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Ecco perché bisogna votare al referendum!


Referendum, la tv ingannaL’incombente referendum sulla nuova costituzione investe argomenti molto difficili. I più non li capiscono, e quindi se ne disinteressano. A torto perché una scelta sbagliata danneggerà tutti, ivi inclusi i disinteressati. Ma tant’è. Il referendum è indetto, e il dovere della Rai come servizio pubblico è di spiegarlo onestamente e imparzialmente. Come? Come si fa? La nostra tv non lo ha mai fatto, probabilmente nemmeno sa come farlo, e comunque se ne impipa. In Saxa Rubra l’imparziale è un imbecille; l’intelligentone si schiera e, se l’azzecca, viene debitamente ricompensato dal vincitore. Da aprile il vincitore è cambiato. Ma il nuovo vincitore continua a sonnecchiare, consentendo così che il referendum costituzionale sia gestito, senza nemmeno cambiare un guardalinee, dalla tv colonizzata da Berlusconi. Facendo un passo indietro comincio da questa domanda: qual è il problema che viene specificamente posto da un referendum? In questo contesto non si tratta più di descrivere un testo ma di strutturare una scelta. Perché è meglio approvare? Perché è meglio rifiutare? Questo è il quesito posto agli italiani, e questo è il quesito che il nostro cosiddetto servizio pubblico pervicacemente elude. Pilucco tra i vari spot e filmatini che per dovere di ufficio mi sono dovuto sorbire in questi giorni. Un tema molto insistito, non a caso, è quello della riduzione del numero dei parlamentari. Il tema è popolare e gli strateghi al servizio di Sua Emittenza hanno capito che è più facile da vendere agli ignari di tutto. E così si ripete a distesa che i deputati passeranno, con la riforma, da 630 a 518 e i senatori da 313 a 252. Vero o falso? Semi-vero, e quindi semi- falso. E anzi più falso che vero. Non solo perché la sinistra ha proposto un taglio più drastico, ma anche perché ne propone l’attuazione subito mentre la destra la rinvia addirittura al 2016. Mediaset, poi, è ancora più imbrogliona. Perché nella sua animazione di questo punto le figurine dei parlamentari si trasformano in simboli dell’euro. Come per dire: votate Sì e risparmierete soldi. E questa non è una mezza verità ma una sicura falsità. Secondo esempio: il bicameralismo perfetto (paritario). La riforma Bossi- Berlusconi lo ha eliminato. Ma lo aveva anche eliminato prima la sinistra. Sul che la Rai tace, mentre il problema dovrebbe essere di chi lo abbia sostituito peggio. Imperturbato lo spot Rai illustra così: «La riforma prevede tre tipi di leggi», norme approvate soltanto dalla Camera (alle quali però il Senato federale può proporre modifiche); secondo, norme approvate soltanto dal Senato federale (alle quali la Camera può anch’essa proporre modifiche); e infine «norme che disciplinano norme sia dello Stato e delle Regioni». Quasi tutti i costituzionalisti hanno detto che questo è un caos ingestibile. Ma questo non va detto. I vari Mimun, Mazza, Giuliana Del Bufalo, o chi per loro (non so chi confezioni queste pillole papaverine) si chiamano fuori dichiarandosi «neutrali». Neutrali? Per carità. Un referendum è come ricorrere a un tribunale. La destra ha imposto la sua riforma, la sinistra la contesta. Nel tribunale si devono udire entrambe le parti, e poi il giudice (il demos votante) decide. Ma il nostro referendum sta procedendo inaudita altera parte, senza contraddittorio. A me sembra incredibile, oltreché vergognoso. Eppure sino al momento nel quale scrivo il consiglio di amministrazione della Rai e il suo presidente Petruccioli hanno fatto finta di non vedere che «mamma Rai» sta disorientando gli italiani con un’informazione che è, in realtà, disinformazione.Giovanni SartoriCorriere della sera, 13 giugno 2006Ho deciso di inserire questo editoriale nel mio blog perché  Giovanni Sartori, come sempre, dice cose giuste e pungenti e poi perché ritengo importante informare in modo corretto sul referendum. Io credo che si debba votare 'no' al referendum perché se si deve cambiare qualcosa della Costituzione, non lo si debba fare a maggioranza ma solo dopo un dibattito costruttivo e collettivo. Dicendo no alla riforma del centrodestra si può poi riprendere il confronto parlamentare sulle riforme in modo serio e costruttivo.  Ci terrei a segnalare una cosa.  Non lasciatevi ingannare dalla questione della riduzione del numero dei parlamentari perché la nuova norma - se passasse il referendum - prevede la riduzione dei parlamentari solo nel 2016.Se, dunque, questo aspetto della riforma della Costituzione è dissimulatore, l'approccio da parte del centrodestra, politico  e mediatico, è senza ombra di dubbio ingannevole. Basti pensare al suggerimento proposto agli elettori: approviamo intanto il nuovo  testo poi, grazie ai tempi dilazionati di entrata in vigore, si potrà cambiare. Più chiara di così, l'ipocrisia politica e morale della Cdl non poteva essere.