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Nuova mattanza giapponese di balene a 'fini scientifici'...


E a Tokio si chiede di riaprire la caccia commerciale ma la maggioranza dei paesi dice noE' scontro aperto ormai nei mari antartici fra gli attivisti del gruppo ambientalista radicale Sea Shepherd, e la flotta baleniera giapponese impegnata nella caccia 'a fini scientifici' di circa 1.000 cetacei in questa stagione estiva. Ieri si sono verificate due collisioni fra una delle due navi dell'organizzazione e una nave giapponese di avvistamento delle balene.Il leader della Sea Shepherd Paul Watson ha detto per telefono alla radio australiana Abc che l'incidente è avvenuto quando le due navi del gruppo, la Robert Hunter e la Farley Mowat, hanno intercettato la nave giapponese Kaiko Maru che inseguiva un branco di balene. La Kaiko Maru avrebbe quindi speronato due volte la Robert Hunter aprendo una falla di un metro nello scafo, sopra la linea d'acqua.Secondo i giapponesi, che hanno 'accusato' il gruppo di agire come pirati, la Kaiko Maru è stata invece attaccata sui due fianchi dalle due navi degli ambientalisti, ed ha lanciato un segnale di soccorso per chiedere aiuto ad un'altra nave della flotta. Non vi sono stati feriti e la nave non ha riportato gravi danni. La collisione è l'ultimo episodio nel duello fra le baleniere giapponesi e gli attivisti della Sea Shepherd, nata da una scissione da Greenpeace, i cui obiettivi dichiarati sono di ''molestare, bloccare, ostruire e intervenire contro'' le baleniere giapponesi. Venerdi' scorso, due attivisti del gruppo sono rimasti dispersi nella fitta nebbia per 7 ore, dopo aver danneggiato il loro gommone nel tentativo di bloccare con una rete d'acciaio l'elica della nave-mattatoio della flotta. In altre azioni di disturbo, gli ambientalisti hanno lanciato bottiglie di acido butirrico maleodorante e bombe fumogene, cosa che ha indotto i giapponesi a chiamarli ''terroristi'', dopo che due membri dell'equipaggio erano rimasti leggermente feriti.  Watson ha avvertito che la Farley Mowat, su cui viaggia, è rimasta quasi senza carburante e che spera di riuscire a travasarne una certa quantità dalla Robert Hunter. Ma con quella nave ora danneggiata, il futuro della protesta rimane incerto.La caccia commerciale alle balene è proibita su scala globale dal 1986, e i mari intorno al continente Antartico sono diventati santuario internazionale dei cetacei, ma il Giappone ha potuto finora eludere il divieto affermando che la caccia è a fini scientifici. Nell'ultimo anno hanno ucciso almeno 1500 esemplari, usando - tra l'altro - arpioni esplosivi.Le balene vengono macellate in una grande nave mattatoio e la carne, altamente pregiata in Giappone, finisce nei mercati e nei ristoranti. Proprio per questo, mentre in mare lo sconfro tra gruppi di protesta e baleniere è sempre più duro, a Tokyo si manifesta per chiedere la ripresa della caccia  commerciale ai cetacei. Ma dei 72 paesi membri della Conferenza Internazionale sulle Balene solo 35, ovviamente quelli favorevoli, partecipano all'incontro, boicottato invece dal resto delle nazioni contrarie tra cui Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e la maggioranza dell'Unione Europea, tra cui l'Italia.