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Legalizzato l'omicidio per legittima difesa


L'aula della Camera ha approvato in via definitiva la legge sulla legittima difesa. Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega, ha avuto il sostegno di tutta la Cdl. L'Unione ha votato contro. La riforma varata autorizza l'uso di armi per difendere la vita e la "borsa". Nell'ipotesi di violazione di domicilio, infatti, non sarà più punibile chi spara contro il malvivente o lo colpisce con un coltello per difendere la propria o altrui incolumità.Ormai siamo all'assurdo. Siamo alla legalizzazione del "far west" all'italiana. Grazie a una legge con una chiara inclinazione forcaiola, ci si potrà difendere con armi in casa e nei posti di lavoro contro ladri e rapinatori che minacciano l'incolumità di persone e beni. Chi si sente aggredito o minacciato può reagire come crede, anche uccidendo, perché la sua reazione sarà sempre considerata "proporzionata". Ma quali sono i criteri che permettono di definire  "proporzionato" o meno un omicidio? So che in molti mi diranno che è facile parlare quando non si ha una pistola puntata contro. Forse è così. Ma una cosa è certa: sono convinta che un omicidio resta sempre un omicidio e rendere più facile il ricorso alle armi, alla violenza, anche se per legittima difesa, non è un'azione da paese civile e democratico.