NeverInMyName

Post N° 424


Diario dalla Beirut di oggi, una città vuota e blidata... sola. Una città che trema ogni giorno e di notte prova a sorridere
Calma apparente, pochi pedoni in strada, negozi e ristoranti vuoti... è una Beirut quasi spettrale quella che mi ritrovo a visitare appena arrivata nella capitale del Libano. Sono da poco passate le 22, è sabato, solo qualche anno fa la città sarebbe stata nel pieno della serata: locali aperti fino a tardi, migliaia di persone in giro per le vie più
'in' alla ricerca del ristorante più chic e tanta, tanta voglia di divertirsi, senza limiti, senza pudore... Ma oggi Beirut è diversa. Molto diversa...E' terminato da pochi giorni il coprifuoco proclamato a seguito degli incidenti e gli scontri a fuoco tra sostenitori del governo e militanti dell'opposizione filosiriana, divampati all'università di Beirut qualche settimana prima e che hanno causato la morte di cinque persone e il ferimento di altre venticinque. Le auto hanno ripreso a circolare, ma le
strade sono continuamente pattugliate da colonne di mezzi blindati o jeep dell'esercito, domina una calma carica di tensione. Ci sono posti di blocco lungo tutte le principali arterie e nei maggiori incroci. Tutto ciò per evitare nuove violenze tra le fazioni politiche: sono state persino erette delle barriere tra Piazza dei Martiri e la vicina Riad al Soh, dove da mesi sono accampati i seguaci
dell'opposizione per chiedere le dimissioni di Siniora. Sono in centinaia, stipati in decine di tende:  la gente di Hezbollah protesta così.Ma c'è l'altra faccia di Beirut... quella dei manifesti con l’immagine dell’ex premier Hariri, ucciso in un attentato due anni fa, con le scritte “Ci manchi”, “Siamo con te” e “Ti temevano e ti hanno ucciso”... quella del mausoleo piantonato dalla polizia giorno e notte con il contatore che segna i giorni trascorsi dall’omicidio... senza che gli autori siano stati catturati. Sul luogo dell’esplosione di un anno fa è stata eretta una scultura circolare composta da vetri colorati, che rappresentano i differenti aspetti sociali e religiosi del
Libano, con incise le parole: “verità, libertà, e giustizia per tutti”. Mentre vicino alla tomba di Hariri, sempre ricoperta di fiori, i giovani di Movimento Futuro hanno costruito una piramide composta da 35 mila libri. Sono volumi donati da tutti i giovani che Hariri, con le sue fondazioni, ha contribuito a educare: i meno privilegiati, gente di qualsiasi religione in tutte le città del Libano. Al centro della struttura, una bibbia e un corano. E c'è anche un'altra Beirut... quella dei giovani che la notte si ritrovano per continuare a vivere. Certo è una voglia di divertirsi che cela una tensione più subdola, vestita da un equilibrio vero ma precario. Tra gli impegni di studio, il lavoro e - nel periodo di novembre l’osservanza del
Ramadan – non si incontra molta gente per strada prima del tramonto. Col buio, però, alcuni locali notturni si affollano dell'ultima generazione di Beirut, quella che nonostante tutto non vuole lasciarsi schiacciare dalla paura. Sui divani delle poche discoteche aperte si alternano giovani che fumano insieme
l’arghilè: dalla ragazza in minigonna, a quella che indossa il velo sul capo, dai ragazzi vestiti secondo la più recente moda occidentale-americana, a quelli che si rilassano dopo l’ultima esibizione rap arabo-inglese, a quelli in giacca e cravatta o jeans e maglione. In tutti si percepisce questa smania di vita, repressa dalla quotidianità e che solo di notte riesce a fuoriuscire per qualche ora... Tutto questo è Beirut oggi. Questa è la Beirut che ho visto qualche giorno fa... ma spero di tornare presto e trovare una città diversa, una città sicura e senza paura, una città viva!Per chi volesse vedere le altre foto scattate dalla sottoscritta in Libano entrate nel mio spazio su Blogger. Buona serata!