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Giusto sospendere i fondi alla Palestina?


Se venissero a mancare i finanziamenti dell'Uepagherebbero i palestinisi che più soffronoLa Commissione europea ha deciso di sospendere provvisoriamente il suo sostegno finanziario diretto al nuovo governo palestinese di Hamas. Una portavoce della Commissione ha poi precisato che ''nessuna decisione politica'' definitiva è stata presa, ma che la questione sarà discussa lunedì a Lussemburgo nella riunione dei ministri degli Esteri dei 25. Sappiamo tutti che da quando Hamas ha vinto le elezioni, le tensioni sono aumentate. L'Ue, o meglio tutto il mondo occidentale, ha chiesto al nuovo governo palestinese di riconoscere Israele e di rinnegare il terrorismo. Ovviamente Hamas non intende in alcun modo legittimare lo stato israeliano e, soprattutto, non vuole rinunciare esplicitamente alla lotta armata.Ma, nonostante l'atteggiamento dell'Unione europea sia motivato da giuste osservazioni, smettere di versare alla Palestina i 610 milioni di dollari annui destinati ai territori palestinesi in difficoltà, è sotto il profilo umano corretto? La mia risposta, e so che questo mi costerà non poche ciritche, è un doppio no. A partire dalla seconda Intifada l’economia palestinese si trova in uno stato di depressione: servono soldi per affrontare il problema dei profughi, per i libri delle scuole e per la formazione professionale dei funzionari. Servono aiuti per creare anche una modesta prosperità utile a promuovere la democrazia. Inoltre gli aiuti sono anche un mezzo per influenzare ed addomesticare Hamas: è meglio, infatti, tenersi buono chi ti foraggia. La minaccia di ritirare i fondi può essere esercitata solo se l’Ue resta convinta dell’importanza che rivestono gli aiuti ai palestinesi. Altrimenti potrebbero intervenire altri paesi islamici. Con priorità molto differenti.