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Indulto, giusto scarcerare chi è a fine pena?


Fuori 18mila detenuti per garantireuna vita decorosa a tutti gli altriNei giorni scorsi il ministro della Giustizia Clemente Mastella
ha annunciato l'intenzione di avanzare alle Camere la richiesta di indulto. Facendo due conti il Messaggero, che oggi pubblica un'inchiesta sull'argomento, ci fa sapere che i condannati in via definitiva che potrebbero usufruirne, qualora i tecnici del ministero dovessero decidere di fissare a due anni il periodo di pena residuo che potrebbe essere cancellato, sarebbero 18mila. Il quotidiano romano, che dedica molto spazio al tema delle carceri sovraffollate, ricorda che la popolazione in cella è di circa 61mila persone, di cui 2.914 sono donne e 58.474 uomini. Le case di reclusione sono 37 e le circondariali 162. La capienza totale è di 43mila detenuti. Facendo due conti -scrive il Messaggero, l'indulto potrebbe essere la quadratura del cerchio. O meglio, la soluzione al problema delle carceri.  Ed eccoci arrivati al punto: per garantire una
vivibilità decorosa a tutti i detenuti bisogna scarcerarne 18mila... Io fondamentalmente non sono contraria ad un atto di clemenza nei confronti di chi, pur avendo commesso dei crimini, abbia espiato la pena quasi per intero e gli resti poco da scontare. Ma ritengo sia assurdo che, in un Paese cosidetto civile, si debba arrivare a queste misure per garantire il diritto a una vita decente ai detenuti che in carcere devono sì pagare per le proprie colpe ma non certo in condizioni estreme, se non addirittura fatiscenti.