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Chiunque può procurarsi una pistola, basta un click...


Inchiesta di Repubblica: ecco come si acquista un'arma per uccidere Oggi vi segnalo un'inchiesta di Repubblica che solleva un problema più volte
affrontato in questo blog e che, tanto per cambiare, i grandi media - almeno fino ad ora - nemmeno sfiorano... quello del commercio di armi su internet. Tempo fa ho letto un rapporto interessante che denunciava proprio questo fenomeno, in particolare degli escamotage che si usano per poter aggirare la legge. Vi faccio qualche esempio... Le armi ad aria compressa o a gas di potenza compresa tra 1 e 7,5 joule, non considerate dalla legge armi comuni da sparo, sono di libera vendita. Nonostante queste non siano vendibili per corrispondenza, in quanto il regolamento del ministero dell'interno lo vieta, se uno fa
un giro su internet trova più di un sito su cui è possibile contattare qualcuno che in un modo o in un altro riesce a commercializzarle. Ciò che invece si può liberamente vendere e comprare senza infrangere alcuna legge sono le munizioni (calibro .177 o .22 o .25) e le bomolette di gas, nonchè i caricatori e gli accessori.Gli accessori per armi vere sono anch'essi di libera vendita a chiunque. Siano essi ottiche, laser e componenti ed accessori per la ricarica, escluse le polveri. Riguardo a questo rendiamo noto che gli inneschi e i bossoli innescati non sono inseriti tra gli esplosivi e le materie esplodenti, quindi anche questi sono liberamente vendibili e spedibili tramite le poste italiane. L'unica eccezione è per i visori notturni utilizzabili esclusivamente montati su armi da fuoco ed i silenziatori, che, pur essendo tecnicamente accessori di armi, secondo le direttive europee sono considerate parti di arma da fuoco, quindi non vendibili o acquistabili senza licenza e non spedibili. Se ne volete sapere di più leggete l'articolo di Repubblica a cui faccio i complimenti per avere affrontato l'argomento.