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Buone e cattive notizie


Cari amici vi aggiorno sulle ultime news sul Darfur. Mentre in Italia la Camera approva un importante ordine del giorno, in Sudan continuano le repressioni nei confronti dei giornalisti che cercano di raccontare le violenze perpetrate nella regione occidentale del Paese. Posto un xomunicato inviato ieri che sintetizza un po' tutte queste notizie. Vi abbraccio e grazie per l'interesse che riservate a questa mia casusa.AntoDarfur, odg approvato primo passo verso impegno nostro Paese  “Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il Governo a reperire le risorse per l’invio di alcuni elicotteri in Darfur, in appoggio alla missione Unaimd”.E’ quanto si legge in una nota di “Italians for Darfur”.“Questo provvedimento arriva in una fase cruciale del conflitto in atto nella regione – sottolinea Antonella Napoli, presidente dell’associazione - Come purtroppo temevamo il cessate il fuoco annunciato dal presidente Omar el-Bashir non è durato molto. I ribelli che si contrappongono al regime hanno denunciato ripetuti attacchi da parte dell'aviazione sudanese sui villaggi di Kurbia e Umraik. Il bilancio delle vittime non è ancora chiaro, ma è lampante la ‘farsa’ attuata a mezzo stampa dal presidente sudanese che aveva garantito un “cessate il fuoco incondizionato”. Il Sudan Liberation Army e il Justice and Equality Movement, che chiedendo a Khartoum uguale dignità politica ed economica per il popolo del Darfur, hanno accusato le forze governative di aver colpito la popolazione inerme senza alcun motivo”.“E proprio la censura che voleva imporre il governo – prosegue la nota - su notizie come queste ha suscitato l’indignazione e la reazione di un nutrito gruppo di giornalisti sudanesi. L’accusa? Una riunione non autorizzata su un memorandum da presentare ai legislatori per chiedere di rivedere le leggi che regolamentano il Diritto dell'informazione e la libertà di stampa. Questo incontro seguiva lo sciopero della fame partito martedì 4 novembre, che ha coinvolto 150 giornalisti, e il fermo stampa di tre giornali, l'Ajras Al-Hurriya, Al-Shab di Al-Maidan e Rayal, che per tre giorni hanno protestato contro le restrizioni del governo attraverso le quali vorrebbe controllare la linea editoriale. I giornalisti sudanesi sono quotidianamente sottoposti alle molestie del regime: l'arresto, la detenzione, gli interrogatori, la confisca dei giornali stampati sono vessazioni continue per chi non si piega alla volontà governativa”.“A tutto questo l’intera opinione pubblica sudanese – conclude il presidente di Italians for Darfur - dovrebbe dire basta, ma in un Paese dove esprimere la propria opinione può costare la libertà non stupisce che cali il silenzio. Ma noi non restiamo zitti. Oltre ad esprimere totale solidarietà ai giornalisti che si contrappongono alla censura della giunta militare, chiediamo che il Governo italiano e i media del nostro Paese non ignorino le repressioni messe in atto dal regime di Khartoum”.  Roma, 19 novembre 2008