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Post N° 416


Appello per il Darfur, grazie a voi abbiamo superato di gran lunga le 1000 firmeIntanto un inviato Onu denuncia: "Il Consiglio di sicurezza è diventato solo tante parole e approvazioni di risoluzioni che non hanno alcun seguito" Buongiorno a tutti miei cari. Innanzitutto volevo ringraziarvi
per aver risposto così numerosi al mio appello per il Darfur. Vi comunico che sono arrivate, e continuano ad arrivare, decine di nuove adesioni alla nostra iniziativa. Abbiamo superato di gran lunga le mille firme. Ora dobbiamo solo continuare. Intanto volevo segnalarvi un articolo attraverso cui l'ex inviato delle Nazioni Unite in Sudan, Jan Pronk denuncia che "forze occulte" stanno ostacolando una soluzione pacifica della crisi nella regione del Darfur e stanno sabotando l'accordo di pace siglato lo scorso anno tra nord e sud Sudan dopo una guerra ventennale. L'accusa è mossa in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Sudan Tribune e che ho deciso di sintetizzare e di diffondere visto che nessuno dei grandi media lo farà!"Il Consiglio di sicurezza dell'Onu è diventato solo tante parole,
forti dichiarazioni e approvazioni di risoluzioni che non hanno alcun seguito - dice Jan Pronk - E' ormai chiaro e noto a tutti che a Khartoum ci siano alcuni gruppo che non hanno mai apprezzato il Cpa (Comprehensive peace agreement, tra nord e sud, ndr) e hanno accusato al Bashir  (presidente sudanese, ndr) e il suo secondo Vice presidente Ali Osman Taha per le concessioni fatte che ritengono eccessive a mio giudizio, questi gruppi sono gli stessi che stanno cercando di destabilizzare il sud armando alcune milizie. Ci possono essere forze economiche dietro, legate allo sfruttamento del petrolio, o possono essere forze politiche tradizionali che aspirano a un grande e forte Sudan o semplicemnete gli islamici più conservatori. Oppure una combinazione di queste forze. Le stesse forze che stanno cercando di mantenere il controllo del Darfur per motivi economici". Forze che contano propri sostenitori in diversi apparati dello stato, come l'esercito, il partito di governo National Congress Party e le forze di sicurezza. "Non credo che il Presidente sia coinvolto", ha aggiunto l'inviato Onu, ma "potrebbe chiudere un occhio per rimanere al governo e consentire che agiscano". 
La stessa opposizione del presidente sudanese al dispiegamento dei caschi blu in Darfur si spiega con un complesso equilibrio di poteri all'interno del partito di governo. "Credo che (Al Bashir) sia stato male informato e manipolato de alcune persone che fanno parte di queste stesse forze - ha spiegato - il governo dipende dal sostegno di molti gruppi di potere in diverse posizioni. Al Bashir deve trovare un equilibrio e fare concessioni per garantire stabilità al governo. Deve prendere in considerazione la loro opinione contraria ed è giunto alla conclusione che ha due alternative: correre il rischio di consentire la missione Onu in Darfur o
respingerla. Se sceglie la seconda rischia sanzioni e l'isolamento diplomatico. Se accetta la missione Onu rischia una ribellione politica interna. Bashir ha valutato i rischi e ha concluso che consentire la missione Onu avrebbe avuto conseguenze peggiori, mentre respingerla non comporta alcun rischio".  Insomma, il messaggio è chiaro. La posizione è dura, ma dubito che susciterà la giusta indignazione, tanto meno una reazione. Come al solito si tenderà semplicemtente a 'gnorare' la questione...