NeverInMyName

Ci pensate mai a New Orleans...


A distanza di otto mesi la città del jazz è ancora in ginocchioE' passato quasi un anno dal passaggio di Katrina in Lousinana, ma New Orleans non si è ancora rialzata del tutto. E' in ginocchio e il governo Americano, per ora, ha formito a malapena un bastone per 'aiutarla' a rimettersi in piedi... Lo so, forse non è giusto usare delle metafore per raccontare l'attuale situazione della cittadina storica sul Mississipi, ma ciò che vi ho descritto in poche parole rende bene l'idea sull'atteggiamento che mister Bush ha assunto nei suoi confronti!  Mentre i grattacieli di Canal Street, il centro commerciale della city frequentato e abitato per lo più da bianchi, risplendono di luci, un'ampia striscia a nord e ad est della città, che comprende la zona di Gentilly vicino a Dillard, rimane avvolta dal buio. È da otto mesi che le luci sono spente e nessuno sembra avere idea di quando, o se, si riaccenderanno. Nella “grande New Orleans” (l’intera area metropolitana) ci sono circa 125.000 case danneggiate e ancora vuote, un’enorme città fantasma che marcisce al buio mentre les bon temps (laissez les bon temps rouler è l’edonistico motto di New Orleans) stanno tornando su una striscia di terra, vicino al fiume, prevalentemente benestante e non colpita dall’alluvione. Sono così tanti i neri che se ne sono andati che, adesso, alcune stazioni radio stanno passando dal funk e dal rap al soft rock. Al sindaco Ray Nagin piace dire che "New Orleans è tornata”, e indica i turisti che si aggirano di nuovo nel French Quarter (il centro storico di New Orleans, NdT) e gli studenti della Tulane University che affollano i bistrot di Magazine Street; ma la popolazione attuale di New Orleans sulla riva occidentale del Mississippi è dello stesso tipo che popola Disneyland in un giorno qualsiasi. Più del 60% dei componenti dell’amministrazione Nagin – tra cui circa l’80% di quelli afro-americani – sono ancora sparpagliati ovunque negli Stati Uniti, senza alcuna immediata possibilità di tornare. In loro assenza, le elite locali della finanza – consigliate da think tank conservatori, dai new urbanist e da neo-democratici – hanno usurpato quasi tutte le funzioni dell’amministrazione regolarmente eletta. Con il Consiglio Municipale tagliato fuori dalle delibere, commissioni nominate dal sindaco ed esperti provenienti da fuori (in gran parte, bianchi e repubblicani) propongono di ridimensionare e cambiare radicalmente una città democratica e prevalentemente nera. Senza alcun mandato dall’elettorato locale, hanno già virtualmente abolito il sistema scolastico pubblico, assieme ai posti di lavoro degli insegnanti e degli impiegati della scuola iscritti al sindacato, senza contare le migliaia di altri posti di lavoro sindacalizzati persi con la chiusura del Charity Hospital, ammiraglia della sanità pubblica della Louisiana. Inoltre, la proposta di un consiglio di supervisori, composto prevalentemente da persone nominate dal presidente Bush e dal governatore Kathleen Babineaux Blanco, metterebbe fine al controllo locale sulle finanze della città. Insomma, se ancora non si era capito, sarà difficile ritrovare il VERO volto di New Orleans. La VERA New Orleans non tornerà più. Grazie a Bush...Vi allego il link di un articolo di Luca Sofri, che a gennaio è stato per lungo tempo in Lousiana. Sono passati poco più di un paio di mesi, ma la situazione è la stessa che ho descritto anch'io. Leggetelo e ditemi se non è vergognoso... www.wittgenstein.it/html/foglio030206.html