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La risoluzione Onu non decolla: Hezbollah e Israele continuano a massacrarsi


Cessate il fuoco sempre lontano: finirà mai questa sporca guerra?Sembrava che ci si stesse avviando verso un possibile 'cessate il fuoco'. E invece la risoluzione Onu annunciata ieri proprio non decolla. Sembra proprio che le parti in causa, Israele e Hezbollah, non abbiano nessuna intenzione di dare un freno a questa assurda guerra, che sta uccidendo centinaia e centinaia di civili innocenti, oltre ai militari e agli oltranzisti.  Il perchè di tale assurdità?  Beh, le ragioni sono così radicate e lontane che è difficile capirne il significato e, soprattutto, accettarlo...Ma cosa cerca ognuna delle parti coinvolte in questo conflitto? Ottenere la vittoria ed evitare la sconfitta? Far valere le proprie ragioni e cancellare definitivamente ogni traccia dell'avversario? Ebbene sì. La spiegazione è tutta qui. Sembra paradossale eppure la questione principale è prettamente di natura psicologica. La vittoria consiste nell'imporre la propria volontà sul nemico (Israele desidera che i suoi vicini la lascino in pace; i palestinesi vogliono distruggere Israele) convincendolo che la sua causa sia irrimediabile. La sconfitta significa accettare che la propria causa sia impossibile.Per vincere sono talvolta più importanti la volontà, la forza d'animo e il morale, rispetto a fattori oggettivi come l'economia, la tecnologia, l'arsenale, le cifre delle perdite o il numero dei voti alle Nazioni Unite. La risoluzione, second alcn eset d straegie litari, ha luogo quando una parte comprende di non potere più perseguire i propri fini e si arrende. Ciò di solito avviene dopo la sua netta vittoria o un collasso militare (come nella seconda guerra mondiale) o uno sfacelo interno (come nella guerra fredda). Lo stallo, al  contrario. tiene vivo il conflitto lasciando alle parti la speranza di vincere. La diplomazia raramente pone fine ai conflitti. Difficilmente un ingente conflitto tra Stati si conclude con qualche intelligente schema. E' per questo che l'idea che un "processo di pace" possa sostituirsi alla sporca azione bellica mi sembra un'utopia e una presunzione. E in particolare per quanto concerne il conflitto irsaelo-palestinese, sono convinta che non si possa ottenere la pace 'solo' perché degli inviati diplomatici, con o senza una specializzazione post-laurea in negoziati alla Harvard Business School, si siedono intorno a un tavolo a ragionare tutti insieme. La storia insegna che ciò che sembra essere una carneficina senza fine, cesserà quando una parte si arrenderà. Ma se fino a qualche mese fa sembrava verosimile che i palestinesi si stessero avvicinando a un punto di non ritorno, destinato a trascinarli al tracollo, con l'azione cruenta di Hezbollah, la recrudescenza del conflitto militare è tornata a livelli incontrollabili. Con le conseguenze che, oggi, sono sotto gli occhi di tutti...