NeverInMyName

Gli inganni e le bugie del web...


Svanisce la finta favola della "cyber principessa"Milioni di ragazzi e adulti seguivano le sue confessioni impregnate di occultismoWASHINGTON - La fanciulla prigioniera nel castello dell'orco si era affacciata per la prima volta alla feritoia di Internet cinque mesi or sono, chiedendo, come tutte le damigelle delle favole, aiuto e sventolando il fazzolettino elettronico. E milioni di foruncolosi principi azzurri vaganti nella foresta incantata di Internet ci erano caduti ed erano accorsi a salvarla. Ma "Lonelygirl15", la quindicenne sola e solitaria che da maggio a ieri aveva sconvolto la fantasia di adolescenti e titillato le voglie
di predatori con vaghe promesse di occultismo, satanismo, ribellione giovanile, cerimonie di iniziazione e l'intramontabile, caro sesso, era una truffa. Uno show organizzato e studiato di "Arg", di "Alternative Reality Game", nel quale il gioco della "realtà alternativa", elegante maniera per definire una bufala, era soltanto la dimostrazione che il vecchio McLuhan aveva ragione e il mezzo, in questo caso il web, diventa il messaggio. Per cinque mesi, "Bree", come si faceva chiamare questa sorta di Natascha americana virtuale imprigionata nella propria camera da letto in California tra le grinfie di genitori fanaticamente religiosi e criminalmente repressivi, aveva lanciato i propri messaggi in bottiglia e i piccoli filmati amatoriali di sé stessa girati con le telecamerina da computer, dipanando il gomitolo di una storia talmente intricata da apparire, ma soltanto dopo settimane, improbabile. "Bree", graziosa e tenera con i grandi occhi neri da cerbiatta ingigantiti dai primissimi piani della telecamerina, era costretta a vivere in quella casa, senza neppure andare a scuola, seguendo soltanto gli insegnamenti del padre orco e della madre complice. Parlava con un netto accento neozelandese, che giustificava
spiegando di essere stata costretta a vivere in una comune religiosa in Nuova Zelanda. Celebrava strani riti occultisti di oscure sette australiane, accendeva candeline sotto ritratti del mistico, massone, libertino inglese Aleister Crowley morto nel 1947, invocava il cavaliere sul destriero bianco che la venisse a salvare, promettendo implicite, ma mai esplicitate, ricompense, perché "Bree" non era una ragazzaccia, non era un'esibizionista, come le sue coetanee e i coetanei che si fanno riprendere a pagamento mentre vanno al bagno. Era una tenera, piccola, graziosa cerbiatta inerme e ingenua. Invece Bree era una graziosa, ma assai meno ingenua, attrice professionista neozelandese di 25 anni, Jessica Rose, che aveva studiato recitazione nella maliziosissima New York, aveva già fatto un paio di film minori e aveva accettato di essere la protagonista di questo show di "realtà alternativa". Con la regia e la sceneggiatura scritta da tre professionisti di Hollywood, collegati alla più grossa agenzia cinematografica di Los Angeles che aveva offerto recapiti di posta elettronica per i messaggi, girata nella stanza da letto di uno sceneggiatore di professione, Ramesh Flinders, la favola della principessa solitaria era un altro, meno rozzo, reality show. Studiato, costruito e prodotto per lanciare un film tratto dalla storia della "Lonely Girl".
Fin dalla fine di agosto, però, la nuova e non scritta legge di Internet, secondo la quale chi di "blog" ferisce di "blog" perisce, il popolo della foresta incantata, autoreferenziale e con troppo tempo libero a disposizione di Internet, aveva cominciato ad annusare la truffa. Frugando nel sottobosco, il figlio di un professionista della costruzione di siti web aveva scoperto che "lonelygirl15" era un marchio depositato e brevettato, sintomo certo di future intenzioni commerciali. I più esperti si erano facilmente accorti che i brevi clip video trasmessi al sito YouTube, che raccoglie filmati e video da chiunque e da ovunque ed è il nuovo boom di Internet, erano troppo ben fatti, troppo professionalmente "amatoriali" per essere stati prodotti da una ragazzina perennemente sigillata in camera. E dalla impronte che ogni sito, blog o "vlog" come questo, cioè video diario, lascia sui sentieri elettronici, i segugi del web erano risaliti a quei professionisti del cinema e al nome dell'attrice, della falsa "Bree", pescata nelle foto di studio depositate presso il suo agente. Da giorni il New York Magazine, il New York Times e il Los Angeles Times avevano intuito il trucco. Ma gli adoratori della principessa non ci volevano stare. Ci potrebbero essere reati, in questa favola per bambini e bambini del brave new world a banda larga e la magistratura indaga, mentre il "vlog", il diario video, è stato chiuso. "Non abbiamo tru
ffato nessuno" si difende uno dei produttori, "abbiamo soltanto creato un personaggio credibile", confondendo la fiction dichiarata, che è legittimo spettacolo, con la finzione non dichiarata, che è truffa. Ma la scoperta che questa "sequestrata di Los Angeles" era un bidone, che Bree recitava, che ora farà sicuramente il giro dei talk show e della tv spazzatura con il suo volto di donna che può passare per ragazzina, verso una scrittura e forse una carriera davanti a cineprese vere, ha lasciato un vuoto nel cuore di chi si era innamorato di lei e ora piange la fine di questa storia d'amore virtuale, come se avesse perduto una fidanzata vera. "Torna, Bree", invocano in vari blog i foruncolosi col cuore infranto, abbandonati alle loro notti svuotate dal timido guardonismo nella sua stanza e dal sogno di essere loro i principi accolti tra le sue braccia. E ci potrebbero essere apologhi, morali, moniti da spremere in questa vicenda, magari come quel limone con la faccia del padre disegnata sopra che lei spremeva con rabbia nei video per la gioia di tutti i teen-ager, ma se una morale c'è è assai più antica dell'elettronica ed è la morale di P. T. Barnum, l'inventore del circo moderno: "C'è un pollo che nasce ogni minuto, se lo trovi hai fatto fortuna". (14 settembre 2006) Non so a voi ma questa notizia mi fa letteralmente girare le scatole... per dirla in modo fine com'è nelle mie corde... E' uno schiaffo a tutti quelli che come me, come voii, mettono la propria vita, le proprie esperienze e le proprie opninioni a nudo sul web, senza timori di essere giudicati o criticati. Cose vere, cose di vita reale, non squallide messe in scena!