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Eseguita la condanna a morte di Tookie Williams


California, Schwarzenegger ha respinto la grazia e, nella notte, è arrivato anche il no della Corte Suprema degli Stati Uniti. Stanley "Tookie" Williams, ex leader della gang dei Crips, è stato giustiziato poco dopo mezzanotte (le 9 in Italia) con un'iniezione letale nel carcere californiano di San Quentin. La morte non è arrivata subito. A detta di alcuni tra i presenti, nonostante l'atteggiamento remissivo del condannato, le guardie carcerarie e gli infermieri hanno incontrato enormi difficoltà a trovare la vena per l'iniezione letale ed hanno impiegato ben dodici minuti prima di riuscire a infilare l'ago. Lo stesso 'Tookie' dopo un po' è parso visibilmente esasperato, e tuttavia ha continuato a conversare di tanto in tanto con gli agenti, chiedendo loro a un certo punto: "Ma non riuscite ancora a trovarla?". Alla fine la vena è stata localizzata, e l'operazione è proseguita più speditamente. Ci sono voluti 22 minuti, dopo l'iniezione letale, prima che Stanley Tookie Williams morisse. I testimoni hanno descritto la difficoltà del medico, che non riusciva a infilare l'ago nel braccio destro, hanno riferito che Williams "ha lasciato che facessero, senza opporre nessuna resistenza", e il tentativo dell'uomo di rimanere vigile fino alla fine, guardando i presenti e soprattutto le persone che più gli erano vicine.  Uccidere una persona che ha passato 25 anni in un braccio della morte, anche se si è macchiato di crimini gravi, equivale a un omiucidio. Non solo perché togliere la vita a un altro uomo è un atto barbarico ma anche perché dopo aver trascorso più della metà della vita in prigione  una persona cambia profondamente, si pente e diventa migliore, diversa da quella del delitto. Almeno questo era avvenuto per Williams. E' una giustizia letteralmente spietata quella che non sa cogliere la diversità, l'innocenza ritrovata dell'uomo della pena rispetto a quello del delitto.