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Galapagos, paradiso naturale a rischio a causa del petrolio


Ennesimo disastro ambientale in mare. Questa volta è toccato all'ultimo paradiso naturale del nostro pianeta: le Galapagos. E purtroppo non è nemmeno la prima volta che il petrolio minaccia l'ecosistema di questa splendida area naturalistica. Una macchia di combustibile pesante ha raggiunto una spiaggia dell'isola Santa Cruz dell'arcipelago in Ecuador. La chiazza, apparentemente fuoriuscita da una petroliera, ha colpito una ventina di iguane marine ed alcuni pellicani. Le autorità hanno precisato che gli specialisti hanno subito soccorso gli animali, lavandoli e sottoponendoli alle cure necessarie. Rettili e pellicani sono comunque ancora sotto osservazione, come misura di prevenzione. Questa volta potrebbero riuscire a salvarli, ma di solito quando gli animali vengono ricoperti dal petrolio hanno poche possibilità di sopravvivere. Come è avvenuto nel 2001.
Nelle Galapagos si sono trovati più volte a rischio soprattutto due delle centinaia di specie presenti sulle isole: il Cormorano Attero (Phalacrocorax harrisi) e il Pinguino delle Galapagos (Spheniscus mendiculus). L'altissima specializzazione delle centinaia di specie animali (molte delle quali "endemiche", esistenti esclusivamente lì) presenti sulle isole avrebbe potuto rendere ancora più difficile qualunque loro adattabilità alle nuove condizioni ambientali che il disastro ha provocato. Ai danni "invisibili" che comunque sono stati prodotti dal combustibile "bunker" e diesel si sono aggiunti quelli prodotti dalle migliaia di litri di solventi utilizzati per disciogliere il petrolio: in un'area così delicata sarebbe stato molto meglio intervenire aspirando il petrolio versato.
Purtroppo a tutt'oggi c'è un enorme differenza tra ciò che accade nei mari dell'America meridionale e quelli del Continente settentrionale. Una petroliera come la Jessica (quella che nel 2001 ha riversato l'80% del carico in mare) non sarebbe mai potuta entrare negli Stati Uniti: qui tutte le imbarcazioni che trasportano greggio devono avere garanzie dal punto di vista assicurativo e finanziario (la Jessica era una nave vecchia e senza nessun tipo di assicurazione) e sui contratti rispetto alle società che intervengono in caso di inquinamento. Nelle acque delle Galapagos, invece, come molte altre parti del mondo, Mediterraneo compreso, si naviga praticamente senza regole.