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Battaglia all'Onu per dire basta alle condanne capitali


L'Italia portavoce dell'Unione europeaper l'abolizione della pena di morteIl Consiglio dei ministri ha dato mandato al ministro degli Esteri Massimo D'Alema di presentare all'assemblea affari generali dell'Ue il prossimo 23 aprile la proposta italiana di abolizione di pena di morte e la conseguente moratoria. In questo modo l'Italia potrà arrivare più forte all'appuntamento con la sessione all'Onu in cui si parlerà della proposta italiana. La nostra diplomazia  è già al lavoro da tempo per ottenere l'approvazione della proposta di risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni, ma i consensi necessari a garantire il voto finale decisivo dell’Assemblea generale per una svolta storica in favore della causa abolizionista non bastano ancora. Finora, 88 paesi hanno firmato una dichiarazione di adesione alla proposta di moratoria dell’Italia, riferisce un funzionario di Amnesty International. “Ma gli italiani hanno bisogno di almeno 100 firme”, ha detto una fonte Nazioni Unite all’IPS. È la quota minima per essere certi che la moratoria ottenga un voto di maggioranza tra i 192 membri dell’Assemblea generale. “È di certo un buon momento per una moratoria Onu”, ha confermato all’IPS Louise Arbour, Alto commissario Onu per i diritti umani. “Mi sembra che ci sia una volontà sempre più diffusa di arrivare ad una moratoria”, ha detto, aggiungendo confidenzialmente: “E in fondo, anche per l’abolizione della pena di morte”.Un appello dell’Assemblea generale Onu per uno stop universale alle esecuzioni di stato non sarebbe vincolante per i paesi membri. Ma secondo gli attivisti per i diritti umani, un forte sostegno all’appello per la moratoria renderebbe meno lontano il giorno in cui la pena di morte come condanna sarà consegnata alla storia.Negli ultimi vent’anni, sempre più nazioni hanno abolito la pena capitale. Le sentenze di morte e le esecuzioni vengono ancora praticate in 69 paesi, secondo i dati di Amnesty International. Ma solo pochi tra questi - Cina, Iran, Arabia Saudita e Usa - eseguono la maggior parte delle 4.000 esecuzioni di stato registrate nel mondo ogni anno. Si stima che circa 25.000 persone in tutto il mondo siano attualmente detenute nel braccio della morte, secondo l'esperto di diritti umani Mark Warren. Sembra che Cina e Stati Uniti si opporranno alla moratoria italiana sulla pena di morte davanti all’Assemblea generale. Ma nessuno dei due paesi si batterà apertamente contro la risoluzione dell’Italia, secondo il diplomatico di uno dei paesi che contesta la moratoria. La dichiarazione dell’Italia dovrebbe esprimere gli stessi principi e le stesse argomentazioni abolizioniste. Ma avrebbe un peso maggiore se ci fossero più paesi a sostenerla. L’Italia, attualmente membro di turno del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dovrebbe riuscire a sfruttare questa posizione in favore della sua causa. È difficile prevedere ciò che accadrà all’Assemblea generale quando l’Italia avanzerà la sua proposta di risoluzione sulla moratoria ma la cosa importante è procedere. Chiudo questo post con una dichiarazione dell'ambasciatrice finlandese alle Nazioni Unite Kirsti Lintonen di cui condivido pienamente il pensiero... L’abolizione della pena di morte è un contributo fondamentale al miglioramento della dignità umana e allo sviluppo progressivo dei diritti umani. Il diritto alla vita è stato riconosciuto universalmente dall’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani e non si può accettare che ci sia ancora chi lo metta in discussione.