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Darfur, l'ipocrisia uccide quanto la fame e le armi...


Ultimatum del Sudan: sì a truppe Ua, no a OnuLa risoluzione delle Nazioni Unite rischia di diventare carta stracciaIl Sudan dice no all'intervento dei Caschi blu, che
dovrebbero garantire il mantenimento della pace, e permetterà alle forze dell'Unione Africana di rimanere a monitorare la fragile tregua nella regione del Darfur solo a patto che queste non vengano inglobate in una missione delle Nazioni Unite e che il loro mandato sia esteso oltre il 30 settembre. Il piano dell'Onu, invece, prevederebbe che le truppe dell'Ua resistano fino all'arrivo dei soldati dell'Onu, per poi essere assorbite sotto il mandato di queste ultime. ll portavoce del presidente del Sudan, il consigliere Mustafa Osman Ismail (nella foto a sinistra), ha però rifiutato la possibilità di una
simile transizione, denunciando che il vero obiettivo delle Nazioni Unite sia quello di un "cambio di regime".  In poche parole il governo sudanese ha sfidato la comunità internazionale e respinto la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, approvata la settimana scorsa, per inviare oltre 20.000 tra militari e poliziotti delle Nazioni Unite nel Darfur, al posto della missione dell'Au male equipaggiata e non adeguatamente finanziata. Kartum ha mosso migliaia di soldati nel nord del Darfur e lanciato una nuova offensiva contro i ribelli che non hanno firmato l'accordo di pace in maggio, raggiunto con la mediazione dell'Au, dicono fonti dell'organizzazione, gruppi di diritti umani e Washington. L'Unione africana ha detto di avere denaro per finanziare la missione fino a metà ottobre e di non essere riuscita a arginare la violenza che è ripresa dopo gli accordi di maggio, firmati solo da una dell
e tre fazioni di ribelli che hanno partecipato al negoziato.Decine di migliaia di persone sono morte da quando i ribelli, per lo più non arabi, hanno preso le armi accusando Kartum di marginalizzare la regione arida. Washington ha definito genocidio la serie di stupri, saccheggi e omicidi avvenuti nella regione. Nel  Darfur è in corso la più grande operazione di aiuto umanitario al mondo. Ma ora sembra nuovamente a rischio. Sarà sempre più difficile per i soccorritori aiutare gli oltre tre milioni di vittime della guerra, ormai allo stremo dopo tre anni di guerra.  Funzionari dell'Onu hanno avvertito che il Darfur è di nuovo sull'orlo di una guerra totale. Ma perché non si è intervenuto prima se la situazione era. nella sua gravità, CHIARAMENTE sotto gli occhi di tutti? Perché la risoluzione è stata approvata solo la settimana scorsa? Per mesi, anni
, la comunità internazionale si è disinteressata alla crisi umanitaria che sta uccidendo il Darfur. Da tempo Amnesty international ha denunciato gli organi competenti di non fare abbastanza per fermare il traffico di armi leggere e convenzionali verso il Sudan. In particolare, l’organizzazione si è scagliata contro le lobbies armatorie che controllerebbero le stanze dei bottoni di Francia, Regno Unito, Russia, Cina e Stati Uniti. Il Consiglio di Sicurezza nella sua massima espressione, insomma.E la denuncia è stata supportata da alcuni numeri
eloquenti. Nei mesi scorsi, ad esempio, intermediari inglesi e irlandesi sono stati coinvolti in contratti di fornitura di armi al Sudan per un totale di circa 2,8 milioni di euro. Nonostante una risoluzione adottata dal Consiglio imponesse l’embargo militare verso le fazioni in guerra nel Darfur.Sempre secondo il rapporto dfi Amnesty, gli stessi elicotteri e aerei utilizzati dal governo per cacciare la popolazione inerme sarebbero stati acquistati recentemente presso compagnie russe, bielorusse e cinesi, mentre la Francia, uno dei paesi più attivi nel ruolo di peace-enforcer in Sudan e Costa d’Avorio, sarebbe il principale referente per l’acq
uisto di ammunizioni e bombe. Tra il 2000 e il 2004 ne avrebbe vendute nel solo Sudan una quantità del valore di 1.700 mila dollari.Insomma la speranza che qualcosa possa cambiare con la nuova risoluzione, viste anche le difficoltà ad attuarla, è una grande e subdola ipocrisia... Purtroppo!