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Il rapporto della Commissione per i diritti umanitari accusa il Sudan


L'Onu denuncia: la mano del governo di Karthoum dietro i crimini in DarfurLa missione, guidata dal premio Nobel per la pace Jody
Williams, incaricata dal Consiglio per i Diritti Umani di indagare sulla situazione in Darfur, ha presentato oggi a Ginevra il rapporto per l’Onu.Nonostante il rapporto sia stato redatto solo sulla base di informazioni raccolte tra le numerose organizzazioni e i rifugiati del Darfur giunti in Ciad, a causa del rifiuto del Sudan di rilasciare visti di viaggio a tutti i membri della missione, le prove raccolte contro il governo di Karthoum sono gravissime. "Crimini di guerra e contro l'umanità continuano ad essere compiuti in tutta la regione - si legge nel documento-denuncia - il principale schema adottato è quello di una violenta campagna di contro-guerriglia lanciata dal governo del Sudan in collaborazione con le milizia janjaweed (diavoli a cavallo, ndr) che colpisce soprattutto civili. Le forze dei ribelli sono anche loro colpevoli di gravi abusi dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale". Gli esperti Onu accusano inoltre il governo sudanese di aver "volutamente fallito nel compito di proteggere la popolazione del Darfur da crimini compiuti su vasta scala" e di aver "orchestrato e partecipato a tali crimini"."Le forze di sicurezza del governo continuano a ricorrere ad arresti e detenzioni arbitrarie", rivela ancora il rapporto, denunciando un'ondata di arresti di darfuriani compiuta nei mesi scorsi nella capitale Khartoum. Il conflitto in corso dal febbraio 2003 nella regione del Darfur
causato finora circa 300.000 morti e oltre 2,5 milioni di sfollati. La missione Onu, composta da sei diplomatici ed esperti di diritti umani, venne creata lo scorso dicembre durante una sessione di emergenza del Consiglio Onu sulla situazione in Darfur chiesta dall'allora segretario generale Kofi Annan“I testimoni, le vittime e gli osservatori con i quali abbiamo parlato – ha dichiarato Jody Williams - nonché la documentazione dell'Onu e di altre organizzazioni consultate, sottolineano che l'uccisione di civili in Darfur resta diffusa. La violenza é cresciuta dal 2005 ed è continuata nel 2007”.Per i membri della missione (ma dei sei, l'ambasciatore indonesiano si é dissociato) anche 'le forze ribelli sono colpevoli di seri abusi dei diritti umani e di violazioni del diritto umanitario internazionale'.Insomma, quest’ennesima denuncia non fa altro che aggiungere orrori ad orrori. Ma ormai tutti sanno che il governo sudanese usa le milizie arabe musulmane per massacrare le varie etnie presenti in Darfur, in particolare le comunità cristiane. Ma ora che è l’Onu stessa a denunciare gli abusi perpetrati nella regione sudanese mi auguro che l’Unione europea, e in prima linea il nostro Paese, faccia sentire la propria protesta. Il rapporto della squadra di esperti nominata dal Consiglio dell'Onu, che sollecita un intervento urgente da parte della
comunità internazionale, non può essere ignorato. Bisogna fare qualcosa di concreto per porre fine ai crimini di guerra e contro l'umanità in corso nella regione. Un primo passo potrebbe essere quello di costringere il governo sudanese ad  accettare i controlli internazionali. Ancora non capisco il silenzio di gran parte dei media su questa tragedia umanitaria e, mi dispiace dirlo, anche degli esponenti politici della sinistra che, sia alla Camera che al Senato, hanno detto e fatto ben poco per il Darfur.Io, intanto, continuo la mia battaglia, del tutto personale, per attirare l'attenzione dell'Italia verso la tragedia del Darfur come anche del Corno d'Africa. L'Italia siede nel consiglio di sicurezza e allora faccia sentire la sua voce verso paesi, come la Cina, che hanno tutto l'interesse affinché non si indaghi in Sudan e in Darfur.