione dell'additivo al Piombo per la benzina della Luftwaffe e così l'aggressione aerea all'Inghilterra ed a Londra in particolare pareva destinata a morire sul nascere. Ma anche stavolta gli amici americani di Hitler corsero a toglierlo d'impaccio e la Standard Oil mandò in tutta fretta in Germania, via Inghilterra, 143 tonnellate di Piombo Tetraetile senza le quali gli aerei di Goering non sarebbero mai potuti decollare alla volta delle Isole Britanniche. Risulta quindi corretto affermare come un fatto storicamente appurato che  il Terzo Reich di gente come Adolf Hitler ed Hermann Goering, nemico giurato degli ebrei e della democrazia, potè lanciare il più pesante e pericoloso attacco alla Gran Bretagna solo ed esclusivamente grazie ad una lobby di industriali americani, dei quali Rockefeller era anche di origini ebraiche, che furono gli unici in grado di fornirgli i mezzi dei quali aveva bisogno per tentare di mettere in ginocchio l'Impero Britannico, migliore e maggiore alleato degli Stati Uniti stessi. E' pur vero che la RAF-Royal Air Force alla fine ebbe ragione della Luftwaffe ma è anche vero che i bombardamenti su Londra inflissero alla popolazione un prezzo in termini di vite umane così elevato che, al momento buono, il Maresciallo dell'Aria Leigh-Mallory non ebbe nessuna difficoltà a convincere Churchill della necessità di radere al suolo Dresda, il peggior bombardamento non-nucleare dell'intero conflitto. Ma c'è di più : i tedeschi non avevano bisogno di carburante solo per gli aerei ed i mezzi terrestri, anche la KriegsMarine aveva bisogno di gasolio per i suoi U-Boot. Il Grande Ammiraglio Doenitz anche qui non fece altro che “sollevare il telefono” e chiedere aiuto oltreoceano. In men che non si dica gli americani della Standard Oil, oggi Exxon, e della Texaco di Torkild Rieber, un manager di origine norvegese amico personale di Hitler,  organizzarono una rete di rifornimento per gli U-Boot in mare aperto, lontano dalle rotte dei convogli in modo da sfuggire sia alla US Navy che alla Royal Navy. Una serie di petroliere modificate pompavano il gasolio direttamente nei serbatoi degli U-Boot o dei sommergibili e navi cisterna camuffate che i tedeschi avevano allestito all'occorrenza. C'è inoltre da dire che la Whermacht aveva urgente bisogno di un particolare olio pesante che veniva usato come carburante per i Panzer e, fino alla fine della Guerra, solo i petrolieri americani erano in grado di rifornire il Reich. E infatti la Standard Oil e le sue consociate continuarono a rifornire i nazisti di carburante ben oltre la data dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, praticamente lo fecero fino alla fine della guera, fin quando fu materialmente possibile. Queste cose comunque causarono ovvie ricadute negli Stati Uniti e infatti ad oltre un anno dall'entrata in guerra degli USA e nonostante tutta la capacità produttiva nazionale nelle strade americane la benzina scarseggiava, tanto che nel 1942 il Governo Federale fu costretto a razionarla. Il malumore verso i petrolieri della popolazione cresceva sempre di più tanto che lo stesso Senatore Harry Truman propose una commissione d'inchiesta senatoriale e tentò di comminare alla Standard Oil un multa di 50,000 Dollari che la stessa, grazie al fatto di essere comunque strategica per gli USA, riuscì a far abbassare a 1,000 Dollari solamente. Intanto un'altra grana si stava profilando all'orizzonte degli allegri sodali americani di Hitler. Prima dello scoppio della guerra, consci che dopo il suo inizio  l'embargo non avrebbe fatto più arrivare il cautchouc in Germania, i chimici della IG-Farben, (l'attuale Bayer AG), misero a punto una gomma sintetica a base di carbone e calcio, la Buna, in grado di sostituire quella naturale e la brevettarono. A guerra iniziata i Dirigenti tedeschi temevano la perdita dei brevetti nelle nazioni ostili e così chiesero ancora una volta ai loro amici della Standard Oil di aiutarli : per preservare il brevetto della gomma sintetica la IG-Farben lo cedette alla Standard Oil la quale, secondo le clausole espressamente inserite nel contratto dal Ministero dell'Economia del Reich, non poteva usarlo senza l'espressa autorizzazione della dirigenza IG-Farben. E così, nonostante gli Stati Uniti fossero ormai scesi in guerra contro la Germania di Hitler, i fedeli amici americani si rifiutarono in ogni occasione di cedere la licenza del brevetto ad altre aziende americane per far fronte alle necessità della guerra ma questa volta la misura era colma e il Governo Federale intervenne direttamente nella questione obbligando, senza troppi complimenti, la Standard Oil a cedere il know-how della gomma sintetica. Tale avvenimento provocò anche la fine della carriera di William Stamps Farish, CEO dell'azienda nominato direttamente da John D. Rockfeller e di Walter Teagle, Direttore nerale. Teagle era un uomo violento e poco amato in America a causa dei suoi metodi “sbrigativi” con i sottoposti. Entrambi, inoltre, erano cari amici di Hermann Schmitz, il capo della IG-Farben e Farish arruolò Ivy L. Lee, uno dei padri delle moderne Public Relations, per avviare una pesante campagna di propaganda filo nazista in USA. Le due società avevano anche in comune diversi impianti industriali in Germania tra i quali la DAPAG-Deutsche-Amerikanische Petroleum AG nei pressi di Auschwitz. Il Direttore della DAPAG, che era anche il maggior impianto della Standard Oil nel Reich, era un altro gentiluomo di nome Karl Lindemann appartenente nientemeno che al Circolo Amici di Heinrich Himmler, l'allegro capo delle SS. Il Campo di Sterminio di Auschwitz, che nel 1944 arrivò ad “ospitare” 89.000 disgraziati tra ebrei, prigionieri di guerra e oppositori di Hitler, era stato concepito dalle SS come campo che doveva fornire manodopera schiava alle industrie tedesche, tra queste c'era ovviamente la DAPAG. Prima di chiudere questa parte vorrei solo ricordare che la IG-Farben era la detentrice del brevetto, la produttrice e la fornitrice al Servizio Sanitario delle SS del famoso ZYKLON B, l'insetticida cianogenetico con il quale i criminali nazisti sterminarono milioni di bambini, donne e uomini. 


 

Continua....



 

 

 

 
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Un blog di: Herebus
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"MORTE DI UN BRAVO RAGAZZO. L'INCREDIBILE STORIA DI MARIO BIONDO."

La Repubblica - Palermo, 13 Novembre 2018


La morte di Biondo un giallo lungo cinque anni na «storia incredibile» di misteri e di archiviazioni, indagata in un libro-dossier che prova a ricostruire, tra memorie private, perizie mediche e documenti d'archivio, il caso di Mario Biondo, il cameramen palermitano trovato morto cinque anni fa a Madrid. È una favola nera raccontata con la precisione di un cronista, il libro di Paolo Gentili, "Morte di un bravo ragazzo" (Sovera Edizioni): un contributo a una verità mancata a cui l'autore, con il contributo della madre della vittima, Santina Biondo, tenta di avvicinarsi, ricostruendo la vita privata del giovane con la moglie giornalista Raquel, più volte interrogata sui fatti, e le incongruenze di quattro armi di indagini, tra sms e dati estratti dal computer del giovane, poi compendiate in un atto scritto dai magistrati inquirenti, dove la vicenda Biondo resta ancora una storia irrisolta. Serve, allora, alla memoria capace di farsi domanda, anche la più semplice operazione letteraria su un giallo di cronaca. Perché di morte di può morire due volte, la seconda è quando si viene dimenticati.


 

 

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Da Roma a Yale nel Connecticut, dagli archivi segreti del Vaticano alle stanze asettiche della Cia, dalla Buenos Aires della "sporca guerra" dei desaparecidos alla quiete irreale di Salò sul Garda e di Sherbrook nel Quebec, dalle birrerie di Monaco di Baviera ai monasteri benedettini di Subiaco a Roma. Attraverso i dialoghi incalzanti fra chi complotta per imporre sull'intera umanità il dominio satanico della Confraternita della Morte (che ha come motto "Guerra, Sangue e Miseria") e chi invece, nel nome dell'umanesimo di matrice cristiana, tenta di opporsi a questa infernale macchinazione, si snoda l'ingranaggio narrativo costruito da Paolo Gentili, che, mediante una prosa di forte impatto giornalistico, tesse la sua ragnatela di cospirazioni ad alto livello.

 
 

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